Franco Palmese, che vive a Como e a giugno compirà 75 anni, è un ex-operaio napoletano in pensione, che ama Totò ma mai avrebbe immaginato di finire in uno dei suoi film. Per l’Inps infatti è un morto che parla.
Nei giorni scorsi va a fare un prelievo alla banca della frazione di Como in cui vive e gli dicono che il suo conto è stato azzerato. Palmese chiede spiegazioni ma viene rinviato alla sede centrale. Aspetta il suo turno e gli spiegano che l’Inps ha ordinato alla banca di azzerare il conto ma non sanno dirgli il perché.
Palmese va all’Inps e dopo un’altra coda ancora più lunga inizia un dialogo che nemmeno Sonego o Suso Cecchi d’Amico avrebbero saputo scrivere. Quando chiede perché gli hanno azzerato il conto, l’impiegato risponde paro paro: “Perché lei è morto!”; Palmese replica: “Ma come morto? Son qui! Sono vivo davanti a lei!”, l’impiegato si corregge: “Morto… diciamo deceduto”.
A quel punto si scopre che c’era stato uno scambio di persona: un omonimo, tale Franco Palmese, era effettivamente deceduto ma in un’altra città, Cosenza, e soprattutto dopo essere nato in un’altra data. A quel punto Palmese chiede: “E mo’ con che soldi campo?”. L’impiegato – racconta – ha rassicurato che la sua pensione verrà ripristinata al più presto. C’è solo da sperare che ciò avvenga prima che anche l’Inps entri nella cosiddetta era digitale.
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