giovedì 20 marzo 2014

Roma, migranti. Via dalla città, gli immigrati scelgono le campagne del Lazio

Immigrati in coda per il permesso di soggiorno (Eidon) Le rilevazioni di Idos per la comunità diocesana: scendono dal 65 al 53% gli stranieri che decidono di cercar fortuna a Roma. Ma nei piccoli centri lasciano a desiderare «le politiche di accoglienza/assistenza». Cresce poco la disoccupazione.

corriere.it Redazione Online Roma


ROMA - La grande città non è più «Lamerica» degli immigrati. Lo rivela il decimo rapporto dell’Osservatorio romano sulle migrazioni, realizzato da Idos, con la collaborazione di Caritas di Roma, Roma Capitale, provincia di Roma e regione Lazio: degli oltre 560 mila stranieri nel Lazio, sono il 53% quelli che hanno scelto di vivere e cercare fortuna a Roma; gli altri si sono decisi a lasciare la metropoli e tentare di inserirsi e trovare occupazione nei centri minori della regione. I dati sono del 2012 e solo dieci anni prima, nel 2002, gli immigrati sul Tevere erano molto più numerosi: il 65 per cento.
Fuga verso Viterbo e Latina
Il lento ma progressivo esodo da Roma verso nuove direttrici di insediamento - a nord verso Viterbo, a sud verso Latina (dove solo la comunità indiana conta oltre 5 mila membri impiegati nell’agricoltura), nella fascia litorale e nella zona montana - ha segnato - nel corso quinto anno di crisi (2012) sposta le problematiche dell’immigrazione nei centri minori, specie nei piccolissimi comuni, quelli con meno di 5.000 abitanti, dove la crescita di popolazione extra Ue è intensa, e tuttavia - sottolineano i ricercatori - «resta poco sperimentata l’integrazione tra politiche di accoglienza/assistenza e politiche di riqualificazione urbana». Anche se nel corso dell’ultimo anno, tra 2012 e 2013, si segnala un’inversione di tendenza: «A Roma gli stranieri sono 381.101. Rispetto al primo gennaio 2012 l’aumento è dell’8,2% a fronte del +1,9% dell’anno precedente». Le donne sono il 52,4 %.
Il Lazio al quarto posto
In generale in Italia, il Lazio è - dopo Lombardia, Emilia Romagna e Veneto - tra le regioni che più attraggono e trattengono gli immigrati (10,9 % del totale nazionale), per le maggiori opportunità occupazionali, la lunga storia migratoria maturata e il richiamo esercitato dalla Capitale. Al primo gennaio 2013, gli stranieri - comunitari e non comunitari - residenti nel Lazio sono, secondo i dati post-censuari dell’Istat, 477.544 (l’8,6 % della popolazione totale)». Tuttavia, la stima del Centro Studi e Ricerche Idos è di almeno 564 mila immigrati regolari in tutto il Lazio.
Meno occupati e più precari
Nonostante il netto peggioramento della situazione occupazionale nel Lazio, a Roma il tasso di disoccupazione tra gli immigrati risulta, seppure di poco, più contenuto, sia rispetto agli italiani che agli stranieri residenti nel resto d’ Italia: almeno per quella che è l’occupazione ufficiale; altro discorso per il lavoro nero. Tiene anche l’imprenditoria immigrata, che cresce del 12%. Secondo lo studio il bilancio del 2012 tra assunzioni e cessazioni dei rapporti è stato negativo (-8.493) ma rimane elevato il numero degli occupati stranieri: 175.757 a Roma (erano 162.036 nel 2011) e 244.867 in provincia (erano 232.576 nel 2011) con un’incidenza di circa un sesto sugli occupati complessivi. Il 53 % è inserito nelle professioni meno qualificate, «con precarietà dei rapporti e sottoutilizzo delle competenze» spiegano i ricercatori.
Duemila minorenni soli
La Capitale - sottolinea il Rapporto Caritas - è anche luogo di arrivo di molti minori non accompagnati: sono ben 2.224. Ma risultano più numerosi i minori che vivono con le loro famiglie: tra questi, sono iscritti a scuola 75.338 nel Lazio (di cui 4 su 10 nati in Italia, con una incidenza di circa il 10% sul totale degli iscritti), 59.147 in Provincia di Roma, 37.905 a Roma Capitale (di cui un terzo nelle elementari e un quarto alle medie), con una incidenza del 10% sul totale degli iscritti». Particolarmente incisiva la presenza di studenti romeni: sono oltre 22 mila.

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