https://www.lantidiplomatico.it/
In
questi giorni all’attenzione delle cronache mediatiche si è imposta la
pronuncia della Corte Suprema statunitense sul tema dell’aborto. In
sostanza viene abolita la storica sentenza con cui nel 1973 la stessa
Corte aveva legalizzato l'aborto negli Usa. "La Costituzione non
conferisce il diritto all'aborto", si legge nella sentenza. La decisione
è stata presa da una Corte divisa, con 6 voti a favore e 3 contrari. La
conseguenza pratica è che ora i singoli stati della repubblica
federale, saranno liberi di applicare le loro leggi in materia. A
riguardo si è pronunciata anche l’Onu affermando che abolire il diritto
ad abortire è "un colpo terribile ai diritti umani delle donne".
Alla luce di quanto accaduto, oggi, ancor più che in altre
occasioni, ai famigerati "liberals", vale la pena ricordare che già più
di cento anni fa, nell’ormai lontano 1919, e’ stata niente poco di meno
che la tanta vituperata Unione Sovietica, il primo paese al mondo a
legalizzare l’aborto.
Nell’URSS l'aborto a onor del vero non fu semplicemente
legalizzato, ma reso disponibile a carico dello stato, in un’ ottica
socialista della fruizione universale gratuita della sanità pubblica.
L’obiettivo era fornire l'interruzione di gravidanza in un ambiente
sicuro e con l'ausilio di medici così da contrastare la pratica
clandestina condotta spesso da personale non qualificato .
“La campagna fu molto efficiente nelle aree urbane (circa il 75%
degli aborti effettuati a Mosca nel 1925 si svolsero in strutture
ospedaliere), meno nelle aree rurali spesso carenti di accesso a dottori
e trasporti, e dove si preferiva l'accesso alle terapie tradizionali
empiriche.” (cit. Michaels, Paula, "Motherhood, Patriotism, and
Ethnicity: Soviet Kazakhstan and the 1936)
Questa appena menzionata, fu solo una delle conquiste in quel paese
(e in quella società) che fu tra i primi al mondo a dare alla donna il
diritto di voto, uno dei primi in cui una donna assunse alla carica di
Ministro e dove negli anni a venire un’ operaia , Valentina
Vladimirovna Tereškova,sarebbe divenuta la prima donna a volare nello
spazio.
Della condizione delle donne e della loro emancipazione in terra
sovietica, racconta la statunitense Anna Strong nel suo libro ,“L’era
di Stalin”. Basti citare il seguente passaggio: “In tutte le parti
dell’Unione Sovietica il mutamento della condizione della donna fu uno
dei cambiamenti più importanti della vita sociale. La rivoluzione diede
alla donna l’eguaglianza legale politica: a questa,
l’industrializzazione fornì la base economica nell’eguaglianza del
salario. Ma in ogni villaggio, erano ancora vive le abitudini durate per
secoli, e le donne dovevano lottare contro il loro potere. Di un
villaggio siberiano, per esempio, si seppe che, dopo che le fattorie
collettive ebbero dato alle donne un salario indipendente, le spose
scioperarono contro il venerando costume patriarcale di battezzare le
mogli e lo spezzarono in una settimana.”
Queste conquiste figlie della “rivoluzione di ottobre” e del
socialismo vanno ricordate e sciorinate alla gente perché troppo
frettolosamente sono state in modo ingeneroso confinate nel
dimenticatoio della storia.
Nessun commento:
Posta un commento