Ogni giorno il consumo di suolo avanza di 20 ettari (nonostante la popolazione italiana sia in decrescita) e accade anche nelle aree alluvionabili.
ilfattoquotidiano.it Luisiana Gaita
Il consumo di suolo in Italia – Il consumo di suolo continua a trasformare il nostro territorio con velocità elevate.
Nell’ultimo anno, le nuove coperture artificiali hanno riguardato altri
72,5 chilometri quadrati, un’area grande come tutti gli edifici di Torino, Bologna e Firenze.
Un incremento del suolo consumato inferiore rispetto al dato dello
scorso anno, ma che si conferma al di sopra della media dell’ultimo
decennio (2012-2022), pari a 68,7 chilometri quadrati all’anno. Una
crescita delle superfici artificiali solo in piccola parte compensata dal ripristino di aree naturali, pari a poco più di 8 chilometri , dovuti al passaggio da suolo consumato
a suolo non consumato. Nella maggior parte dei casi, questo avviene con
il recupero di aree di cantiere o di superfici che erano state già
classificate come ‘consumo di suolo reversibile’ e, solo in piccolissima
parte, per azioni di deimpermeabilizzazione. Un valore
ancora del tutto insufficiente per raggiungere l’obiettivo di
azzeramento del consumo di suolo netto che, negli ultimi dodici mesi, è
invece risultato pari a 64,4 chilometri quadrati (17,6 ettari al giorno,
più di 2 metri quadrati al secondo i valori stimati al netto dei
ripristini). Complessivamente nel 2023 risultano cementificati più di
21.500 chilometri quadrati, dei quali l’88% su suolo utile. Aumenta anche la cancellazione del suolo ormai irreversibile con nuove impermeabilizzazioni permanenti, 26 chilometri quadrati in più rispetto all’anno precedente.
Cantieri, edifici e asfalto dove bisogna azzerare la perdita di verde e nelle aree a rischio – Il 70% del nuovo consumo di suolo avviene nei comuni classificati come urbani secondo il recente regolamento europeo sul ripristino della natura (NatureRestoration Law). Nelle aree, dove il nuovo regolamento europeo prevede di azzerare la perdita netta di superfici naturali e di copertura arborea a partire dal 2024, si trovano nuovi cantieri (+663 ettari), edifici (+146 ettari) e piazzali asfaltati (+97 ettari). In calo costante, quindi, la disponibilità di aree verdi: meno di un terzo della popolazione urbana riesce a raggiungere un’area verde pubblica di almeno mezzo ettaro entro 300 metri a piedi. Proseguono le trasformazioni nelle aree a pericolosità idraulica media, dove la superficie artificiale avanza di oltre 1.100 ettari, mentre si sfiorano i 530 ettari nelle zone a pericolosità da frana, dei quali quasi 38 si trovano in aree a pericolosità molto elevata.
La classifica dei Comuni, dei capoluoghi di provincia e delle Regioni – Cambia la classifica dei comuni ‘Risparmia suolo’, quelli in cui le trasformazioni della copertura del suolo sono limitate o assenti: sul podio del 2024 salgono Trieste, Bareggio (Milano) e Massa Fermana (Fermo). A livello comunale per la prima volta Roma (+71 ettari) registra una significativa riduzione dell’incremento rispetto ai dodici mesi precedenti (+124 ettari), ma si conferma tra i comuni con il consumo di suolo più alto, tenuto conto che si tratta del comune con la maggiore superficie in Italia, insieme a Uta (+106 ettari), comune della città metropolitana di Cagliari e Ravenna, il secondo comune per superficie totale in Italia (+89 ettari).Tra i capoluoghi regionali, oltre a Roma con 71 ettari di nuovo consumo, si distinguono Cagliari (+26 ettari), Venezia (+23 ettari) e Bologna (+21 ettari), che registrano valori compresi tra 20 e 30 ettari. Seguono Milano (+19 ettari), Bari (+16 ettari), Palermo (+15 ettari), L’Aquila (+12 ettari), Trento (+11 ettari) e Perugia (+10 ettari), tutti con incrementi superiori ai 10 ettari. Per quanto riguarda la classifica delle regioni, la Valle d’Aosta e la Liguria sono le uniche regioni sotto i 50 ettari. La Valle d’Aosta, con +17 ettari, è la regione che consuma meno suolo, seguita dalla Liguria (+28) che si contiene al di sotto di 50 ettari. Gli incrementi maggiori per l’ultimo anno si sono verificati in Veneto (+891 ettari), Emilia-Romagna (+815), Lombardia (+780), Campania (+643), Piemonte (+553) e Sicilia (+521).
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