lunedì 1 settembre 2014

Erri De Luca: "in aula per attaccare"


erri de luca

1 / 9 / 2014
Erri De Luca non accetta il rito abbreviato ma sceglie di andare in aula per l'accusa di istigazione alla violenza e al sabotaggio.
La vicenda nasce su denuncia della LTF, la società incaricata della costruzione della TAV, per le dichiarazioni di Erri De Luca raccolte dall’ANSA: “La TAV va sabotata. Ecco perché le cesoie servivano: sono utili a tagliare le reti. Hanno fallito i tavoli del governo, hanno fallito le mediazioni: il sabotaggio è l’unica alternativa”.
Nei giorni precedenti all'udienza preliminare ai primi di giugno in migliaia hanno firmato un appello dal titolo "Le parole non non si processano. Le parole si liberano" che affermava come l'accusa attacca diretttamente l’art.21 della Costituzione italiana che recita: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”.

Nonostante l'ampia presa di posizione la Procura di Torino con il solito pull di magistrati esperti di No Tav, per mano del gup Roberto Ruscello ha rinviato a giudizio per isti­ga­zione a delin­quere Erri De Luca,
Adesso Erri De Luca, come racconta in un'interista a Repubblica ed altri giornali pubblicherà un pamphlet sul diritto di parola: "Non ho intenzione di difendermi ma di attaccare" dice ed annuncia che per questo ha rifiutato il rito abbreviato "perché sarebbe stato a porte chiuse".
Stiamo con Erri De Luca contro l'attacco alla libertà d'espressione che si inserisce nel generalizzato e continuo tentativo di criminalizzare le lotte No Tav.
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