mercoledì 27 aprile 2022

Armi a Kiev: il grande affare dell’Occidente.

La lista della spesa che il presidente Zelensky ha presentato agli inviati statunitensi del più alto livello politico è stata accettata.

 

(DI FABIO MINI – Il Fatto Quotidiano)

Il segretario di Stato, Antony Blinken, e quello della Difesa, Lloyd Austin, gli hanno garantito non solo ciò che ha richiesto, ma gli hanno offerto anche di più, in termini di quantità e qualità, in armamenti e supporto. Gli hanno anche promesso altri miliardi, sistemi informativi, disponibilità di satelliti, addestramento e partecipazione “privata” all’impiego di altre armi, munizioni, veicoli da combattimento e sistemi d’arma missilistici ai quali Zelensky non aveva nemmeno pensato e avrà problemi a gestire. Troppa grazia Sant’Antony!

In cambio l’ucraina può fare debiti “gratis”


I due inviati hanno immediatamente passato la lista di Zelensky e quella propria ai ministri della Nato appositamente convocati in Germania. Ogni nazione dovrà contribuire con una quota in mezzi, assistenza e fondi. In altri tempi si sarebbe parlato di un salasso indebito e inopportuno imposto agli alleati, oggi per tutti gli Stati della Nato e altri europei si tratta di un affare colossale, un’opportunità unica mai vista prima e irripetibile. Si tratta di dar via a prezzi di mercato tutte le giacenze di velivoli, veicoli corazzati, artiglierie e altri sistemi efficienti e inefficienti che languono nei depositi e a tutte le munizioni, ordinarie, perforanti, ad alto potenziale e “speciali” (fumogene, nebbiogene, illuminanti, incendiarie, chimiche, ecc.) che non si sapeva come smaltire. E, affare nell’affare, lo smaltimento in Ucraina di questi come altri “rifiuti speciali” consentiranno di risparmiare i costi e i tempi dello “smaltimento” che in genere sono salati. Al risparmio va poi aggiunto il profitto che si ricava perché qualcuno è disposto a pagare per nuovi i materiali da smaltire in Ucraina. Ma l’affare più importante e l’opportunità imperdibile di questa operazione stanno nella sua naturale conseguenza: tutti i materiali forniti in “aiuto” dovranno essere sostituiti con materiali nuovi e più costosi. Qui il traguardo del 2%, non si sa bene se del Pil o del bilancio statale, per le spese militari diventa una nocciolina. I nostri fornitori e mercanti possono star tranquilli per i prossimi 50 anni: le spese militari aumenteranno e la guerra in Ucraina come altrove non si estinguerà.

In cambio di questo ben di Dio, l’Ucraina può fare tutti i debiti che vuole e per il momento deve soltanto assicurare che la Russia sia fermata per consentire agli Stati Uniti di “azzerare la sua capacità di altre aggressioni”. Intanto la Russia sta continuando a combattere e ha già cominciato a distruggere le possibili vie attraverso le quali affluiranno le armi promesse all’Ucraina. E forse ha già intercettato le vie che seguirà il flusso di denaro destinato all’Ucraina. La guerra non è finita, anzi è appena cominciata e le posizioni degli opposti schieramenti sono molto più rigide di prima.

El alamein 1942, oggi e il “fronte irrigidito”
“Il fronte era ora irrigidito. Non potendo aggirare le posizioni, la guerra aveva assunto una forma nella quale entrambe le parti avevano grande esperienza e conoscenza teorica e nessuna poteva sorprendere l’altra con metodi rivoluzionari che arrivassero completamente nuovi. In questa guerra di posizione decideva chi disponeva della maggiore quantità di munizioni… Solo per pochi giorni potemmo sperare di superare l’avversario e di occuparne il territorio. Mentre noi dovevamo combattere tutte le battaglie con le stesse unità, il nemico era in grado di gettare nella lotta unità fresche, al completo di effettivi e di armamento, e di ritirare dal fronte per un periodo di riposo le divisioni duramente provate. Le mie truppe rimasero in campo. Gli effettivi diminuivano sempre più mentre sempre più aumentavano le perdite in morti, feriti, ammalati. Ed erano sempre gli stessi battaglioni che su automezzi in gran parte di preda bellica si dirigevano verso le posizioni avversarie, balzavano dai veicoli e andavano all’assalto del nemico. Erano sempre le stesse unità corazzate che si buttavano nella battaglia e gli stessi artiglieri che portavano i loro pezzi sulle posizioni. Le azioni compiute in quelle settimane da ufficiali e soldati raggiunsero gli estremi limiti della capacità umana. Avevo preteso eccezionali prestazioni dalle mie unità senza risparmiare né i soldati né i comandanti né me stesso.” Questa citazione non è l’anticipazione di un prossimo discorso di Putin o Zelensky. È tratta dal diario di Rommel nei giorni precedenti la battaglia di El Alamein: 1942. Che nel 2022 le sue parole si adattino alla Russia di fronte alla capacità di combattimento dell’Ucraina incrementata dall’intervento Usa-Nato-Ue o all’Ucraina di fronte ad un’escalation del conflitto da parte della Russia o alle mancate promesse americane è una questione di opinioni. Da rispettare.

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