mercoledì 29 giugno 2022

DAL NORD AL SUD, ECCO LA SORPRENDENTE MAPPA DELLA SICCITÀ IN ITALIA

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La situazione dell’emergenza idrica regione per regione

 PIEMONTE – E’ la regione più colpita: in oltre 200 comuni l’acqua è razionata. Gli invasi sono al minimo storico con una riduzione media dal 40 al 50%. Il Lago Maggiore in tre giorni ha perso un metro: il livello è passato dal 193,89 metri a 192,83. Le acque del Po non sono mai state così basse da 70 anni.

VALLE D’AOSTA – Nevai già sciolti come ad agosto e portata della Dora Baltea quasi dimezzata rispetto a un anno fa: solo 135 metri cubi al secondo a fronte dei 243 di allora. L’acqua conservata nel manto nevoso rispetto alla media storica è in calo del 40-50% (il dato peggiore dal 2002).

VENETO – E’ nella provincia di Verona che si fa sentire maggiormente l’emergenza: 40 Comuni hanno adottato il razionamento idrico. Anche in Veneto il Po mostra segni di sofferenza e l’Adige e il Piave sono ai livelli negativi di guardia. Precipitazioni inferiori del 40% rispetto al 2021.

 LOMBARDIA – I problemi principali riguardano l’agricoltura con stime di danni per 2 miliardi di euro. La Regione invita i cittadini a consumare l’acqua con moderazione . “Per ora la situazione della Lombardia è sotto controllo – assicura il governatore Attilio Fontana”.

LIGURIA – Critica ma senza di allarme la situazione. La Regione infatti fornisce acqua all’Emilia per l’agricoltura. Se nel 2021 la portata degli invasi in questo periodo era di circa 36 milioni di metri cubi oggi è di 28,5. La situazione più difficile è nell’Imperiese con 13 comuni che hanno ordinanze restrittive.

FRIULI VENEZIA GIULIA – Primi razionamenti di acqua lungo il fiume Meduna. La situazione resta di emergenza con le riserve che si stanno prosciugando.

TRENTINO ALTO ADIGE – La portata dell’Adige è più bassa del 24% rispetto alla media. Nel comune di Ronzo-Chienis, sospesa la fornitura di acqua alla popolazione tra le ore 23 e le 6.

EMILIA ROMAGNA – Caldo record con temperature più alte di 3 gradi e precipitazioni inferiori del 62% alla media. Acqua quasi del tutto assente nei terreni e agricoltura particolarmente in sofferenza. Primi stop per la produzione idroelettrica. Desta preoccupazione la risalita del cuneo salino, ora a 21 chilometri. Misure emergenziali per l’acquedotto di Ferrara.

TOSCANA – Le piogge scarse sono insufficienti a ricaricare le falde sotterranee che alimentano i pozzi, specie sulla costa. Ma non si registrano situazioni di grave crisi idrica.

MARCHE – Portata dei fiumi ai minimi storici per la carenza di precipitazioni -53% rispetto alla media degli ultimi dieci anni. Osservati speciali i fiumi Esino e Misa, Metauro e Chienti.

ABRUZZO – Primi problemi per l’agricoltura, con una riduzione di produzione delle coltivazioni in campo come il grano, di almeno il 15%, secondo Coldiretti.

MOLISE – In Molise la situazione è tranquilla. Il livello dell’acqua all’invaso della diga del Liscione (116 metri) è di un metro superiore a quello dello scorso anno. Qualche sofferenza si registra alle colture cerealicole sulla fascia costiera.

LAZIO – Zingaretti ha annunciato lo stato di calamità naturale. Servirà ad adottare misure di risparmio idrico anche a Roma. La situazione più grave è nel Viterbese. Soffrono Tevere e Lago di Bracciano: il fiume ha un calo di portata preoccupante, il lago è a -107 cm, considerato un livello critico.

UMBRIA – Calo di tre centimetri per il lago Trasimeno e di sei per il fiume Tevere in soli 4 giorni. Il Trasimeno ha perso un metro e 23 centimetri all’isola Polvese, mentre il livello del Tevere è di un metro e 12 centimetri (anzichè tra i 4,50 e i 5,70 metri)

CAMPANIA – I livelli dei fiumi calano ma gli invasi per ora non scendono sotto il livello di guardia: quello della diga di Piano della Rocca sul fiume Alento contiene il 64% della sua capacità.

BASILICATA – Per ora nessuna emergenza. Negli invasi lucani ci sono circa 408 milioni e 300 mila metri cubi di acqua.

PUGLIA – Scattata la fase di preallarme. Grazie alle piogge invernali negli invasi la situazione è simile o in alcuni casi migliore dell’estate scorsa. I timori riguardano il settore agricolo.

CALABRIA – I timori riguardano soprattutto l’olivicoltura. L’aumento delle temperature mette a repentaglio la produzione di fiori e frutti con una media del danno che si attesta al 10%, oltre il 60% sulla costa jonica.

SICILIA – Nelle 25 dighe su tutto il territorio l’acqua supera i livelli dell’anno scorso con volumi d’acqua pari a 572,85 milioni di metri a fronte dei 477,09 del 2021.Ma l’isola resta la regione italiana con maggior rischio di desertificazione, di valore medio-alto, pari al 70%.

SARDEGNA – Nonostante il calo delle precipitazioni con punte del -30% da metà dicembre a marzo, la siccità non fa paura: grazie ad un maggiore accumulo dovuto alle scorte, nelle dighe è presente l’80% dell’acqua invasabile.  FONTE ANSA

PIOGGE ARTIFICIALI IN ITALIA DAL 1947

Estratto: In Italia il problema è stato affrontato su scala nazionale, ma ristretto a poche località e periodi di tempo relativamente brevi. Un primo breve ciclo di esperienze fu condotto in Sardegna, sulle colline ad est di Cagliari, nell’inverno del 1951 (31) ed un secondo ciclo, nell’autunno dell’anno seguente, sull’altipiano della Grande Sila in Calabria (32). Entrambi i cicli furono diretti dal Servizio Meteorologico dell’A.M. con risultati che, dato il modesto impiego di mezzi, si ritennero allora soddisfacenti ed incoraggianti. Un terzo ciclo di esperienze di nucleazione artificiale dell’atmosfera,il più lungo finora condotto in Italia, fu affidato alla società americana « Weather Researches Development Corporation » su finanziamento della « Cassa per il Mezzogiorno » e la « Regione Autonoma della Sardegna ». Le esperienze furono effettuate lungo la media vallata del Tirso in Sardegna e durarono tre anni, dal 1 Ottobre 1957 al 30 Settembre 1960. La tecnica usata fu quella della diffusione dei fumi di ioduro d’argento da una rete di generatori -posti al suolo, attorno alla zona « bersaglio ». Le esperienze, che avevano lo scopo di incrementare le precipitazioni naturali, furono condotte con i criteri delle cosidette « operazioni commerciali» degli U.S.A. Nessun risultato di queste operazioni risulta sia stato ancora pubblicato. Poiché ho avuto modo di seguire le suddette esperienze, avendo la suddetta Società potuto utilizzare le osservazioni e le analisi del Servizio Meteorologico dell’A.M., posso affermare che i risultati non hanno risposto alle aspettative. La causa del limitato successo ritengo debba principalmente attribuirsi alla tecnica usata dei generatori al suolo ed alla scelta delle loro postazioni, in una zona molto tormentata per la turbolenza atmosferica ed ove, difficilmente, è possibile sfruttare regolari correnti convettive da assicurare il trasporto dei fumi di Agi tino all’altezza utile perchè il fenomeno di nucleazione artificiale delle nubi abbia luogo.

Più recentemente, un altro ciclo di esperienze è stato realizzato, dal Novembre 1961 al Maggio 1962, nella Sardegna meridionale, in una zona particolarmente siccitosa e in pianura, dalla Società « Italrazzi » su commissione della Soo. « Meteor» di Milano su richiesta e finanziamento della « Regione Autonoma della Sardegna ». La direzione scientifica è stata affidata al Servizio Meteorologico dell’A.M.. Della tecnica usata si è fatto già qualche fugace cenno. I risultati sono ancora allo studio, ma fin d’ora si possono ritenere incoraggianti, nonostante si trovi grande difficoltà a trarre conclusioni definitive, in senso statistico, da un ciclo di così breve(*).

 

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