contropiano
Questa la notizia:
“Tornano a salire i prezzi in Europa. In Italia inflazione al top dal 2013
Nella zona euro ad aprile
l'inflazione annuale riprende a salire: la stima flash di Eurostat
indica 1,9%, dopo 1,5% a marzo, 2% a febbraio, 1,8% a gennaio, 1,1 a
dicembre, 0,6 a novembre. Nell'aprile 2016 era a -0,2%. Per quanto
riguarda i component principali, i prezzi dell'energia dovrebbero
aumentare del 7,5% dopo 7,4% a marzo, servizi +1,8% dopo +1%,
alimentari, alcol e tabacco +1,5% dopo 1,8%, beni industriali non
energetici +0,3%, stabili rispetto a marzo. Per quanto riguarda
l'Italia, c'è stato l'effetto Pasqua e ponte del 25 aprile sui prezzi,
con un aumento da record ad aprile. Secondo le stime
preliminari, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera
collettività, al lordo dei tabacchi, aumenta dello 0,3% su mese e
dell’1,8% su anno (+1,4% a marzo): la variazione massima da febbraio
2013 e la sesta consecutiva positiva. L’inflazione di fondo, al netto
di energetici e alimentari freschi, sale di tre decimi di punto
percentuale (+1% da +0,7% di marzo), quella al netto dei soli Beni
energetici si mantiene stabile a +1,2% come nel mese precedente. Il dato
acquisito per il 2017 è pari a +1,3%”
Il dato dell’inflazione in crescita
viene salutato come un segnale di uscita dall’indice deflattivo fatto
registrare per un lungo periodo e quindi, dal punto di vista
capitalistico, di “rimessa in moto dell’economia”.
Dal nostro punto di vista si pone però una questione immediata riguardante l’adeguamento di salari e pensioni.
Il risultato delle politiche
economiche di questi ultimi anni è stato sicuramente quello di un
impoverimento generale e di abbassamento complessivo del livello di vita
e del potere d’acquisto (basta andarsi a rileggere i dati sull’indice
di povertà.
Ne consegue la necessità di rimettere
all’ordine del giorno di una agenda di vera mobilitazione del mondo del
lavoro, accanto agli indici di sfruttamento e a quelli di precarietà
(valori sicuramente in crescita) la questione dell’adeguamento di salari
e pensioni al costo della vita.
E’ il tema della scala mobile o di
come vogliamo chiamare un meccanismo che indicizzi il potere d’acquisto
al costo della vita: un tema decisivo che deve essere sollevato con
grande forza accanto a quello dei contratti nazionali di lavoro, della
stabilizzazione del precariato in tutti i settori, della rappresentanza
diretta dei lavoratori nelle aziende, della sicurezza sul lavoro e –
complessivamente – della democrazia, della libertà di sciopero e di
manifestazione, della giustizia nei rapporti di lavoro (articolo 18,
vedasi andamento dei licenziamenti dopo il job act).
Questioni decisive e fondamentali che
pongono la questione irrisolta di una presenza sindacale confederale
di classe posta in grado di contrastare sul piano generale l’obiettivo
politico della disintermediazione che, in Italia, vede uniti tutti i
soggetti politici padronali, quelli europeisti e quelli presuntamente
populisti (ma padronali nell’animo, tutti quanti, nell’omogeneizzazione
ideologica della gran parte del sistema politico italiano ed europeo).
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sabato 29 aprile 2017
Torna a salire l’inflazione. E l’adeguamento di salari e pensioni?
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