sabato 5 novembre 2016

Ambiente & Salute dei Cittadini. Taranto, dopo l'Ilva è allarme per i pesticidi. Gli ematologi: "Causa dell'aumento record dei linfomi".

Malattie del sangue del 30 per cento superiori alla media nazionale. Gli specialisti pugliesi puntano l'indice contro l'eccessivo utilizzo di sostanze chimiche in agricoltura: "La tossicità globale fa impennare le malattie".

repubblica.it
Taranto, dopo l'Ilva è allarme per i pesticidi. Gli ematologi: "Causa dell'aumento record dei linfomi""Il 30 per cento di malattie ematologiche in più: tanto pesa a Taranto il fattore ambientale. Questa tossicità globale fa impennare la prevalenza di tumori e malattie del sangue". Lo hanno sottolineato gli specialisti della Rete ematologica pugliese in una riunione a Martina Franca con i pazienti ematologici della regione. Si tratta di un incontro promosso da Novartis e realizzato in collaborazione con l'Ail (Associazione italiana contro le leucemie-linfomi e mieloma onlus). Un nuovo allarme per la città dell'Ilva già spaventata dai dati sull'aumento delle malattie pediatriche.
"L'esposizione protratta agli erbicidi e ad altri agenti tossici largamente impiegati in agricoltura nella nostra provincia - afferma in una nota Patrizio Mazza, direttore di Ematologia all'ospedale San Giuseppe Moscati di Taranto - ha un impatto estremamente dannoso sulla salute di una popolazione già esposta agli agenti inquinanti dell'industria petrolchimica. Le mutazioni geniche indotte sono all'origine del sensibile aumento dei casi di linfomi e delle altre malattie ematologiche, inclusa la mielofibrosi. Già secondo i dati del registro 2006 - 2010 la prevalenza è più elevata del 30% rispetto alla media nazionale. Ma negli ultimi cinque anni la situazione potrebbe essersi addirittura aggravata".


La Rete ematologica pugliese (Rep) punta sulla "medicina di precisione e condivide - osserva Giorgina Specchia, direttrice dell'Unità operativa 'Ematologia con trapiantò del Policlinico di Bari - i più aggiornati standard di cura al suo interno, in tutte le Unità operative ematologiche della Regione (Bari-Policlinico, Bari-Oncologico, Taranto, Lecce, Foggia, San Giovanni Rotondo, Barletta, Brindisi, Tricase). Un importante impulso al trattamento delle malattie mieloproliferative del sangue - conclude Specchia -  potrebbe arrivare ora dal progetto Jaknet, un network che promuoverà la collaborazione tra numerosi ospedali italiani per offrire pari opportunità nella diagnosi e nella terapia a tutti i pazienti italiani affetti da queste malattie".

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