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Durante la lunga campagna di sperimentazione vaccinale, che ormai dura da più di due anni, e che a tratti ha assunto un’impronta spiccatamente orwelliana, si è a lungo dibattuto, tra le tante cose, sull’efficacia stessa dei sieri, la cui validità è stata spesso messa in discussione.
Adesso è la stessa Biontech, azienda tedesca di biotecnologia e biofarmaceutica che ha sviluppato insieme a Pfizer uno dei vaccini anti-Covid, a mettere in dubbio i requisiti per l’approvazione definitiva del “vaccino”.
Nel suo rapporto annuale alla US Securities and Exchange Commission (Ente americano regolatore sulla sicurezza del mercato) la Biontech sostiene, nella parte uno paragrafo D, letteralmente “We may not be able to demonstrate sufficient efficacy or safety of our COVID-19 vaccine and/or variant-specific formulations to obtain permanent regulatory approval in the United States, the United Kingdom, the European Union, or other countries where it has been authorized for emergency use or granted conditional marketing approval”– ovvero “Potremmo non essere in grado di dimostrare l’efficacia o la sicurezza sufficienti del nostro vaccino COVID-19 e/o delle formulazioni specifiche per la variante per ottenere l’approvazione normativa permanente negli Stati Uniti, nel Regno Unito, nell’Unione Europea o in altri paesi in cui è stato autorizzato per un uso di emergenza o concessa l’approvazione alla commercializzazione condizionale”.
Questa parte del documento è particolarmente significativa perché certifica che il prodotto in questione, quello che la politica, ma anche la maggior parte dei medici, ha chiamato finora vaccino altro non è che un farmaco sperimentale non ancora sottoposto ad approvazione definitiva.
E pare tra l’altro, leggendo il rapporto della stessa Biontech, che non possieda neppure i requisiti per superare gli standard di efficacia e sicurezza richiesti.
A seguire si legge, sempre sullo stesso report, “Significant adverse events may occur during our clinical trials or even after receiving regulatory approval, which could delay or terminate clinical trials, delay or prevent regulatory approval or market acceptance of any of our product candidates”- “Eventi avversi significativi possono verificarsi durante le nostre sperimentazioni cliniche o anche dopo aver ricevuto l’approvazione normativa, che potrebbe ritardare o interrompere le sperimentazioni cliniche, ritardare o impedire l’approvazione normativa o l’accettazione sul mercato di uno qualsiasi dei nostri prodotti candidati”.
Biontech, in sostanza, sembra confermare nel suo stesso rapporto, tutto quello che sostenevano, sin dal primo giorno i cosiddetti “negazionisti”, “complottisti”, “terrapiattisti”:
- I farmaci inoculati non sono dei vaccini approvati, ma sieri non ancora sufficientemente testati.
- La campagna vaccinale è in realtà una sperimentazione di massa i cui esiti sono ad oggi, dopo più di due anni, incerti.
- Gli affetti avversi esistono e sono tali da rischiare di ritardare o interrompere le sperimentazioni cliniche e impedire l’approvazione normativa o l’accettazione sul mercato.
Nel momento in cui è la stessa casa farmaceutica produttrice a rendere pubblici, nel suo rapporto, tali dubbi, non si riesce a immaginare quale studioso o divulgatore scientifico possa sostenere, ancora, con certezza, l’efficacia di quella che fino ad oggi hanno chiamato “campagna vaccinale”.
A meno che, sempre seguendo il copione orwelliano, Il Ministero della Verità, non si occupi di riscrivere la storia, raccontando che tale rapporto riguarda solo i “vaccini” sperimentati fino ad oggi, per propinarci, in futuro, “nuovi e miracolosi preparati”: magari nel momento in cui tra qualche mese, come già qualcuno ha previsto, il virus rialzerà la testa, per rivedere convalidato il famigerato “Green Pass”, unico garante dei nostri diritti.
ANTONIO ALBANESE
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