Operatori che dichiarano meno camere e meno posti letto di quelli che hanno effettivamente.
Bed & breakfast totalmente abusivi perché privi dell’autorizzazione di inizio attività.
Sono i risultati dei controlli fatti dalla Guardia di Finanza negli ultimi due mesi in località balneari, in montagna e nelle città d’arte.
I sopralluoghi sono stati in tutto 27.121 da giugno a oggi, +22% rispetto all’estate scorsa stando al comunicato delle Fiamme Gialle.
Nel mirino non solo gli affitti ma anche i venditori abusivi, il lavoro nero, la contraffazione, le scommesse clandestine, le truffe sul carburante e il traffico di droga, armi e rifiuti.
Per quanto riguarda il fenomeno delle strutture ricettive irregolari, alle Cinque terre l’80% degli operatori turistici controllati ha dichiarato agli enti territoriali di un numero di camere o posti letto inferiore a quelli riscontrati durante le ispezioni.
Sono stati così scoperti ricavi non dichiarati per oltre 1 milione di euro e Iva evasa per oltre 140.000 euro.
A Catania la Gdf ha individuato invece B&B inesistenti per il fisco, ma cliccatissimi online: 11 strutture ricettive irregolari di cui 5 completamente abusive perché sprovviste delle autorizzazioni di inizio attività rilasciate dal Comune e non in regola con gli obblighi tributari.
Inoltre otto gestori sono stati denunciati per aver omesso di comunicare alla Questura i nominativi dei loro clienti o per aver fatto dichiarazioni false circa il numero di posti letto autorizzati.
A Ischia “pizzicati” quattro italiani e un tedesco sprovvisti di abilitazione per l’esercizio di guida turistica ma intenti ad accompagnare gruppi di villeggianti chiedendo 100 euro per un tour di circa un’ora.
A Palermo, è stata sequestrata un’area di sosta in cui erano parcheggiati cinque automezzi con a bordo oltre 5 tonnellate di tonno rosso in pessimo stato di conservazione, in attesa di essere destinate a esercizi commerciali della zona. A insospettire i finanzieri il cattivo odore percepibile a decine di metri di distanza, lo scolo di liquidi a terra e la presenza di una bilancia nel piazzale. Il pesce, pericoloso per la salute, è stato sequestrato e distrutto.
I controlli sui contratti di lavoro hanno portato alla denuncia di 56 persone per l’impiego di manovalanza “in nero” o regolarizzata solo in parte: 6.483 i lavoratori (di cui il 42% stranieri e 24 minori) sottratti, dall’inizio dell’estate, allo sfruttamento. A Sapri (Salerno), in uno stabilimento balneare sono stati scoperti 11 lavoratori in nero, di cui 5 stranieri. Tra i dipendenti stranieri anche 3 moldavi, di cui 2 con visto turistico sul passaporto in corso di validità ma privi di permesso di soggiorno valido per lavorare e uno con visto turistico sul passaporto scaduto. A Ragusa i Finanzieri hanno scoperto due organizzazioni ritenute responsabili di truffa ai danni dell’Inps, favoreggiamento all’immigrazione clandestina e caporalato. Accertate indebite indennità a favore di falsi braccianti agricoli per un milione di euro. Oltre trenta, tra lavoratori in nero o clandestini – pagati 4 euro l’ora per smontare e pulire il palco – sono stati poi scoperti al termine del concerto del cantante Ultimo allo Stadio Olimpico di Roma. Dei 60 lavoratori identificati, dieci non erano in regola con i permessi di soggiorno in Italia e altri venti erano impiegati irregolarmente o in nero.
Sono stati anche sequestrati quasi 90 milioni di articoli contraffatti o non sicuri, con una media di quasi 1 milione e mezzo di pezzi al giorno tolti dal mercato. Denunciati 1.346 responsabili, di cui 7 arrestati. Giocattoli, calzature, accessori per abbigliamento e oggetti di bigiotteria i prodotti più falsificati. Nella provincia di Pisa, partendo da un piccolo esercizio commerciale i Finanzieri, insospettiti da alcune sciarpe riconducibili alle maggiori squadre del campionato di calcio di Serie A, sono riusciti a ricostruire l’intera filiera del falso, scoprendo i luoghi di produzione (in provincia di Bergamo e Napoli) e quelli di stoccaggio e vendita (in provincia di Firenze). Sequestrati oltre 1 milione di prodotti contraffatti e denunciati 3 imprenditori per contraffazione e ricettazione.
All’interno di un appartamento sito al lido di Tarquinia è stato scoperto un opificio attrezzato con macchine da cucire e altre attrezzature utilizzate per l’assemblaggio di capi contraffatti dei più noti brand della moda, gestito da senegalesi. Nell’organizzazione, composta da 56 persone, c’era chi provvedeva all’assemblaggio dei prodotti contraffatti e chi alla distribuzione. Assoldate anche “vedette” con il compito di avvisare in caso di arrivo delle forze dell’ordine e fattorini per la consegna diretta a domicilio. A Roma, sono stati sequestrati oltre 32 milioni di capi d’abbigliamento, accessori e giocattoli con marchi contraffatti o privi dei requisiti di sicurezza e denunciati tre cittadini cinesi, titolari delle attività commerciali. Nel corso delle ispezioni è stata trovata anche molta merce con falsa marcatura CE, non conforme agli standard di sicurezza.
Sono stati 157 interventi irregolari nel settore dei giochi e delle scommesse: sequestrati 233 apparecchi da intrattenimento (newslot), 51 punti clandestini di raccolta scommesse e riscontrate 231 violazioni, che hanno portato alla denuncia di 31 persone. A Torino, è stato denunciato l’amministratore di una società proprietaria di centinaia di slot e sono stati sequestrati una ventina di apparecchi abusivi. Di notte gli apparecchi venivano manomessi, attraverso l’inserimento, al loro interno, di schede illegali e non collegate alla rete dei Monopoli. Sequestrate, inoltre, 150 schede di dubbia provenienza, pronte per essere inserite negli apparecchi, sprovviste delle autorizzazioni dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Queste ultime, se utilizzate, avrebbero penalizzato pesantemente i giocatori: la percentuale di vincita, infatti, era stata alterata in ribasso, così da ridurre, drasticamente, le possibilità di vittoria mentre il gestore conseguiva il profitto totalmente in “nero”.
Particolare attenzione è stata dedicata al contrasto delle frodi nel settore dei carburanti. A Napoli è stato scoperto un vasto traffico di gasolio di contrabbando che, in soli tre mesi, ha portato all’evasione dell’accisa per oltre 17 milioni di euro. Il contrabbando del gasolio era realizzato con un articolato sistema fraudolento: una società esterovestita – con sede oltreconfine, ma amministrata in Italia – importava dall’estero gasolio acquistato da società straniere con diverse navi provenienti dalla Spagna che scaricavano il prodotto in sospensione di imposta presso il deposito fiscale nel porto di Napoli di un’altra società. Senza pagare l’accisa, il carburante veniva ceduto fittiziamente a società cartiere compiacenti che a loro volta presentavano false dichiarazioni di intento per simulare che il gasolio fosse stato importato legalmente e poi lo distribuivano ad altre società. Il gasolio infine veniva commercializzato al dettaglio senza che fosse stata pagata l’accisa e rivenduto a un prezzo inferiore rispetto alla media dei distributori stradali. Sono stati sequestrati 6 milioni di litri di gasolio di contrabbando al Porto di Napoli, un capannone nel quale erano stipati contenitori pieni di carburante di contrabbando e migliaia di euro in contanti. Sempre nell’hinterland partenopeo, sono state sequestrate 4 stazioni di servizio in cui erano stati manomessi gli impianti di erogazione per frodare i clienti.
A Bracciano i Finanzieri hanno sequestrato un deposito di oli minerali in cui erano stati illecitamente stoccati oltre 120.000 litri di gasolio e benzina di contrabbando. I prodotti viaggiavano su autobotti con targhe polacche e slovene, scortate da documentazione attestante il trasporto di prodotti chimici utilizzati anche per la preparazione di candele.
I quasi 400 controlli sui money transfer hanno permesso di identificare 847 persone. A Udine è stato sequestrato un Internet Point dedito all’esercizio abusivo di servizi di pagamento e finanziamento con il sistema “hawala”, in uso in molti Paesi di cultura e tradizione islamica ma, per la totale assenza di tracciabilità, vietato dalla normativa antiriciclaggio internazionale e nazionale. Denunciati i due gestori di origine pakistana.
Ce n’è anche per chi tenta di portare denaro all’estero senza dichiararlo. Sono stati 2.556 gli interventi svolti presso i valichi di frontiera, i porti e gli aeroporti con 845 violazioni riscontrate. Ammonta a oltre 20 milioni di euro – di cui 324mila euro sequestrati – il valore della valuta e dei titoli non dichiarati e intercettati al seguito dei viaggiatori. Al porto di Brindisi, un autista albanese è stato denunciato per ricettazione dopo che sul suo pullman i Finanzieri hanno trovato 130mila euro in contanti nascosti in uno scompartimento occulto.
Sono 1.312 i denunciati all’Autorità giudiziaria dall’inizio dell’estate (361 dei quali finiti in manette) perché coinvolti in traffici illeciti di droga, d’armi, di rifiuti e di alcool e sigarette di contrabbando nazionali e estere. Sequestrate quasi 2,25 tonnellate di sostanze stupefacenti (cocaina, eroina, hashish, marijuana e “pasticche” varie) e più di 48 tonnellate di sigarette di contrabbando.
Un’operazione contro il contrabbando internazionale di bevande alcoliche ha permesso di scoprire decine di depositi fantasma in tutta Europa, un carosello di migliaia di spedizioni incrociate di milioni di litri di vodka, whisky e altre bevande alcoliche, partite di prodotto scaduto, finte esportazioni di bottiglie vuote e addirittura laboratori di droga. Le indagini, partite da Udine, hanno permesso di ricostruire tutta la filiera, dalla produzione al trasporto, fino alla distribuzione: 17 Paesi europei coinvolti, 180 milioni di litri di alcolici contrabbandati e 80 milioni di euro di accise evase. 87 gli operatori economici a vario titolo coinvolti e 60 le persone responsabili, tutte denunciate. Al vertice dell’associazione criminale transnazionale un cittadino britannico e un brindisino residente oltre Manica, destinatari di mandato di arresto europeo.
A Marsala è stata accertata l’esistenza di un’organizzazione criminale transnazionale, composta da soggetti tunisini e italiani, dedita a organizzare ‘viaggi fantasma’ di migranti tra la Tunisia e le coste meridionali del trapanese con connesso traffico di sigarette di contrabbando destinate prevalentemente al mercato palermitano. Con gommoni potenti e molto veloci, di notte, i membri dell’organizzazione trasportavano dalle coste tunisine a quelle siciliane 10-12 migranti alla volta – costretti a pagare tra i 1.500 e i 4mila euro – e tra i 250 e i 300 chili di sigarette. Nei confronti di otto indagati – 4 tunisini e 4 italiani – è stata disposta l’applicazione di misure cautelari personali per associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e al contrabbando di sigarette.
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