domenica 30 aprile 2017

Debito pubblico: una voragine inestinguibile per truffarci tutti

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I mass media non sanno come giustificare il fatto che nonostante aumentino gli incassi dello stato italiano il debito pubblico continui a salire. SMASCHERATI
E ora anche i mass media, davanti a milioni di telespettatori, si chiedono (o fanno finta di chiedersi) come mai il debito pubblico continui a salire nonostante gli incassi dello stato siano aumentati a suon di tasse a carico dei cittadini. Alcuni cercano di dare spiegazioni pietose e insignificanti, altri non ci provano nemmeno, il tutto per nascondere un fattore che loro sanno benissimo: il debito pubblico è una voragine inestinguibile, o per meglio dire, un sistema studiato ad oc per essere inestinguibile! Esso è creato per espropriare la proprietà privata a milioni di cittadini occidentali, per tenerli “sotto scacco” e renderli schiavi.
Secondo gli ultimi dati trapelati, dividendo l’attuale presunto debito pubblico per tutti i cittadini italiani, viene fuori che ogni singolo cittadino è in debito con la banca centrale di oltre 30.000€.
Ma siamo in debito per che cosa? Dovremmo semplicemente restituire “interessi fantasma” sui prestiti fatti dalla BCE allo stato italiano. Siamo un popolo vittima del Signoraggio Bancario.
Il Signoraggio Bancario è la più grande truffa della storia, e sta alla base del sistema del debito pubblico. La comprensione dei meccanismi di questo inganno risulta difficile ad alcune persone poiché faticano a modificare la propria mappa mentale, ormai sedimentata a livello cerebrale grazie ad anni di manipolazione subliminale da parte del sistema. Abbiamo quindi deciso di proporvi un esempio elementare che spieghi il tutto in un modo tale da essere percepito perfino da un bambino, il classico esempio dei naufraghi sull’isola deserta.

<<Quattro superstiti di un naufragio riescono ad arrivare su di un’isola probabilmente disabitata: uno spagnolo, un greco, un irlandese ed un italiano. Dopo un primo periodo di adattamento ai ritmi di questo contesto poco usuale, non vedendo ancora arrivare nessun tipo di soccorso, con il passare delle settimane i naufraghi si rassegnano sempre più a dover affrontare una lunga permanenza sull’isola. Non potendo rimanere con le mani in mano, si organizzano dividendosi i compiti, come una micro comunità. I mesi trascorrono e ognuno di loro prosegue nelle proprie attività quotidine, specializzandosi, chi nella caccia e la pesca, chi nell’allevamento del bestiame, chi nella fabbricazione di utensili e chi nell’utilizzo delle erbe medicinali.
Con gli anni i quattro, raggiunta ormai una certa stabilità di vita, cominciano a sentire l’esigenza di dover utilizzare una qualche forma di moneta per facilitare lo scambio di prodotti fra di loro, essendo ormai diventato il baratto un modo non troppo comodo per procurarsi le merci. Per esempio, chi è specializzato nella pesca, si rende presto conto della difficoltà di poter cumulare dei prodotti deperibili, ad esempio il pesce, affinché possa poi intercambiarli con dei beni durevoli e di più alto valore, come una capanna ben costruita. Un giorno approda sulle coste dell’isola un nuovo naufrago a bordo di un’imbarcazione di fortuna. È un tedesco che dice di essere unbanchiere. I quattro lo accolgono felici di vedere una faccia nuova e, dopo aver raccontato a turno la propria storia, gli illustrano i progressi raggiunti sull’isola. L’unica cosa che manca, fanno notare, è una moneta per facilitare gli scambi fra di loro. Internviene a quel punto il banchiere tedesco che dice con aria rassicurante: «Ragazzi non vi preoccupate, siamo fortunati. Dal naufragio della nave sulla quale viaggiavo sono riuscito a salvare una cassa con dei lingotti d’oro e una piccola pressa che potrebbe essere utilizzata per stampare denaro. Se volete, potrei iniziare ad emettere e prestarvi 1200 euro, così potreste avere 300 euro a testa da poter utilizzare per scambiarvi prodotti. Sia chiaro, siamo tutti amici, ma voi avete già le vostre attività avviate con le quali guadagnarvi da vivere e io, se permettete, vorrei guadagnarmi da vivere con quello che so fare meglio, cioè il banchiere. Se siete d’accordo, quindi, a fine anno dovreste restituirmi il prestito con un piccolo interesse del due per cento, ossia solamente sei euro a testa. Va bene?». I quattro accettano gioiosi, felici di poter finalmente avere un mezzo per poter facilitare lo scambio di merci e festeggiano con un’abbondante cena. Quella notte tutti dormono sogni tranquilli, tranne il naufrago greco. C’è qualcosa nel discorso del banchiere tedesco che non lo ha convinto completamente. Si chiede: «Come faremo a restituire i 1200 del prestito più i 24 euro di interesse, se la massa monetaria, cioè gli unici soldi nell’isola, sono solamente quei 1200 euro che ci presterà? Da dove prendiamo quei 24 euro per pagare l’interesse?».
L’indomani il greco, riuniti gli altri tre, affronta subito la situazione e va a chiedere spiegazioni al banchiere. Il tedesco, sicuro delle proprie parole tranquillizza i naufraghi: «Non c’è assolutamente alcun tipo di problema. A fine anno vi stamperò altri 1200 euro. Con quello che avanza potreste pagarmi gli interessi che mi dovete. Poi ovviamente vi ripresterei per l’anno successivo anche i 1200 euro che ho già emesso quest’anno, 600 euro a testa, 2400 euro in tutto. Voi avete le vostre attività, io la mia, ma a me basta che mi paghiate il due per cento all’anno di quello che vi presto, dopo tutto siamo amici». I naufraghi rimangono soddisfatti dalle eloquenti parole del banchiere tedesco e anche quella notte dormono sogni abbastanza tranquilli. Il naufrago greco, però, ancora una volta no riesce a prendere sonno, non è convinto della spiegazione ricevuta. Si rende ben presto conto che il debito che ha con il banchiere è inestinguibile e non potrà mai essere ripagato, anzi. Il debito sarà sempre maggiore, crescendo ogni anno in maniera esponenziale. In questo modo dopo pochi anni il banchiere potrà in teoria esigere il pagamento del debito con i relativi interessi e magari arrivare ad espropriare tutti i beni dei naufraghi. Si accorge quindi di essere stato truffato e decide di svegliare i propri compagni per illustrare loro la situazione. Alla fine si rendono tutti conto dell’inganno dovuto a questo debito inestinguibile e si precipitano furiosi dal banchiere tedesco. Lo svegliano pretendendo delle spiegazioni, ma rendendosi conto di esser stato scoperto, il truffatore riesce a malapena a farfugliare qualche parola. I quattro, allora, pretendono come vendetta la cassa piena d’oro(riserva aurifera che copre il denaro stampato e prestato ai naufraghi) e chiedono al tedesco dove sia nascosta. Il banchiere esita ma, messo alle strette, accompagna i naufraghi al nascondiglio della cassa che però, una volta aperta, si rivela riempita di sole pietre. Così alla fine il malandrino confessa che non è mai esistita nemmeno la cassa d’oro (il tedesco quindi ha stampato denaro partendo dal nulla,senza un vero valore, ma col solo valore nominale, proprio come la BCE stampa gli Euro). A quel punto il greco, l’irlandese, lo spagnolo e l’italiano, incazzati come delle iene, trascinano il banchiere sull’orlo della scogliera e lo buttano in mare.>>
Morale della favola: il debito pubblico generato dal Signoraggio Bancario è inestinguibile poiché la massa monetaria che viene prodotta dalle banche non include il denaro per pagarne gli interessi.
Tradotto quindi in un altro esempio: se la BCE stampa (dal nulla) e presta allo stato una banconota da 100€, rivuole indietro la banconota stessa più interessi. Quindi l’unica massa monetaria in giro per l’Italia è rappresentata solo da questa banconota, dove trova l’Italia la massa monetaria per pagare anche gli interessi visto che è inesistente?

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