venerdì 25 febbraio 2022

Ucraina: per le Borse ha già vinto Putin. E secondo Donald Tusk, l’Italia è “disonorata”

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Le dichiarazioni incredibilmente violente dell’ex presidente del Consiglio Europeo e presidente del PPE Donald Tusk, la stoccata feroce del presidente ucraino dal bunker e l’andamento della borsa sono tutti indizi che lasciano pensare che Putin sia sul punto di conseguire una vittoria storica.

Andiamo per ordine: dopo il veto di Italia, Germania, Ungheria all’estromissione della Russia dal sistema di pagamento Swift (che avrebbe significato l’impossibilità di acquistare il gas russo per l’UE) il polacco Tusk ha attaccato con una ferocia inaudita tutti e tre i Paesi.

In un tweet il politico polacco ha affermato che: “In questa guerra tutto è reale: la follia, la crudeltà di Putin, le vittime ucraine, le bombe che cadono su Kiev. Solo le vostre sanzioni sono immaginarie. Quei governi dell’Ue che hanno bloccato decisioni difficili (ad esempio Germania, Ungheria, Italia) hanno perso l’onore”.

Insomma il capo del PPE dice che due dei più importanti Paesi fondatori dell’UE e rispettivamente prima e terza economia dell’Unione si sono disonorati.

Anche il presidente ucraino, dal bunker, attacca Draghi: “Oggi alle 10:30 alle porte di Chernihiv, Hostomel e Melitopol ci sono stati pesanti combattimenti. Le persone sono morte. La prossima volta cercherò di spostare l’agenda bellica per parlare con #MarioDraghi a un’ora precisa. Nel frattempo, l’Ucraina continua a lottare per il suo popolo”.

Nel frattempo la borsa russa, che dovrebbe precipitare, vola, guadagnando al momento il 18%, e rimbalzano anche Milano e Francoforte.

La rabbia impotente degli atlantisti più talebani e del premier ucraino, le parole di Letta che chiede che l’Italia non blocchi la cacciata di Mosca dallo Swift mentre il suo presidente ha già posto il veto, nonché l’atteggiamento dei mercati, tutto insomma lascia pensare che una vittoria rapida e relativamente indolore di Putin sia probabile e imminente. Speriamo non ci siano sorprese.

ARNALDO VITANGELI

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