contropiano
Buongiorno Roberto, grazie per essere con noi
Buongiorno a te, buongiorno a tutti gli ascoltatori di Radio Città Aperta.
E'
passato un anno ormai da quando la Casa della Pace è stata chiusa. Un
anno in cui però non si è mai smesso di lottare per una sua riapertura.
Oggi pomeriggio è prevista un’assemblea per fare il punto della
situazione. Quale è la situazione adesso?
La
Casa della Pace è stata chiusa ormai da più di un anno. C’è stata
questa irruzione la notte del 3 ottobre del 2015… forze dell’ordine,
polizia municipale e altri organi con motivazioni piuttosto assurde. Sta
di fatto però che i locali sono stati sequestrati e quindi la Casa
della Pace, che è una delle realtà storiche, consolidate della nostra
città è stata chiusa e i locali sequestrati. Noi non ci arrendiamo. La
ferita è ancora aperta, però non ci siamo arresi, non ci vogliamo
arrendere e vogliamo arrivare alla riapertura della Casa della Pace.
Dicevo che le motivazioni sono state, secondo il nostro giudizio,
assurde. Un esempio: nel verbale con cui sono stati posti i sigilli si
parla di disturbo della quiete pubblica per gli abitanti di Testaccio.
Disturbo causato dal volume della musica alta le sere in cui la Casa
della Pace ospitava serate musicali.
Ora per chi conosce Testaccio, il
Campo Boario, l’ex Mattatoio si rende conto che questa accusa, che
oltretutto è stata ripresa dal tribunale di Roma, non ha motivazioni
valide. Tanto è che noi abbiamo verificato attraverso i municipi che non
c’è stato nessun esposto di cittadini contro la Casa della Pace. Per
cui questo rende l’idea di quello che noi abbiamo chiamato una
persecuzione di chi, evidentemente, non ha mai digerito la presenza
della Casa della Pace nell’ex Mattatoio. Ricordiamo che è una storia
molto lunga, che nasce nel 1984. Quei locali sono stati occupati il 16
ottobre 1984 e rivendichiamo il fatto di aver difeso dal degrado e
dall’abbandono un’area, l’abbiamo difesa dal degrado ma sorpattutto
l’abbiamo fatta vivere da migliaia e migliaia di cittadini romani con
centinaia e centinaia di iniziative che abbiamo raccolto in un libro
bianco. Non ci arrendiamo, non ci siamo arresi, non vogliamo arrenderci,
però bisogna dire che nel frattempo in questo anno sono successe altre
cose molto gravi. Si sono susseguiti gli sgomberi di alcuni spazi
sociali, c’è stata tutta l’iniziativa dell’ex Commissario Tronca.
Ultimamente c’è stato lo sgombero del Corto Circuito … pare che altri
sgomberi siano previsti nella nostra città per cui la situazione,
diciamo così, non è facile. Però l’importante è non arrendersi quindi
cercare di resitere e riprendersi l’agibilità della Casa della Pace e
non solo.
Facevi
riferimento all’attacco che ormai da qualche anno è in corso nella
nostra città agli spazi sociali. La Casa della Pace è soltanto uno degli
esempi di spazi sociali che hanno conosciuto lo sgombero, la chiusura, o
sono sotto minaccia di sgombero. Molti di questi spazi sociali
parteciperanno oggi all’assemblea. Chi ci sarà a partecipare a questa
assemblea?
Noi
abbiamo invitato molte realtà che sono attive nella città di Roma.
Oltre al nostro avvocato, è un avvocato che è ormai da tempo che ci
segue, Claudio Giangiacomo, che è molto preparato su questi argomenti:
gli spazi sociali, l’associazionismo, tutti gli atti amministrativi
prodotti dalle amministrazioni che hanno governato questa città
partecipa il centro sociale Corto Circuito, lo Scup, il Centro Sociale
Intifada, l’associazione Init, Decide Roma, il Cantiere Teatrale e il
Villaggio Globale che sono altre realtà di Testaccio, il centro
culturale curdo Ararat, che sta di fronte la Casa della Pace, la
Carovana delle Periferie e poi anche l’associazione ex Lavanderia.
Queste sono le realtà che partcipano oggi pomeriggio a questa assemblea
che è convocata alle ore 18 in via di Monte Testaccio 22. Naturalmente
uno degli argomenti di cui si parlerà è l’atteggiamento, il
comportamento della nuova giunta comunale che governa la città di Roma,
quindi la sindaca Raggi e i vari assessori che hanno le compenteze per
quanto riguarda il patrimonio pubblico. Dobbiamo dire che allo stato
delle cose non ci sembra che questa nuova amministrazione abbia dato
oggi dei segnali forti, importanti, per quanto riguarda la difesa degli
spazi sociali perché ci pare che ancora gli apparati, diciamo così,
apparati burocratici, amministrativi e repressivi ancora comandino in
questa città, tanto è che ci sono stati degli sgomberi ultimamente e
altri sgomberi sono previsti. Quello che diciamo noi, che vorremmo dire
all’amministrazione … tra le altre cose abbiamo invitato anche il vice
sindaco Daniele Frongia, è che questa questione degli spazi sociali,
delle realtà sociali che hanno prodotto cultura nella nostra città non
devono essere trattati come una questione di ordine pubblico, è
sbagliatissimo. Anzi, una amministrazione intelligente dovrebbe
difendere queste reti sociali che sono nate nella nosra città e
valrizzarle.
Utilizzarle come una risorsa…
Certo…
Come una risorsa perché producono cultura, cultura critica, perché in
più casi difendono un patrimonio pubblico abbandonato alla speculazione e
all’incuria e per cui hanno un ruolo sociale importante, hanno avuto e
vogliono continuare a svolgere. Vedremo se il vice sindaco parteciperà.
Comunque l’importante è, appunto, che non ci siamo arresi, non vogliamo
arrenderci. Vogliamo riprenderci la Casa della Pace.
Perfetto,
Roberto, ti ringraziamo per il tuo intervento. Chiaramente parleremo
ancora della situazione della Casa della Pace quando e se ci saranno
novità. Grazie a Roberto per essere stato con noi.
Grazie
a Radio Città aperta e naturalmetne l’invito che faccio è a
parteciparare a questa assemblea di confronto che speriamo sia
partecipata e il dibattito sia molto interessante, che permetta a tutti
di difendersi contro gli attacchi repressivi che stanno operando nella
nostra città.
Foto di Patrizia Cortellessa
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