Parla lo scrittore, appena sceso dalla Prudence, nave di Medici senza Frontiere: "Dire che hanno rapporti con gli scafisti è una calunnia".
Come sempre, Erri De Luca non usa mezzi termini: contro le organizzazioni non governative che salvano i migranti in mare è in corso una "campagna di diffamazione consapevole". E fa niente se a scatenarla sono le inchieste giudiziarie, i giudici o Beppe Grillo oppure il Viminale. Lo scrittore napoletano, punto di riferimento per le battaglie ecologiste, processato e assolto per dichiarazioni contro la Tav Torino-Lione pure cavalcate dal M5s, è scatenato. Anche perché ha appena concluso la sua esperienza di osservatore a bordo della 'Prudence', la nave di Medici senza frontiere. Il giorno di Pasqua De Luca è sbarcato al porto di Reggio Calabria insieme a 649 migranti, soccorsi in mare al largo della Libia.
Intanto, si tratta di accuse destituite di fondamento. Un'insinuazione da trattare come calunnia o diffamazione: non c'è circostanza su cui possa appoggiarsi. Stando a bordo della nave di Medici senza frontiere, vedendo come opera questa e altri navi di soccorso, è ancor più stridente il contrasto tra la realtà e la diffamazione consapevole.
Molto spesso le nostre procure perdono tempo intorno a fatti impossibili. Non ci si può fare niente: è una loro scelta. Ma di che si tratta? Veniamo al succo. Si parla di trafficanti che sarebbero in contatto con le navi soccorso per mandare i gommoni verso l'Italia. Ma i trafficanti non hanno bisogno di essere in contatto con i soccorritori.
Perché laddove operano, cioè in quella che viene chiamata 'search and rescue zone', ci sono già i pescherecci dei libici e certo non stanno lì a pescare pesce, bensì recuperano i gommoni una volta liberati dai viaggiatori. I libici pattugliano con i pescherecci e sanno bene chi c'è e chi non c'è in zona, mandano i gommoni a prescindere da chi ci sta. Unica condizione è che il mare sia calmo e non per generosità, bensì perché quando carichi 150 persone su un gommone con un motore a 40 cavalli, non fai un metro se il mare non è piatto. Dunque, appena c'è bonaccia, li fanno partire. E ora hanno anche fretta perché a maggio Europa e Italia consegneranno alla guardia costiera libica le nuove motovedette. Quindi si stanno liberando il più possibile del carico perché non si sa che succederà dopo.
Per un periodo la guarda costiera libica farà finta di bloccare i gommoni e farli tornare indietro. Ma poi, siccome è foraggiata dai trafficanti, perché mai dovrebbe rinunciare al 'contribuente trafficante' che è anche più solido e massiccio di quello europeo?
Cos'ha visto in mare nelle due settimane a bordo della Prudence?
Appena salpati, abbiamo saputo di tre gommoni partiti di notte. Come abbiamo fatto a saperlo? Facile: a bordo c'è gente che parla arabo e controlla i social, attraverso Facebook è facile sapere le partenze. Dunque li abbiamo cercati i gommoni, ma a 115 miglia dalla costa, fuori dalle acque territoriali libiche, sono stati intercettati dalla guardia costiera libica che li ha costretti a tornare indietro: si vede che dovevano far finta di rispettare qualche accordo. Purtroppo, nel viaggio di ritorno verso la Libia, uno di questi tre gommoni è affondato con il suo carico di 97 persone.
Una delle tantissime tragedie di migranti in mare.
Sono gommoni malandati, mandati alla deriva. E, cosa importante, perché si continua a parlare di scafisti quando invece non esistono più? Sui gommoni non ci sono i conducenti. O meglio i trafficanti affidano il motore a uno del carico, gli danno una bussola, gli dicono che tra tre ore arriveranno in Italia e buona fortuna. Racconto un aneddoto della Prudence...
Prego.
Quando ci si avvicina ad un gommone, dalla nave scende l'unità veloce per portare a tutti il giubbotto salvagente. Sull'unità veloce c'è di solito anche il mediatore culturale, che cerca di rendere tutto tranquillo, in quanto spesso l'arrivo del soccorso li agita. Ora, in uno di questi salvataggi, è successo che dalla nostra unità veloce hanno chiesto di spegnere il motore del gommone, ma si sono visti rispondere: 'Non lo so fare'. A quel punto, uno dei nostri si è lanciato sul gommone, facendosi tenere a bordo per i piedi e ha spento il motore. Per dire che spesso chi 'guida' il gommone è uno dei migranti che poi all'arrivo viene pure arrestato in quanto lo scambiano per scafista: al danno, la beffa.
Ma perché è partita questa "campagna di diffamazione" contro le ong?
Chi parla di accordi tra le ong e gli scafisti parla a vanvera. Il punto è che la presenza di unità indipendenti in mare dà fastidio. Medici senza frontiere ha persino rifiutato soldi dall'Unione europea per agire indipendentemente. Danno fastidio, ecco il perché della campagna di diffamazione. Si vuole colpire organizzazioni che sono le uniche impegnate a salvare qualcuno in mare: senza di loro sarebbe una catastrofe.
Beppe Grillo e Luigi Di Maio hanno subito cavalcato la questione e sono partiti all'attacco delle organizzazioni non governative. Che idea si è fatto?
Grillo e Di Maio non sanno di cosa parlano: conoscono solo le fonti che gli fanno comodo e parlano a vanvera. Di Maio ha accusato Saviano di parlare a vanvera, ma invece è lui che lo fa e la cosa produce un guasto maggiore visto che Saviano è solo uno scrittore e giornalista, Di Maio invece è dirigente del movimento accreditato come la forza politica con maggiori consensi.
E' un calcolo elettorale?
C'è sempre un calcolo elettorale in chi sta in politica e cerca di prevalere. Ma andare a fare calcoli in mezzo al mare è inutile: lì non c'è.
Scriverà delle due settimane sulla Prudence, immagino.
Ho scritto un pezzo lungo per il Fatto, in traduzione su Le Monde e El Pais.
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