controlacrisi-roberto musacchio
La
sconfitta, cocente, di Gianni Pittella, presidente dei socialisti e
democratici europei, nella corsa alla Presidenza del Parlamento Europeo
spinge lo stesso Pittella a parlare di un cambio di fase necessario
rispetto alla stagione delle larghe intese e della austerità. Pittella
non è il solo a esprimersi in questi termini. Lo stesso Massimo D'Alema
ha detto cose simili.
E la riflessione sulla fase nuova da aprire si
accompagna con la proposta di un confronto con la sinistra cosiddetta
radicale. Io penso che la situazione europea sia talmente grave e
compromessa che manovre ed aggiustamenti politicisti non avrebbero
grande credibilità ne' reali possibilità di successo. Penso altresi che
le scelte che effettivamente compiranno i socialisti europei sono tutte
da vedersi. Conterà molto ciò che accade in Germania e la stessa vicenda
della sconfitta di Pittella al PE pone non poche domande su come il
Presidente uscente Schultz si sia disimpegnato dal suo ruolo a Bruxelles
e su come si muoverà in Germania. Pittella viene da una sconfitta molto
dura, ancora di più perché i tanto corteggiati liberali europei hanno
scelto di appoggiare Tajani, confermando che le larghe intese pro
austerità hanno reso tutta la situazione più putrida. D'altronde siamo
in presenza di un cambio di fase che può essere ulteriormente
drammatico. il Mondo sta cambiando, per citare una frase che è andata
tanto di moda ai tempi in cui in nome dell'idea di governare dolcemente
la globalizzazione si è data la stura alle terze vie e ai centri
sinistri mondiali ed europei. La realtà è stata ben altra, quella di un
massacro sociale culminato con l'austerità. Ed ora arriva la nuova età
del ferro, dei Trump, Putin, Erdogan, dei fondamentalismi con cui si
deve confrontare una Europa in fortissima crisi di consenso con i propri
popoli. O meglio, non è chiaro chi si dovrà confrontare, se l'Europa o
ad esempio la Germania o una sorta di Eurogermania. Non è difficile
prevedere che gli scossoni saranno fortissimi, la concorrenza feroce. Le
convenienze delle borghesie a profittare del comando tedesco per
colpire il lavoro e il welfare in casa propria potrebbero incrinarsi. E
la Germania sta discutendo del proprio che fare. Sarebbe quanto mai
opportuna una riflessione e una azione propria della sinistra. Quella
che da sempre lotta contro liberismo e austerità ne ha tutte le ragioni e
le possibilità. I socialisti dicono di voler riflettere, discutendo
anche con la sinistra? La discussione richiede approfondimento e
serietà. Deve andare a fondo di tutta la costruzione della UE e della
globalizzazione. E avere anche ricadute concrete. Penso ad esempio ad
alcune cose molto significative. Ad esempio perché i socialisti non
escono dalla Commissione Juncker? Si tratta con tutta evidenza di una
Commissione pro austerità. E i Commissari socialisti a volte sono tra i
più solerti nelle misure di austerità. Se si pensa ad un futuro politico
per la Commissione si cominci a praticarlo uscendone e dando la
responsabilità di votarla in PE alla maggioranza che ha eletto Tajani.
In realtà poi la Commissione è già politica e non meramente proposta dai
governi. È da tempo la Commissione delle larghe intese. Allora si cambi
forma e sostanza, uscendone. In prospettiva ci dovrebbe essere un
governo democratico della Europa eletto dal Parlamento. Si cominci a
fare scelte che prefigurano. Poi non basta parlare come fanno gli
esponenti socialisti di nuove misure per la crescita e la giustizia. Ci
sono Trattati che le impediscono. Sono quello di Maastricht e il Fiscal
Compact ad esempio. Se non si impone la loro ridiscussione il
cambiamento è impedito. Come si è visto con le forzature fatte con la
austerità le regole si possono cambiare. E questo cambiamento oggi che
l'Europa deve affrontare la nuova fase deve essere imposto. Anche alla
Germania. Anche in Germania ci sono i socialdemocratici. Che faranno?
Continueranno ad appoggiare la Merkel e la sua politica di esportazioni e
ingiustizie sociali? Certo riguarda i tedeschi ma alla Spd lo si può e
lo si deve chiedere. E poi c'è la manovra aggiuntiva richiesta
all'Italia. Le colpe e i fallimenti di Renzi e del Pd sono evidenti. Ma
si ha la forza di dire no con nettezza alla Commissione? Ripeto, la
sinistra contro il liberismo e la austerità ha fatto scelte che devono
essere riconosciute giuste e per questo ha tutto il diritto di porre
questioni di credibilità.
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martedì 24 gennaio 2017
"Si possono rompere le grandi intese europee?". Intervento di Roberto Musacchio
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