domenica 2 aprile 2017

"La classe media avvolta nella nebbia. Sarà crisi irreversibile?".

Il domenicale di Controlacrisi, a cura di Federico Giusti.
Uno studio recente pubblicato sul Financial Times (clicca qui per leggere) ridimensiona la classe media e spiega come la stessa definizione di middle class sia soggetta a numerose contraddizioni. Forse dovremmo liberare il campo da un equivoco: la classe media nell'immaginario collettivo si lega alle economie Usa e Ue, parliamo degli anni in cui le ricette neokeynesiane avevano costruito uno stato sociale funzionante (soprattutto nel vecchio contenente visto che dalla sanità e dalla istruzione sono esclusi milioni di americani). Al contrario, i decenni successivi (al di là della parentesi di Obama che in campo sanitario almeno ha portato alcune tutele in piu' per le classi sociali meno abbienti) sono stati all'insegna del pareggio di bilancio con la riduzione dell'intervento statale e una forbice sociale sempre piu' larga .
Negli ultimi lustri sono dimuninuite le iscrizioni all'università, il risparmio delle famiglie si è assottigliato, curarsi per molti è diventato un lusso obbligando interi nuclei familiari a spostarsi verso il centro Nord (parliamo dell'Italia) per ricevere cure diventate problematiche in altre regioni dove tra accorpamenti di ospedali e chiusura di reparti la situazione si va facendo sempre piu' drammatica.
A livello globale la classe media non esiste se non in numeri assai esigui se piu' del 70%, dati del 2011, della popolazione è al di sotto della soglia di povertà e se quasi il 90% delle famiglie benestanti si concentra tra Nord America ed Europa.

Ma attenzione anche a questi dati perchè la percentuale delle famiglie benestanti in Usa e Canada è diminuita negli ultimi dieci anni, in Europa non ci sono dati univoci ma in alcuni paesi la crisi è particolarmente accentuata. Il fenomeno Trump andrebbe analizzato anche alla luce di questi dati...
A distanza di anni dal libro di Sylos Labini Saggio sulle classi sociali sarebbe forse il caso di riprendere un lavoro di analisi e di inchiesta?
Francamente si' visto che la finanziarizzazione dell'economia e la guerra tra chi sta in alto e chi sta in basso nella scala sociale (per riprendere quanto scritto da Carlo Formenti ne La Variante Populista) segna la crisi del ceto medio per cui secondo alcuni si tratterebbe di ripartire dalla organizzazione degli ultimi , delle classi rancorose espulse dai territori e dal ciclo produttivo, private di ogni fonte di reddito.
Sicuramente, oggi, rappresentare ed organizzare gli ultimi non è una impresa da poco perchè non basta bruciare sul tempo leghisti e fascisti che con i temi antimmigrazione hanno facile presa sulle classi sociali meno abbienti.
Il consenso raccolto dai movimenti di lotta per la casa è importante ma non duraturo perchè una volta superata l'emergenza abitativa i nuclei familiari solo in minima parte restano legati a movimenti e collettivi ; allo stesso tempo esiste una vecchia working class divenuta ceto piccolo borghese che rischia di essere lasciata fuori magari perchè giudicata vecchia politicamente, legata come era al sindacato e ai partiti della sinistra, figlia di una cultura lavorista e sostanzialmente moderata culturalmente e nelle pratiche di lotta.
Sovranità popolare, legittimazione sociale, forme di lotta conflittuali, costruzione di reti territoriali dovrebbero essere oggetto di un confronto culturale, politico e sindacale, al contrario oggi si continua a guardare alla realtà solo in termini di tessere sindacali e ricomposizione elettorale, di cartelli per conquistare la rappresentanza istituzionale oppure si s\ragiona contrapponendo esigue minoranze in lotta ad una massa passiva e ostaggio dei sindacati confederali e dei partiti, subalterna e inerte, socialmente depressa e colpita dai processi in atto ma ormai lontana anni luce dalla esasperazione di certe forme di lotta.
Sta proprio qui la contraddizione principale della crisi, forse irreversibile, della variante populista a sinistra, nella incapacità di farsi massa assumendo comportamenti e pratiche conseguenti optando spesso per la logica del meglio pochi ma buoni.
Ma torniamo alla classe media per chiudere il nostro ragionamento. Sociologi ed economisti hanno litigato per decenni dividendosi nella definizione di classe, in qualunque modo si voglia guardare alla realtà in Italia per borghesia intendevamo la classe impiegatizia e il lavoro autonomo.
Nel primo caso parliamo di 3 milioni e passa di dipendenti pubblici (che con le loro famiglie raggiungono quasi 5 milioni di italiani) che hanno subito negli ultimi 20 anni un sensibile impoverimento tra blocco delle assunzioni e della contrattazione e un arretramento del potere di acquisto riguardante soprattutto enti locali, insegnanti e sanità.
Il diffondersi di impieghi part time al posto dei full time ha poi inferto un altro duro colpo al potere di acquisto dei salari .
I lavoratori autonomi di ultima generazione vivono all'insegna dell'autosfruttamento, una condizione di vita e lavorativa decisamente deteriorata nel corso degli anni.
Da 20 anni ad oggi non solo è dimunuito il numero degli occupati ma la perdita del potere di acquisto della classe media ha avuto ripercussioni negative sui consumi, recenti studi descrivono distintamente la parabola di commercianti e artigiani distintamente da quella del ceto impiegatizio fotografando una crisi , forse irreversibile, dei primi (rimandiamo a un articolo de Lavoce.info... clicca qui per leggere).
La crisi di commercianti e artigiani spiega bene il successo delle campagne antitasse e per la tolleranza zero contro la piccola criminalità organizzata, il Governo Renzi ha provato un ultimo colpo di coda con la chiusura di Equitalia (che poi chiusura non è vista la trasformazione della stessa in Agenzia Riscossione).
La crisi del ceto medio è quindi non solo il prodotto delle politiche di austerità (pareggio di bilancio, impoverimento del ceto impiegatizio, tagli al welfare e ai servizi, riduzione dei salari) ma anche la perdita di una identità culturale che oggi sembra ricostruirsi su parole d'ordine razziste e xenofobe.
Il ceto medio rischia di diventare il bacino elettorale della Lega, non a caso dopo avere accettato di tutto e di piu' in Parlamento i leghisti si ergono a paladini della lotta contro la Riforma previdenziale Fornero che ha aumentato l'età lavorativa e lasciato per strada, senza un euro spesso e volentieri, migliaia di esodati.
Ancora una volta gli eredi della sinistra radicale, anche quelli che piu' si sono allontanati dalla cultura lavorista e partitico\sindacale e si accontentano di vivere in un mondo parallelo dove domina il paradigma cognitivo, rischiano la marginalità politica e sociale, incapaci di guardare alla realtà se non con lenti sfocate.

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