L'ontologia, una delle branche fondamentali della filosofia, è lo studio dell'essere in quanto tale, nonché delle sue categorie fondamentali.
Il termine deriva dal greco ὄντος, òntos (genitivo singolare del participio presente ὤν del verbo εἶναι, èinai, «essere») e da λόγος, lògos («discorso»),[1] e quindi letteralmente significa «discorso sull'essere», ma può anche derivare direttamente da τά ὄντα, ovvero "gli enti", variamente interpretabili in base alle diverse posizioni filosofiche.[2]
Dal punto di vista storico, l'ontologia viene considerata una branca della metafisica dalla maggior parte delle impostazioni filosofiche, quali ad esempio l'aristotelismo. Questa attribuzione non è tuttavia condivisa universalmente da alcuni pensatori come Martin Heidegger, o da studiosi che vedono piuttosto la metafisica come ricerca delle cause ultime della realtà,[4] mentre l'ontologia sarebbe soltanto "fenomenologia dell'essere", esplorazione di quel che «è» per come esso si rivela.[5]
Sebbene l'ontologia abbia interessato il pensiero filosofico sin dai suoi primordi, la sua definizione lessicale è molto più tarda. Il termine ontologia fu infatti coniato soltanto agli inizi del XVII secolo da Jacob Lorhard nella prima edizione della sua opera Ogdoas Scholastica (1606),[6] e successivamente utilizzato da Rudolph Göckel per il suo Lessico filosofico (1613); il termine ontologia compare tre volte negli scritti di Gottfried Wilhelm Leibniz.[7]
L'uso invece del termine Ontosophia, introdotto dal cartesiano Johannes Clauberg che nel 1647 pubblicò a Groninga Elementa Philosophiae Seu Ontosophia, non ha avuto fortuna. L'utilizzo di ontologia si imporrà definitivamente grazie a Christian Wolff con il suo trattato Philosophia prima, sive Ontologia del 1729.[8]
La gnoseologia (AFI: /*ɲozeoloˈʤia/[1][2][3]; dal greco gnòsis, "conoscenza", + lògos, "discorso"),[4] chiamata anche teoria della conoscenza,[5] è quella branca dellafilosofia che si occupa dello studio della conoscenza.
In particolare, così come si è consolidata nell'età moderna ad opera della speculazione filosofica di Kant, la gnoseologia si occupa dell'analisi dei fondamenti, dei limiti e della validità della conoscenza umana, intesa essenzialmente come relazione tra soggetto conoscente e oggetto conosciuto.[6]
Occorre precisare che nell'ambito della cultura anglosassone la teoria della conoscenza è chiamata anche e soprattutto epistemology, laddove in Italia con il termineepistemologia si designa essenzialmente quella branca della gnoseologia che si occupa della conoscenza scientifica o, in un senso ancora più specifico, la filosofia della scienza.[7]
Sebbene le tematiche gnoseologiche abbiano assunto importanza soprattutto a partire dal XVII secolo, in concomitanza con la nascita della scienza moderna, la questione della conoscenza si è posta fin dalle origini della filosofia.
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