E adesso non ridono più.
Un’inossidabile
certezza si riconferma una volta di più: il sol dell’avvenire finisce
sempre per far venire l’eritema a quelli che vi si espongono. L’ultima
sortita a riguardo la si deve alla lista L’altra
Europa con Tsipras, che mentre predica per un’Europa diversa, razzola
mettendo in scena una Sinistra sempre uguale. Ordine del giorno:
l’affaire Spinelli.
Un’orda di
militanti, politici, simpatizzanti di Sel e non solo vorrebbe mandare
Barbara Spinelli alla gogna per aver accettato l’incarico da
europarlamentare dopo aver dichiarato durante la campagna elettorale che
non lo avrebbe fatto. La giornalista, rea di aver trasformato in fatti
una candidatura civetta che la decomposta sinistra della sinistra
italiana puntava a usare come specchietto per le allodole per recuperare
un po’ di linfa elettorale, ha fatto tornare la tosse a tutte le pulci
nei dintorni. In men che non si dica è partita la corsa al web-onanismo
equo e solidale, che ripudia i traditori dei patti a favore della generazione invisibile
falcidiata da madri virago e padri dalle sette vite: discorso che
potrebbe anche avere un suo senso se quei giovani non fossero la
rappresentazione per antonomasia di un apparato politico imbalsamato che
pretende la lottizzazione dei seggi per mantenere la pace interna.
L’elemento centrale non è la rappresentatività del pensiero, il perseguimento di un obiettivo, ma l’equa divisione dei seggi tra Sel e Rifondazione Comunista,
affinché il gene della diaspora congenito alla sinistra non venga
immediatamente alla luce. Un militante di Sel -la cui lettera di accusa a
Medea Spinelli di essersi mangiata il figlio Furfaro per un seggio è
stata una delle micce che ha acceso la polemica virale- parla di dato
biologico, alludendo alla paternità della Spinelli: l’unico dato
biologico riscontrabile è invece quella forza centrifuga marchiata a
fuoco nel dna della sinistra, che impedisce a qualunque
progetto condiviso di finire anche solo il rodaggio. Ecco infatti che
quel 4 per cento e un soffio si è sbriciolato come un pacchetto di
cracker nella borsa.Sorprende che quella Spinelli, la cui
credibilità, la cui laicità politica, la cui immagine sono state usate
per la pesca a traino di elettori, sia immediatamente diventata una
vecchia saprofita che pur di appoggiare le chiappe sugli euro-scranni ha
assassinato l’ideale. E ancor più sorprende l’argomentazione di questa
teoria con l’idea che gli elettori le abbiano accordato settantacinquemila preferenze
proprio per manifestare il loro entusiasmo all’idea che poi lei
lasciasse il posto a qualcun altro. Viene piuttosto da chiedersi se
tutti quelli che hanno preferito la Spinelli non fossero sedotti da una
visione di Europa più lungimirante e sostanziale, che lasciasse a
margine le grette dinamiche partitocratiche e che con le realtà
politiche locali avesse poco a che fare.
“Vai avanti tu che a me me vie’ da ride”, le han detto. E adesso non ridono più.
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