lunedì 2 dicembre 2024

Germania: gli operai della Volkswagen hanno proclamato lo sciopero a oltranza

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È cominciato oggi in Germania lo sciopero dei dipendenti della casa automobilistica Volkswagen (VW), indetto dal sindacato dei metalmeccanici tedeschi IG Metall, in seguito al fallimento delle trattative sui salari avvenute la scorsa settimana e all’intenzione di licenziare migliaia di lavoratori. L’azienda automobilistica ha chiesto un taglio salariale del 10%, minacciando anche la chiusura degli stabilimenti nel Paese per la prima volta nei suoi 87 anni di vita. Il sindacato ha quindi annunciato una sospensione dell’attività lavorativa in nove impianti che potrebbe assumere proporzioni senza precedenti: «Quanto a lungo e quanto intensamente questa disputa debba durare è una questione che spetta alla Volkswagen decidere al tavolo delle trattative […]. Se necessario, questa sarà la disputa salariale più dura che la Volkswagen abbia mai visto», ha affermato il negoziatore dell’IG Metall, Thorsten Gröger. La più grande azienda automobilistica tedesca, che comprende i marchi Audi, Porsche e Seat, si trova in uno dei momenti più critici della sua storia nel più ampio contesto della crisi dell’auto che sta colpendo l’industria europea.

Nonostante il sindacato abbia cercato di andare incontro alle richieste dell’azienda relativamente alla riduzione dei costi, VW, in sede di trattative, ha respinto le proposte: i rappresentanti dei lavoratori, infatti, la scorsa settimana si erano detti disponibili a rinunciare ai bonus per i dirigenti e per il resto del personale per il 2025 e il 2026, in cambio della rinuncia a chiudere gli stabilimenti. Il che avrebbe fatto risparmiare all’azienda – secondo il sindacato – 1,5 miliardi di euro. Tuttavia, VW non ha accettato il piano, sostenendo che le misure non sarebbero state in grado di aiutare il gruppo sul lungo termine. La società ha insistito quindi sulla necessità di tagliare le retribuzioni del 10% per ridurre i costi e aumentare i profitti al fine di difendere le quote di mercato. Da tempo, il noto marchio automobilistico sta subendo un calo delle consegne e dei profitti. Le trattative per un nuovo accordo di lavoro proseguiranno il 9 dicembre con i sindacati che hanno già fatto sapere che rifiuteranno qualunque proposta che non preveda un piano a lungo termine per ogni stabilimento VW.

Si prevede per oggi il raduno di migliaia di lavoratori presso la sede centrale della casa automobilistica a Wolfsburg, ma anche presso lo stabilimento di Hannover, che impiega circa 14.000 persone, e altri stabilimenti di componenti e automobili, tra cui Emden, Salzgitter e Brunswick. L’accordo che vieta gli scioperi è scaduto sabato, permettendo così ai lavoratori di interrompere l’attività a partire da domenica in tutti gli stabilimenti. Dal canto suo, VW ha diffuso un comunicato in cui dice di rispettare il diritto dei dipendenti allo sciopero e di aver itrapreso misure per ridurre al minimo l’impatto dell’iniziativa. In Germania la casa automobilistica ha circa 300 mila dipendenti, di cui 120 mila con un contratto collettivo di lavoro.

La crisi di VW e, più in generale, dell’industria dell’auto in Europa, va inserita nel contesto più ampio del declino dell’industria europea, dovuta a politiche poco lungimiranti dell’UE, in particolare per quanto attiene la cosiddetta transizione energetica, e all’interruzione dei rapporti commerciali e energetici con la Russia, in seguito allo scoppio del conflitto in Ucraina. In particolare, la Germania, che importava la metà del suo fabbisogno energetico da Mosca, è stata la Nazione che più ha risentito della perdita del gas russo a basso costo, sostituito dal ben più caro GNL americano. La crisi di VW ha potenzialmente ripercussioni enormi a livello economico e d’immagine – in quanto l’azienda è considerata un’eccellenza tedesca e europea – mentre, allo stesso tempo, la Germania deve fare i conti con una profonda crisi politica innescata proprio dalle difficoltà economico-industriali e sociali che la coalizione del cancelliere Scholz non è stata in grado di risolvere.

[di Giorgia Audiello]

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