mercoledì 4 giugno 2014

Inchiesta Mose, Piero Fassino e Alessandra Moretti: due Pd a confronto nei commenti all'arresto del sindaco Orsoni.

MORETTIGli arresti dell'inchiesta Mose piombano come una valanga sulle larghe intese, e come un'accetta sul Partito Democratico.

 Lo si capisce subito leggendo le dichiarazioni di due esponenti del partito che rappresentano due diverse fasi nella storia del Pd: Piero Fassino, presidente dell'Anci, e Alessandra Moretti, deputata Pd. Di fronte al coinvolgimento nell'inchiesta di Giorgio Orsoni, Pd, sindaco di Venezia, è interessante mettere a confronto i loro commenti: due commenti non opposti, ma che vanno chiaramente in direzioni diverse. Diverso il linguaggio, diverso il contenuto. Se Fassino non esita a definire Orsoni "una persona corretta", Moretti evita persino di nominarlo nella sua dichiarazione, limitandosi a sottolineare che "una nuova classe dirigente ha responsabilità di nuove regole anticorruzione".
Queste le parole dell'ex sindaco di Torino, Piero Fassino, alla notizia dell'arresto del sindaco di Venezia con l'accusa di finanziamento illecito, nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti per il Mose:

"Chiunque conosca Giorgio Orsoni e la sua storia personale e professionale, non può dubitare della sua correttezza e della sua onestà. Siamo sicuri - aggiunge Fassino - che la magistratura, nel compiere gli accertamenti successivi, giungerà rapidamente a stabilire la verità dei fatti, consentendo così ad Orsoni di ritornare alla sua funzione di sindaco di Venezia".
Moretti, invece, preferisce evitare di parlare direttamente del sindaco dem. Il suo commento è tutto focalizzato sui doveri di una politica nuova "che interpreta il cambiamento".
"Le opere pubbliche vanno fatte in regime di massima trasparenza e fuori da ogni emergenza: l'inchiesta Mose che segue di poco quella su Expo ci dice che è arrivato il tempo perché una nuova generazione di politici si prenda la responsabilità di scommettere sul futuro: dobbiamo avere il coraggio di caricarci sulle spalle nuove regole che mettano fine per sempre alla corruzione", così in una nota Alessandra Moretti commenta le notizie sull'inchiesta della procura di Venezia sugli appalti per il Mose.
"Occorre segnare una forte discontinuità con il passato e per fare questo bisogna dare risposte chiare e veloci ispirate alla sobrietà, al rispetto dello Stato, alla dignità di lavorare nel pubblico", continua Moretti. "Dobbiamo mandare a casa i ladri ma non rinunciare allo sviluppo del Paese, dobbiamo aiutare la magistratura a fare bene il suo lavoro costruendo un sistema di regole certe che individuino presto e subito chi sbaglia, perché sia questi a pagare e non l'intera collettività".
"La politica che interpreta il cambiamento ha il dovere, in un momento in cui la discontinuità è divenuta urgenza, di non arretrare sul terreno della crescita: non sprecare soldi pubblici ma anche garantire il lavoro e la crescita ai cittadini, soprattutto in una regione come il Veneto che deve tornare ad essere la locomotiva d'Europa", prosegue la nota.
"Credo che occorra fare una seria riflessione sul sistema delle opere pubbliche perché devono essere garantite in ogni passaggio: non può essere consentito di lavorare in emergenza perché è lì che il sistema delle regole anche quando esiste perde di efficacia", precisa Moretti, che conclude: " Dobbiamo vincere la battaglia contro la corruzione: noi che apparteniamo a quella generazione che ha iniziato a fare politica sull'onda dello sdegno di tantentopoli, non siamo disposti ad arretrare di un millimetro di fronte al malaffare".

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