lunedì 25 aprile 2022

Smascherare i truffatori del 25 aprile

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In una delle sue farneticanti uscite, il Presidente della Regione Liguria, Toti, ha recentemente fatto intendere che chi non vuole mandare armi all’Ucraina non è degno di festeggiare la Liberazione.

Dovremmo per una volta prendere ispirazione dalle parole del leader di Cambiamo, ed addivenire alla conclusione che – in effetti – sarebbe meglio mondare la Festa del 25 Aprile da troppe presenze.

Certo, non quelle a cui allude Toti nella sua riscrittura della Storia e della realtà, ma quelle che da decenni hanno fatto diventare una celebrazione dedicata alla “Liberazione”, come una fastidiosa ed ipocrita parata retorica in cui il sacrificio di chi partecipò alla Resistenza diviene puro espediente identitario per addormentare le coscienze.

In questa pomposa e vacua celebrazione non è un caso che ci sia scelti una canzone simbolo, “Bella Ciao”, che nessun partigiano cantò mai durante la Resistenza, semplicemente poiché tale canto venne associato alla Guerra di Liberazione solo venti anni dopo la conclusione.

Una pervicace volontà di accomodare la Storia, riscriverla, secondo le proprie utilità del momento, un po’ come quando in “La Vita è Bella” Benigni fa liberare il campo di concentramento in cui si trova dall’esercito statunitense…

Ma ciò che sino a due anni fa doveva essere vissuto con insofferenza e spirito critico diviene oggi, dopo due anni di delirio psicopandemico e nel mezzo di una retorica sguaiatamente guerrafondaia spacciata per pacifismo, qualcosa da rigettare con ogni forza.

Gli “antifascisti” di nome e non di fatto che si raduneranno nelle piazze anche questo 25 Aprile sono infatti esattamente coloro che hanno plaudito, o sono stati direttamente gli artefici, della messa in arresto di 60 milioni di italiani per futili motivi spacciati per conclamata emergenza sanitaria, coloro che hanno taciuto o ghignato di fronte allo stupro della “Costituzione più bella del mondo” e che non hanno speso una parola di fronte alla distruzione del tessuto economico della nostra nazione, svenduta ora come allora a potentati stranieri ed ad agenti disgregatori che operano quotidianamente contro l’interesse nazionale.

Si sono riempiti la bocca di parole come “assembramento” o “coprifuoco”, espressioni evidentemente capaci di evocare alla mente momenti storici che si dice di avversare, si sono infine assoggettati lietamente ad un lasciapassare mostruoso contro ogni diritto individuale.

In “Bella Ciao”, quantomeno, il protagonista della canzone una mattina si svegliava, mentre oggi milioni di squallide figure dormono liete collaborando col loro silenzio a questo mostro antidemocratico.

Quando il significato stesso delle parole è così svillaneggiato, non ci si può permettere di lasciare al nemico campo libero.

Il 25 Aprile divenga da oggi la giornata di una nuova Liberazione Nazionale, fuori da ogni retorica di comodo. Per far questo le piazze debbono appunto essere liberate dagli usurpatori della storia e della democrazia che oggi seggono al Governo.

La libertà può essere celebrata solo da chi ne è degno!

ANTONELLO CRESTI

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