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Una settimana dopo gli dopo gli scontri di Malmö più di 10 000 persone si sono riunite a Stoccolma per manifestare contro il corteo del partito nazista Svenskarnas parti.
La giornata è iniziato presto, quando una quarantina di poliziotti con il manganello in mano è entrata nel centro culturale autogestito Cyklopen, fermando gli antifascisti presenti e perquisendo lo spazio. Dopo alcune ore tutti sono stati liberati e la polizia ha lasciato il luogo senza arresti.
Poche ore dopo, migliaia di manifestanti hanno iniziato ad animare il centro di Stoccolma, mentre poco più di cento nazisti sfilavano lungo le strade con la scorta della polizia. Una manifestazione nello stesso tempo inclusiva e radicale, in continuità con le grosse mobilitazioni antirazziste che hanno caratterizzato l’ultimo anno in riposta alle aggressioni naziste, prima a Stoccolma il 15 dicembre e poi a Malmö la notte dell’8 marzo, che ha lasciato l’antirazzista Showan in coma.
Durante la manifestazione alcuni attivisti hanno cercato di superare i blocchi della polizia per fermare la marcia dei nazisti. Nel tumulto la polizia ha usato manganelli, cani ed estintori a polvere per rispingere gli antifascisti.
Si conferma dunque lo schema delle ultime settimane in cui la polizia svedese offre la possibilità al partito nazista di camminare sulle strade e organizzare incontri nelle piazze, con un atteggiamento sempre più aggressivo e con metodi sempre più violenti.
Alla fine della giornata il premier Fredrik Reinfeldt ha difeso il diritto di Svenskarnas Parti di manifestare, affermando che “la libertà di espressione e il diritto di manifestare fanno parte della nostra democrazia.”
Ma le grande manifestazioni di questi mesi esprimono un rifiuto a questa retorica e una consapevolezza che non si può combattere il nazismo e il razzismo ignorandoli o fingendo di non vederli. Nel silenzio crescono e diventano più forti, come ci dimostra la storia.
E’ nell’ombra della normalizzazione del razzismo, accelerato durante gli ultimi quattro anni dopo il successo elettorale del partito populista Sverigedemokraterna, che organizzazioni naziste come Svenskarnas Parti possono trovare spazio per crescere e addirittura trovare consensi elettorali in piccoli comuni – una cosa impensabile solo dieci anni fa.
E’ nell’opposizione a questo processo di normalizzazione che il movimento antirazzista si sta ridefinendo, attraverso una mobilitazione larga e una molteplicità di pratiche. Negli ultimi mesi oltre le manifestazioni, si sono moltiplicati i blocchi della campagna elettorale di Sveridemokraterna; lavoratori li hanno bloccati fuori dai posti di lavoro, studenti hanno negato l'accesso nelle scuole, infermieri e medici hanno dimostrato che non sono benvenuti negli ospedali. I loro discorsi elettorali nelle piazze sono state disturbati da azioni rumorose e “orchestre di vuvuzela” o azioni in cui centinaia di persone gli hanno voltato le spalle. Nelle ultime settimane a Stoccolma gli autisti degli autobus iscritti al sindacato autonomo SAC stanno scioperando, rifiutandosi di guidare i pullman con la pubblicità elettorale di Sverigedemokraterna.
Kämpa Svezia!
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