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Non sono sfuggite le dichiarazioni e le scelte degli Stati Uniti sui veri obiettivi – e i tempi – della guerra in Ucraina. I segretari di Stato alla Difesa e agli Esteri statunitensi sono venuti in Europa a farlo capire piuttosto chiaramente.
Dunque la guerra proseguirà – e si incattivirà – “fino alla sconfitta della Russia”; e non solo sul campo.
E’ un cambiamento qualitativo pesante e inquietante che le leadership europee – ed anche quella ucraina, se esistono al loro interno settori meno “fomentati” – faranno bene a valutare molto seriamente, perché lo scenario che evoca sarà devastante per l’Europa, a ovest come a est.
Ma lo spudorato sostegno militare che Usa e Gran Bretagna stanno assicurando all’Ucraina, anche giocando in proprio e non certo “di squadra”, ha innescato un processo i cui esiti saranno dolorosi e destabilizzanti per l’Europa. Anzi: per l’Unione Europea.
A qualcuno saranno sfuggiti i deliri di onnipotenza di cui Zelenski ha dato segno in più occasioni. L’ultima è stata quattro giorni fa quando in una conferenza stampa con i giornalisti stranieri, il presidente ucraino ha affermato testualmente che: l’Ucraina vivrà in uno stato di “prontezza militare” come Israele per anni. “Siamo già diventati un Paese di questo tipo. Siamo un Paese che sa di doversi difendere. Penso che una volta che avremo vinto avremo l’esercito più forte e, per quanto riguarda le garanzie di sicurezza, saremo uno dei più forti Paesi d’Europa”.
Un messaggio davvero inquietante su cosa potrà essere l’Ucraina in caso di vittoria di questa guerra: uno stato ipermilitarizzato e con ambizioni di potenza… Proprio in Europa, anzi direttamente nella Ue, a meno che la perdurante idiozia delle classi dirigenti non ingrani la retromarcia prima di portarsi dentro la pancia uno Stato con queste caratteristiche.
Che l’Ucraina sia uno stato sovrano è vero, ma che sia anche uno Stato “libero e democratico”, come narrano gli starnazzatori “di guerra e di governo” è un bestialità.
Parlano i fatti, non le opinioni. A Kiev ci sono più partiti fuorilegge che in Parlamento; sono spariti e/o incarcerati giornalisti e oppositori tanto quanto nella vituperata Russia.
Già oggi l’Ucraina – esattamente come Israele – si sente con “dio dalla sua parte” e vede sdoganare i germi del nazismo che si porta in corpo dal 2014. Figuriamoci come potrebbe andare in caso di vittoria con la Russia.
Avremmo uno Stato ultrareazionario, un po’ nazista, con una conclamata supremazia etnica per legge nei confronti della minoranza russofona, e che “gioca in proprio” in sintonia con Usa e Gran Bretagna ma non con l’Unione Europea.
Inoltre, sarebbe uno Stato super armato e militarista, fondato sul dogma della “sicurezza”, con una diaspora aggressiva come lo è Israele, ma con frontiere molto più vicine a noi di quelle russe.
La Ue già aveva accettato la clausola-capestro imposta dagli Usa negli anni Novanta, per cui i paesi dell’Europa dell’Est avrebbero dovuto entrare prima nella Nato e solo dopo nell’Unione Europea.
Nel 2016 la Ue si è liberata dell’intralcio rappresentato dalla Gran Bretagna, uscita con la Brexit, e si è ritrovata a fare i conti con l’oltranzismo bellicista di Polonia e Repubbliche Baltiche, di fatto longa manu di Washington più che “campioni di europeismo”.
I mass media italiani ed europei bersagliano Orban e l’Ungheria, ma omettono di ricordare che anche la Polonia – come Budapest – nei mesi scorsi era stata sottoposta a sanzioni dalla Ue per la dissonanza con “i principi dei Trattati europei”.
Ma
la Polonia ha assunto un ruolo di punta nel fronte guerrafondaio a cui
la Ue si è accodata, mentre l’Ungheria recalcitra sulle sanzioni al gas
russo. Ora, con l’interruzione improvvisa delle forniture a Varsavia,
decise da Mosca, dovrà decidere tra escalation e più attenta cura dei
propri interessi.
I mass media italiani ed europei hanno messo il silenziatore anche sui crimini della Turchia, eletta a sponsor della trattativa diplomatica tra Ucraina e Russia, ma contemporaneamente impegnata in una vasta offensiva militare contro i curdi nel nord dell’Iraq e della Siria.
Due pesi e due misure, ancora una volta.
E’ diventato fin troppo evidente che si va delineando il rischio di una “Ucraina/Israele” in Europa. E altrettanto lo è il fatto che possa rappresentare un serio problema per l’Europa. Ma che addirittura lo si alimenti e gli si forniscano le armi e le chiavi di entrata nella Ue è una drammatica e inaccettabile idiozia.
Una opzione suicida.
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