Sul confine tra il
Piemonte e la Liguria, l’enorme centro commerciale ha appena completato
una nuova fase di sviluppo che ha visto l’investimento di 115 milioni di
euro. Considerato uno dei fiori all’occhiello del commercio a livello
nazionale, con la presenza di 250 negozi e dei più importanti marchi
della moda e dell’abbigliamento sportivo, per il Serravalle Designer
Outlet (gestito dalla multinazionale McArthurGlen) il giorno di Pasqua
sarà probabilmente una giornata di sciopero. Sabato 15 e domenica 16
aprile i lavoratori protesteranno contro l’apertura straordinaria
prevista per i giorni di Pasqua e Santo Stefano decisa dalla direzione
del centro commerciale.
Per circa 2.000 lavoratori, tanti contratti a termine, anche di poche settimane, precariato, part time, festivi non sempre pagati. «E ora ci fanno lavorare anche il giorno di Pasqua. La prossima volta ci chiederanno di lavorare pure a Natale?», dicono i dipendenti. «Anche noi abbiamo famiglia, figli, esigenze personali», fa presente Alexander Delnevo, uno dei neo eletti rappresentanti dei lavoratori. «Quello del posto di lavoro rischia di diventare un ricatto. Va bene lavorare, ma a quale condizione?», aggiunge Fabio Favola, segretario provinciale di categoria della Cgil, il primo ad accorgersi che tra i vialetti ordinati della cittadella dello shopping a prezzi scontati c’era qualche conto che non tornava.
Lo scorso 30 marzo è venuta a portare la sua solidarietà Susanna Camusso, leader della Cgil. Secondo la Cisl, quello di Seravalle Scrivia e' il "simbolo di una battaglia contro lo snaturamento del lavoro" e contro la "liberalizzazione selvaggia degli orari commerciali voluta nel 2011 dal governo Monti. “A Pasqua e in giorni come il Primo maggio o Natale non andate a comprare, non e' indispensabile fare shopping", è l'appello della segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan lanciato nei giorni scorsi in una intervista al quotidiano cattilico Avvenire.
"L'anno scorso abbiamo gia' fatto due giornate di sciopero, perche' la situazione e' diventata insopportabile in tutta la grande distribuzione e in particolare nei centri commerciali", ricorda Furlan. "Il caso Serravalle, con la decisione di tenere aperto anche nel giorno di Pasqua e' inaccettabile, ed e' la punta di un iceberg di un regime commerciale che impone l'apertura in tutte le domeniche e festivita' e condiziona malamente la vita dei lavoratori. Voglio sottolineare che la stessa proprieta' dell'outlet che in Italia pretende di tenere sempre aperto, in altri Paesi come Francia e Germania si guarda bene dal proporlo", conclude la leader della Cisl.
Per circa 2.000 lavoratori, tanti contratti a termine, anche di poche settimane, precariato, part time, festivi non sempre pagati. «E ora ci fanno lavorare anche il giorno di Pasqua. La prossima volta ci chiederanno di lavorare pure a Natale?», dicono i dipendenti. «Anche noi abbiamo famiglia, figli, esigenze personali», fa presente Alexander Delnevo, uno dei neo eletti rappresentanti dei lavoratori. «Quello del posto di lavoro rischia di diventare un ricatto. Va bene lavorare, ma a quale condizione?», aggiunge Fabio Favola, segretario provinciale di categoria della Cgil, il primo ad accorgersi che tra i vialetti ordinati della cittadella dello shopping a prezzi scontati c’era qualche conto che non tornava.
Lo scorso 30 marzo è venuta a portare la sua solidarietà Susanna Camusso, leader della Cgil. Secondo la Cisl, quello di Seravalle Scrivia e' il "simbolo di una battaglia contro lo snaturamento del lavoro" e contro la "liberalizzazione selvaggia degli orari commerciali voluta nel 2011 dal governo Monti. “A Pasqua e in giorni come il Primo maggio o Natale non andate a comprare, non e' indispensabile fare shopping", è l'appello della segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan lanciato nei giorni scorsi in una intervista al quotidiano cattilico Avvenire.
"L'anno scorso abbiamo gia' fatto due giornate di sciopero, perche' la situazione e' diventata insopportabile in tutta la grande distribuzione e in particolare nei centri commerciali", ricorda Furlan. "Il caso Serravalle, con la decisione di tenere aperto anche nel giorno di Pasqua e' inaccettabile, ed e' la punta di un iceberg di un regime commerciale che impone l'apertura in tutte le domeniche e festivita' e condiziona malamente la vita dei lavoratori. Voglio sottolineare che la stessa proprieta' dell'outlet che in Italia pretende di tenere sempre aperto, in altri Paesi come Francia e Germania si guarda bene dal proporlo", conclude la leader della Cisl.
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