giovedì 30 giugno 2022

La Russia aumenta la produzione di petrolio del 5% a giugno, alla faccia delle sanzioni

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La produzione russa di greggio e condensati è aumentata a giugno del 5%, raggiungendo una media di 10,7 milioni di barili al giorno (bpd), ha riferito mercoledì il quotidiano russo Kommersant, citando fonti che hanno familiarità con i numeri della produzione.

Il livello di produzione include il condensato, che non è incluso nella quota russa nell’accordo OPEC+ ma che le autorità russe non riportano separatamente dalla produzione di greggio. Si ritiene che la Russia stia producendo circa 800.000 bpd-900.000 bpd di condensato.

Il livello di giugno della produzione petrolifera russa è inferiore al livello di gennaio-febbraio di circa 11 milioni di bpd, prima dell’invasione russa dell’Ucraina e del rifiuto di massa del greggio russo in Occidente.

Secondo le fonti di Kommersant, a giugno le esportazioni di petrolio della Russia sono diminuite del 3,3%, mentre la domanda interna di raffinazione è in aumento stagionale. Gli esperti hanno dichiarato al quotidiano russo che è troppo presto per parlare di un calo costante delle esportazioni di petrolio russo.

Per quanto riguarda la produzione, tutte le compagnie russe sono riuscite a stabilizzare la loro produzione rispetto ai cali di aprile e maggio, mentre la produzione di Rosneft è addirittura aumentata del 15%, secondo le fonti di Kommersant. Gli operatori con accordi di condivisione della produzione hanno continuato a registrare un calo della produzione. A Sakhalin-1, ad esempio, dove la major statunitense Exxon ha dichiarato di voler abbandonare, la produzione a giugno è quintuplicata, secondo quanto riportato da Kommersant.

All’inizio del mese, il vice primo ministro russo Alexander Novak ha dichiarato che la Russia ha aumentato la produzione di petrolio questo mese rispetto a maggio e prevede di aumentare ulteriormente la produzione a luglio.

La Russia sta registrando un aumento significativo della produzione questo mese rispetto a maggio, con un incremento di circa 600.000 bpd, ha dichiarato Novak a margine del Forum economico internazionale di San Pietroburgo, come riportato dall’agenzia di stampa russa TASS.

Le sanzioni occidentali, tuttavia, stanno colpendo la produzione e le esportazioni di petrolio russo, nonostante la Russia stia vendendo volumi record di greggio all’India in questi giorni. La Russia era già quasi 1,3 milioni di bpd al di sotto del suo obiettivo di produzione a maggio, come risulta da un documento dell’OPEC+ visionato dalla Reuters questo mese.

Nel breve termine, la produzione petrolifera russa è destinata a diminuire del 18%, passando da 11,3 milioni di bpd nel primo trimestre del 2022 a 9,3 milioni di bpd nell’ultimo trimestre del 2023, a causa dell’embargo dell’UE sulle importazioni di greggio e di prodotti raffinati, come ha dichiarato all’inizio di giugno la U.S. Energy Information Administration (EIA). Ovviamente in via teorica, quello che succederà in pratica dipenderà anche da come la Russia riuscirà a collegarsi alla soddisfazione della domanda cinese.

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