Leggo la seguente notizia: “Un uomo di 36 anni gravemente malato, residente in provincia di Genova, è stato arrestato dai carabinieri per la coltivazione di otto piante di canapa. Agli ufficiali che hanno fatto irruzione nella sua casa per compiere la perquisizione ha mostrato il regolare certificato medico che lo autorizzava a consumare marijuana per scopi terapeutici a causa della grave patologia della quale soffre. Ha giustificato l’autoproduzione casalinga con la motivazione che la cannabis medica ottenibile tramite la procedura legale costa troppo e non se la può permettere. Questo non è stato sufficiente per evitargli l’arresto per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente”.
Sappiamo benissimo che, anche se legale dal 2007, la cannabis per uso terapeutico arriva in Italia solo tramite una procedura d’importazione autorizzata dal ministero della Salute. Forse le cose cambieranno adesso che è stato autorizzato alla produzione il centro militare di Firenze. Fin quando comunque no ne avremo di “produzione italiana”, chi è affetto da patologie per le quali è prevista la prescrizione di cannabis, sarà costretto a pagare cifre che raggiungono i 43 euro al grammo. Chi non può permettersi di affrontare queste spese, anche avendo una regolare prescrizione da parte del medico, è costretto a “tenersi i dolori”, ed a sopportare il peggioramento del suo stato di salute rispetto a chi, in altre parti del mondo, ha libero e facile accesso a cure che, per LEGGE, spettano a tutti i malati.
Il DIRITTO DI CURA non è un qualcosa di “opzionale”, che può variare da uno Stato all’altro. Violare tale diritto è decisamente più grave di mettere dei semi in terra ed innaffiare le piante che nascono da essi. Non è assolutamente accettabile che un malato, per alleviare le proprie sofferenze, debba rivolgersi al mercato nero o rischiare legalmente attraverso la coltivazione non autorizzata di canapa.
Come può un carabiniere (o altro rappresentante della “legge”), che dovrebbe difendere il popolo, schierarsi dalla parte di lobby che si arricchiscono sfruttando la sofferenza altrui? E’ davvero tanto difficile capire che, ciò che ci arrivano nei barattoli di Bedrocan, e che viene usato per preparare il Sativex o il Dronabinol (Marinol negli USA), è lo stesso fiore prodotto da quelle piantine che loro si ostinano a requisire e distruggere?!
In casi del genere è palese che l’accusa di coltivazione ai fini di spaccio è assolutamente una cazzata! Se dovessero formulare correttamente l’accusa dovrebbero dire: coltivazione di cannabis ai fini di “risparmio economico” che lede gli interessi di case farmaceutiche, mafia e lobby varie!
In casi del genere è palese che l’accusa di coltivazione ai fini di spaccio è assolutamente una cazzata! Se dovessero formulare correttamente l’accusa dovrebbero dire: coltivazione di cannabis ai fini di “risparmio economico” che lede gli interessi di case farmaceutiche, mafia e lobby varie!
Vi rendete conto che questa è coltivazione di cannabis per “disperazione”!? Altro che spaccio!
I malati che hanno ottenuto il permesso di usarla, a meno che non la rubino, dovrebbero potersela procurare come vogliono perché, la cannabis comprata in farmacia e quella coltivata in giardino, sono ugualmente efficaci. La cose importante, è garantire il farmaco ai malati e non garantirne la vendita in farmacia!
Siamo davvero giunti ad una situazione ridicola. Servirebbe un processo contro la stupidità umana e contro l’insensibilità.
E’ come se, vivendo vicino un ruscello da cui scorre acqua pura, fossimo obbligati per legge a comprare acqua in bottiglia per dissetarci. Ma qual’è la logica seguita nello scrivere certi “leggi”?
Siamo davvero giunti ad una situazione ridicola. Servirebbe un processo contro la stupidità umana e contro l’insensibilità.
E’ come se, vivendo vicino un ruscello da cui scorre acqua pura, fossimo obbligati per legge a comprare acqua in bottiglia per dissetarci. Ma qual’è la logica seguita nello scrivere certi “leggi”?
Chissà, se potessimo riprendere coscienza delle proprietà terapeutiche dei vegetali e utilizzare solo i loro derivati fatti in casa, forse verremmo perseguitati per la coltivazione di tutte le piante, o per la raccolta di esse.
Non ci sono motivazioni valide per vietare l’uso di cannabis: è una delle sostanze meno tossiche al mondo. Non ci sono scusanti, specie in una società in cui veniamo giornalmente avvelenati da farine 00, da zucchero raffinato, da sostanze nocive usate per migliorare le produzioni agricole e zootecniche. Mi vietano di farmi “’na canna”, ma non di mangiare al Mc Donald’s tutti i giorni. E’ questo l’interesse nei confronti della salute del cittadino?
Le principali cause di malattie e morti nel mondo non hanno nulla a che vedere con la cannabis che rimane solo una pianta, ed è solo l’idiozia imperante che si ostina a vietarne la coltivazione e l’uso.
Giuseppe Nicosia (referente ASCIA Sicilia – responsabile produzioni Sicilcanapa)
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