https://contropiano.org
Dalla serie di piazze chiamate nella giornata odierna (sabato 26) per prendere posizione sul riemergere del lungo conflitto che attraversa il territorio ucraino, non potevano mancare gli studenti e le studentesse delle scuole di Roma.
Il “Movimento la Lupa” ha raccolto l’appuntamento lanciata dalla sigla “Roma No war” e si è raccolto in modo unitario alle ore 10:30 alla metro Colosseo, in pieno centro, per poi muoversi in corteo verso piazza Santi Apostoli, seguiti anche anche dalla Rete ecosistemica romana.
Vicino la Commissione europea si svolgeva infatti in contemporanea un presidio dalla composizione “complicata”, con presente da una parte tutto il mondo della concertazione sindacale e dell’associazionismo diffuso vicino, a vario titolo e con varie declinazioni, all’area di governo rappresentata dal centrosinistra, accompagnato dall’altra da una serie di formazioni legate al volontariato e al movimento per la pace.
Ancora una volta, il movimento studentesco, nato proprio a Roma e qui costituitosi come movimento nazionale, ha saputo portare in piazza la parola d’ordine decisiva per ogni ipotesi di costruzione di una pace duratura sul suolo europeo: la fuoriuscita immediata dalla Nato.
Già ieri gli studenti e le studentesse si erano recati sotto la Commissione europea per far sentire la propria voce alle lontanissime rappresentanze di stanza a Bruxelles, ma “l’azione ha visto un livello di repressione molto alto con studenti fermati e un massiccio dispiegamento di forze dell’ordine”, si legge nella nota diramata.
“Da mesi il protagonismo studentesco nelle mobilitazioni di questa città ha imposto parole d’ordine, pratiche e percorsi conflittuali come non si vedevano da anni e sarebbe un errore non prendere parola sui gravissimi fatti che stanno avvenendo a livello internazionale”.
La maturità politica pienamente dimostrata in questi mesi di mobilitazione è emersa una volta di più in questi giorni. “Come studentesse e studenti in lotta non possiamo chinare la testa né dare adito solo alla versione della stampa mainstream che oggi vuole dipingere l’Occidente, gli Usa e l’Unione Europea in primis, come vittime sacrificali e innocenti di fronte alla situazione in atto”.
“Una guerra in Ucraina esisteva già dal 2014, con l’Occidente dalla parte dei nazisti ucraini, e la Nato già da tempo lavorava affinché si arrivasse a un’escalation sul piano militare. Dal canto suo, Putin e le oligarchie russe che lui rappresenta non fanno altro che perseguire i loro interessi: per questo affermiamo, come da sempre fanno i movimenti per la pace, che vostre sono le guerre ma i morti sono i nostri”.
Con queste parole d’ordine forti, che indicano una direzione di lotta chiara, il corteo unitario partito dal Colosseo è entrato in piazza Santi Apostoli, criticando duramente le parole di sostengo – anche militare – espresse del segretario del Pd Letta al governo filonazista di Zelenskyy giovedì in audizione alla Camera.
Le mire imperialiste dell’Unione Europea sono all’opera da anni in Sahel, con contingenti multinazionali on the ground con varie missioni nelle ex colonie francesi nell’Africa occidentale, dove però le popolazioni stanno sperimentando mobilitazioni e programmi di resistenza del tutto contrari all’ingerenza “bianca” nella regione.
In Ucraina il “fronte atlantista della guerra” sotto lo stemma della Nato non sta smentendo la propria vocazione, emersa con il bombardamento di Belgrado il 24 marzo del 1999 e proseguita con l’espansione militare verso est della Nato stessa.
“Il nostro compito, come generazione che costruisce dal basso il suo riscatto, è però oggi non solo schierarci contro la guerra in atto ma distruggere il nemico che abbiamo in casa, la Nato e il capitalismo occidentale, sporchi del sangue dei popoli di tutto il mondo”.
“Lo faremo a partire dalle nostre scuole e dalle nostre università, dove ci opporremo ai protocolli tra gli istituti e l’esercito e le basi Nato. Contro la guerra imperialista, è tempo di riscatto”, conclude la nota di adesione al corteo.
Ogni sacrosanta opposizione alla guerra che non indichi però un programma di lotta e un obiettivo chiaro, trova qui una direzione di marcia.
Che siano gli studenti ad averla indicata, oggi, non ci sorprende affatto.
Le foto che seguono sono di Patrizia Cortellessa
Nessun commento:
Posta un commento