mercoledì 27 aprile 2022

Minacce di “Terza guerra mondiale”. Ma l’Italia con chi sta?

La guerra entra nella decima settimana e azzerati i colloqui che, un mese fa, facevamo sperare in un’intesa e in una tregua, si riparte da un tentativo di mediazione del Segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ieri a Mosca dopo essere stato ad Ankara e prima di andare a Kiev.  

 

(DI GIAMPIERO GRAMAGLIA – Il Fatto Quotidiano)

Ed è scontro tra Mosca e Londra su attacchi in profondità alle linee di rifornimento in territorio nemico. Mentre la Cina dice di non volere in alcun modo una terza guerra mondiale e lancia un appello affinché vi siano trattative di pace. “Sono fortemente convinto che prima si mette fine alla guerra meglio sarà per tutti”, dice Guterres al termine del colloquio col ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, che a sua volta afferma: “Noi siamo per una soluzione negoziata”. Il presidente Vladimir Putin è ancora più sbrigativo, dopo l’incontro con Guterres: “I colloqui vanno avanti, si tengono online, speriamo ci siano risultati positivi. Ma senza un accordo su Crimea e Donbass non è possibile firmare garanzie di sicurezza sull’Ucraina”. Quanto ai crimini di guerra imputati all’esercito russo, Putin non lascia spazio a discussioni: “Sappiamo chi ha messo in scena la provocazione di Bucha. L’esercito russo non ha nulla a che fare con quanto è avvenuto”.

Dagli Stati Uniti l’Amministrazione Biden si dice aperta a un accordo di pace tra Kiev e Mosca che indichi l’Ucraina come nazione “neutrale” e “non allineata”: lo ha detto il segretario di Stato, Antony Blinken, in una audizione al Senato. Blinken ha spiegato che se l’Ucraina decidesse di fare un accordo che cancelli le sue aspirazioni atlantiche gli Usa rispetterebbero la scelta. “Sono decisioni che spettano a loro”. Tornando alla visita di Guterres in Russia, il Segretario Onu riconosce che “ci sono due posizioni diverse”: “Per la Russia, è in corso un’operazione militare speciale… Per l’Onu, l’invasione costituisce una violazione dell’integrità territoriale dell’Ucraina”. Anche Mosca però ha fretta di arrivare a un’intesa, se il segretario del Consiglio di Sicurezza, generale Nikolai Patrushev, afferma che la Russia vuole completare l’operazione militare speciale in tempi veloci: i costi dell’invasione, umani, economici, geopolitici, pesano. Guterres mostra preoccupazione per le notizie sulle violazioni ripetute dei diritti umani e i crimini di guerra in Ucraina, anche se – ammette – le denunce fatte “richiedono un’indagine indipendente per avere risultati affidabili”. L’Onu sta indagando su 300 “omicidi illegali” commessi in Ucraina e ritiene che il numero effettivo di vittime civili sarà più alto di migliaia rispetto alle 5.000 finora documentate: lo dice il capo della missione di monitoraggio dei diritti umani delle Nazioni Unite nel Paese, Matilda Bogner. Quanto all’evacuazione dei civili dalle aree di conflitto, Guterres giudica i corridoi umanitari “necessari”: “Devono essere rispettati da tutti”. Perciò propone un gruppo di contatto umanitario con Russia e Ucraina perché i corridoi siano efficaci e rispettati. “A Mariupol serve coordinamento per consentire evacuazioni sicure nelle direzioni volute dai profughi”, aggiunge. Londra e Mosca sono ai ferri corti, per ora dialettici, circa la possibilità “interamente legittima”, secondo il governo britannico, che l’Ucraina colpisca obiettivi sul suolo russo con le armi fornitele dal Regno Unito: “Colpire in profondità le linee di rifornimento” russe serve a limitare perdite e distruzione nel territorio ucraino.

La risposta del Cremlino è che “l’esercito russo è pronto a condurre raid di rappresaglia se la Russia verrà attaccata con armi occidentali”, con “raid proporzionati contro i centri decisionali a Kiev dove si trovano i consiglieri occidentali”; e Mosca potrebbe ritenere altrettanto legittimo prendere di mira “in profondità le linee di rifornimento” ucraino fin “dentro i Paesi che trasferiscono all’Ucraina armi” che pure producono “morte e distruzione”. A Kiev intanto è iniziata la demolizione della statua all’Arco dell’Amicizia dei popoli, costruita dai sovietici nel 1982, nel centro della Capitale dell’Ucraina, che era una Repubblica dell’Urss. “Questo posto – dice il sindaco Klichko – non rappresenta più l’amicizia tra la Russia e l’Ucraina, la Russia ci sta attaccando. Qui sorgerà il monumento alla libertà dell’Ucraina”. La statua di bronzo simboleggia due operai, uno ucraino e uno russo , che sorreggono la stella dell’Ordine sovietico dell’amicizia dei popoli: il russo è già stato rimosso.

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