Dalla dermatite irritativa ai problemi riproduttivi fino al tumore della pelle o dei polmoni. Chi entra in contatto con l'acqua all'arsenico rischia la salute. I livelli fuori norma rilevati dalla Asl Roma C nell'acquedotto gestito dall'Arsial, l’agenzia controllata dalla Regione Lazio, hanno messo in allarme gli abitanti di Roma Nord.
ilmessaggero.it di Lorenzo De Cicco
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I TUMORI
Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, spiega Luigi Naldi del Gised, l'avvelenamento da arsenico è «un disordine cronico derivante da prolungata ingestione di questa sostanza sopra la dose sicura per un periodo superiore ai 6 mesi. In genere si manifesta con lesioni della pelle a cui talvolta può seguire il coinvolgimento di organi interni». Tra le malattie che colpiscono più comunemente si trovano «lesioni dermatologiche, vari tipi di cancro, ma anche disordini neurologici e cardiovascolari». Alcuni studi, prosegue l'esperto, sostengono che questa esposizione alla lunga possa comportare anche problemi riproduttivi. «In tutti questi casi deve esserci un assorbimento prolungato nel tempo, quindi nella maggior parte dei casi attraverso l'atto del bere».
DERMATITE
Evitare di ingerire l'acqua fuori norma può mettere al riparo dai rischi principali. Ma si possono comunque correre altri pericoli. «Anche lavarsi per molto tempo con acqua ad alto tasso di arsenico - sottolinea il professor Naldi - può provocare dermatiti irritative. Ovviamente una massiccia presenza di questa sostanza nell'acqua della doccia può rappresentare sicuramente un danno per chi poi è già affetto da specifiche patologie cutanee. E pensare che molti decenni fa l'arsenico veniva impiegato per curare alcune malattie della pelle, come la sifilide». L'Unione europea ha fissato a quota 10 microgrammi per litro il limite massimo di arsenico consentito nell'acqua. Livelli che l'acquedotto regionale che serve alcune zone di Roma Nord ha abbondantemente superato. «La tossicità scatta con valori molto elevati - spiega Naldi - Conta anche la durata dell'esposizione all'arsenico, se si rimane in contatto per un breve periodo o per diverse decine di anni. In quest'ultimo caso anche un livello non altamente tossico può comportare dei rischi».
PERICOLO IGNORATO
L'assenza di soluzioni alternative però, al dei serbatoi idrici disseminati tra Tragliatella, Malborghetto e Piansaccoccia, ha costretto molti cittadini a sfidare la pericolosità accertata della sostanza e a violare i divieti del sindaco, decidendo di utilizzare comunque l'acqua inquinata. «Non ci sono alternative - attacca Achille Giachetti, residente in via Angelo Signorelli - abbiamo dovuto trasgredire il divieto del Comune. Siamo obbligati a lavarci con l'acqua all'arsenico. Non è pensabile andare avanti senza per dieci mesi, anche se sappiamo che potremmo correre dei rischi per la salute».
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