E’ su di loro che nei prossimi giorni potrebbe concentrarsi l’inchiesta
affidata al pm Alberto Galanti che da tempo indaga per omicidio colposo e
lesioni personali gravissime per quattro morti sospette segnalate negli
scorsi anni. Nell’elenco ci sono soprattutto tumori ai polmoni, alla
mammella e alla tiroide e casi di gravi metastasi diffuse. Entro lunedì,
l’associazione Codici, rappresentata dall’avvocato Ivano Giacomelli,
depositerà in procura un nuovo esposto in cui vengono evidenziate i 30
casi sospetti e il collegamento con patologie derivate dal contatto con
sostanze contenute normalmente nei rifiuti solidi urbani.
LE ACCUSE
Non solo. L’associazione mette anche in evidenza come, dal 2010 ad oggi,
la Regione Lazio abbia sempre evitato di dare il via allo studio
propedeutico finalizzato alla dichiarazione di area ad elevato rischio
di crisi ambientale: «In particolare - si legge nell’esposto -
riferendoci a quest’ultimo provvedimento, il Codici ha accertato che la
Giunta Regionale non ha adottato alcuna iniziativa, ignorando
completamente l’indicazione data dal Consiglio regionale. Inerzia che è
tuttora ”viva” e che ha portato il Codici a ricorrere al Tar per
ottenere un provvedimento espresso». Non sarebbe un dettaglio da poco:
«L’adozione dei provvedimenti di cui alla legge 349/1986 porterebbe a
vincolare l’area indicando gli obiettivi di risanamento e le misure
urgenti atte a rimuovere le situazioni di rischio e il ripristino
ambientale».
LE MALATTIE
Le malattie nell’area di Malagrotta sono state molte. E in qualche caso
il legame diretto con l’esposizione agli agenti inquinanti provenienti
dalla discarica è basato sulle tabelle diffuse alcuni anni fa dal
ministero della Salute. Nelle denunce ci sono due casi di leucemia,
collegata all’esposizione al benzene, quattro tumori polmonari che
sarebbero riconducibili al contatto ripetuto con arsenico e nichel
cloruro vinile. E dieci casi di noduli, linfonodi, carcinomi alla
tiroide. «Dalla documentazione raccolta - si legge nella denuncia - si
rileva come nella zona circostante Ponte Galeria sono aumentate negli
uomini, negli ultimi anni, le patologie dell’apparato respiratorio e per
le patologie tumorali si registra per le donne un eccesso di tumore
della mammella. Tra gli uomini si è riscontrato un aumento di ricoveri
per patologie alla tiroide».
LA PERIZIA
Nei mesi scorsi, la procura di Roma ha riunito in un unico fascicolo le
contestazioni mosse a Francesco Rando, amministratore delegato della
società Giovi che gestisce la discarica, estendendole anche ai vertici
di Ama e di Raffineria Roma Spa (azienda controllata da Total Erg).
Decisiva, è stata l’acquisizione di una perizia del Politecnico di
Torino sulla discarica, commissionata dal Consiglio di Stato. I periti
scrivevano esplicitamente: «Appare evidente che i parametri di
inquinamento riscontrati sono ragionevolmente attribuibili a percolato,
tenendo conto che l'introduzione nella falda di materiale organico
riducente (sostanza organica carboniosa, azoto ammoniacale,
potenzialmente anche solventi di uso comune) induce nella falda stessa
un fenomeno degradativo di tipo inevitabilmente anossico, capace di
provocare riduzione degli elementi ossidati presenti nel terreno (ferro e
magnese soprattutto) e conseguente loro lisciviazione».
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