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Lo stato di emergenza dovuto al Covid finirà il 31 marzo e, salvo soprese, non dovrebbe essere ripristinato dopo quella data, tuttavia in Italia non si parla ancora di abolizione del green pass e il governo Draghi ha deliberato una nuova emergenza: il conflitto in Ucraina.
Il 25 febbraio il Consiglio dei ministri, su proposta del presidente Mario Draghi, ha deliberato la dichiarazione dello stato di emergenza, “per intervento all’estero in conseguenza degli accadimenti in atto nel territorio dell’Ucraina”
Secondo quanto comunicato dal governo, il provvedimento serve ad “assicurare il concorso dello Stato italiano nell’adozione di tutte le iniziative di Protezione civile anche attraverso la realizzazione di interventi straordinari e urgenti a supporto delle operazioni di soccorso e assistenza alla popolazione” colpita dal conflitto.
A questo scopo l’esecutivo guidato da Draghi ha stanziato una prima tranche di finanziamenti pari a tre milioni di euro del Fondo per le emergenze nazionali. Fondi interni vengono dunque dirottati sul conflitto in Est Europa. Questo denaro pubblico servirà per rendere possibile gli interventi della Protezione civile all’estero.
Il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto legge in materia di disposizioni urgenti sulla crisi in Ucraina, che prevede un potenziamento dell’impegno militare italiano nella NATO.
Il provvedimento legislativo dispone nello specifico: l’autorizzazione a 10 milioni di stanziamenti aggiuntivi finalizzati a un rafforzamento della funzionalità e dei dispositivi di sicurezza delle sedi diplomatiche italiane, del personale e per la tutela di interessi e cittadini italiani all’estero; l’autorizzazione a interventi per potenziare l’operatività dell’Unità di crisi (con stanziamenti complessivi pari a 1,1 milioni di euro) e facilitare le procedure di assistenza ai cittadini italiani all’estero anche attraverso l’uso di applicativi informatici; la proroga per l’anno 2022 dei dispositivi NATO già in corso, ovvero la prosecuzione e il potenziamento della partecipazione di personale militare italiano ad operazioni NATO già autorizzate dal Parlamento per l’anno 2021 in Lettonia, in Romania e nell’area del Mar Mediterraneo orientale e Mar Nero.
La deliberazione di uno stato di emergenza per l’intervento in Ucraina non dovrebbe comportare l’attribuzione di poteri particolari al Governo. Il condizionale è d’obbligo in questo momento storico in cui sono saltate le garanzie costituzionali. Rileggere nuovamente in una deliberazione del Consiglio dei Ministri l’espressione “stato di emergenza” evoca gli scenari preoccupanti di cui aveva parlato Massimo Cacciari. Uno Stato di emergenza permanente è uno Stato di eccezione.
È possibile che un esecutivo guidato da un ex banchiere e non nato a seguito di elezioni democratiche governi a colpi di fiducia e deliberi continue emergenze? La situazione in Ucraina non potrebbe essere gestita con gli ordinari strumenti della politica?
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