Da parlamentare salentino e da ex amministratore pugliese non posso che considerare ancora validissime le motivazioni con le quali si è stabilito che l'area di San Foca non fosse la localizzazione adeguata per l'insediamento del termine di ricezione del gasdotto.
Certo, occorre conoscere il contenuto delle prescrizioni per valutare il peso delle modifiche rispetto al progetto che la Regione ha bocciato con trentasette pagine di parere negativo, evidenziando omissioni e incompletezze. Parere che è stato di fatto ignorato. E questo è gravissimo.
Si apre ora una fase delicata nel rapporto tra la comunità salentina e pugliese, che ha civilmente e motivatamente contestato le ragioni dell'approdo a San Foca, e il governo che presumibilmente adotterà a breve il parere del Comitato VIA nazionale. In attesa di conoscerne il contenuto, non c'è dubbio che siamo di fronte ad un conflitto di valutazioni che bisogna saper gestire.
È questo il compito che spetta oggi alla politica: cercare un punto di mediazione tra la dichiarata strategicità di un'opera di approvvigionamento energetico e la tutela del valore paesaggistico di un territorio a forte vocazione ambientale, turistico, naturalistico. Così come previsto dal DPR 327 del 2001 che assegna alla Regione l'assenso finale in sede di autorizzazione e quindi, d'intesa con il Ministero competente, prevede la necessità di un'intesa, nel rispetto dei principi di sussidiarietà e di leale collaborazione.
Ecco perché sono ulteriormente preoccupanti i segnali che giungono da Roma. Nel decreto "Sblocca Italia" c'è un intero capitolo dedicato all'energia, nel quale il Ministero dello Sviluppo ha chiesto di rendere una priorità nazionale i rigassificatori e i gasdotti di importazione, a partire da Tap, eliminando il previsto parere delle Regioni.
Se questo dovesse trovare conferma, saremmo in presenza di un doppio clamoroso schiaffo alla Puglia e alla sua comunità, che dapprima hanno visto ignorato il proprio parere e che oggi addirittura qualcuno immagina di silenziare definitivamente. Ma io, naturalmente, non intendo porgere l'altra guancia.
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