mercoledì 23 febbraio 2022

“NON ESISTE LEGALITÀ”. 71 AVVOCATI CONTRO IL GREEN PASS

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“Il diritto, fino a che nessuno lo turba e lo contrasta, ci attornia invisibile e impalpabile come l’aria che respiriamo: inavvertito come la salute, di cui si intende il pregio solo quando ci accorgiamo di averla perduta”. 

Si apre con le parole di Piero Calamandrei la lettera a firma di un nutrito gruppo di avvocati contro il green pass, 71 per la precisione, provenienti da tutta Italia, uniti contro le restrizioni e le misure illegittime ancora oggi in vigore nel nostro Paese.

Un appello alle istituzioni e alla società civile

L’idea di scrivere un “appello alle istituzioni e alla società civile” nasce a seguito di quanto accaduto a Milano, lo scorso 19 febbraio. “Gli agenti di pubblica sicurezza hanno impedito agli studenti contro il Green Pass di manifestare. Agenti della Digos in borghese hanno bloccato i ragazzi pacifici, li hanno identificati formulando in alcuni casi imputazioni di reato”.

Nella lettera gli avvocati sottolineano la gravità di questo atto. “Sono oramai due anni che assistiamo a limitazioni della libertà andando oltre i poteri concessi dalla Costituzione: “La paura del contagio, la lotta alla pandemia, non devono condurre al temporaneo sonno dell’io”. Poi continuano: “L’assenza di democrazia fa scivolare una Nazione del baratro dello scontro civile”

Uno scontro civile che sembra non finire, tra vax, no-vax, si Green Pass e no Green pass, tra sì-no alla terza dose e via dicendo.

Gli avvocati, come ribadiscono nel testo, mettono ogni giorno il loro impegno nelle Aule di Giustizia: “saremo forse più sensibili degli altri?” Si chiedono. 

La lettera degli avvocati contro il green pass: “Non esiste legalità”

“Non esiste legalità dove si impedisca alle persone di esprimere un dissenso pacifico, nelle forme costituzionalmente garantite e nel rispetto dei Regolamenti di pubblica sicurezza. Non esiste legalità laddove si intimidiscano i tutori della legalità, i Magistrati in primo luogo, noi Avvocati in seconda battuta”.

“In questi due anni, abbiamo assistito a progressive violazioni di diritti, in nome del bene comune della salute, percepito dai più come prevalente, nonostante la giurisprudenza della Corte costituzionale in materia di vaccinazioni obbligatorie sia salda nell’affermare che l’art. 32 Cost. postula il necessario contemperamento del diritto alla salute della singola persona con il coesistente e reciproco diritto delle altre persone e con l’interesse della collettività, senza tuttavia che ciò postuli il sacrificio della salute di ciascuno per la tutela della salute degli altri (Corte Costituzionale, sentenza 307/1990 del 14-22 giugno 1990)”. 

E nonostante la Convenzione di Oviedo reciti al suo Art. 5: “Un intervento nel campo della salute non può essere effettuato se non dopo che la persona interessata abbia dato consenso libero e informato”.

Nella parte finale della loro lettera i legali pongono particolare attenzione sull’ipotesi di mantenimento del Green Pass anche dopo lo stato di emergenza. “Se venisse mantenuto, troverebbero conferma i sospetti che si tratti del primo passo verso l’identità digitale e la concessione dei diritti “condizionata a …”, “subordinata a…”: una sorta di patente a punti delle libertà”.

 

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