Da tempo la compagna, stanca ed esasperata, l'aveva scongiurato di andarsene e tenersi lontano da lei e dai due bimbi piccoli. Lui aveva sì abbandonato la casa ma insisteva. E mercoledì sera ha "approfittato" del compleanno della secondogenita per tornare. Voleva unicamente, così aveva giurato, stare di nuovo insieme alla sua famiglia.Ma proprio quella sera Elsabeth Huyata Quispe è stata uccisa dal padre dei suoi figli. Un uomo facoltoso, proprietario di una farmacia e molto conosciuto dalla gente del luogo.
Vittorio Vincenzi, 56 anni, che ha messo "tranquilli" i figli (la minore di un anno e il maggiore di tre) nel soggiorno di casa dopo aver dato loro il tablet per distrarsi, s'è spostato in cucina e ha strangolato la compagna. Epilogo criminale di una relazione in difficoltà da almeno un anno.La Procura di Monza ritiene che sia abbastanza per contestare l'aggravante della premeditazione nel reato di omicidio all'uomo. Al pm Giulia Rizzo Vincenzi non ha voluto rispondere, rendendo solo delle dichiarazioni spontanee.
Si è limitato ad ammettere di aver agito perché "esasperato da quella storia", evocando addirittura presunte "vessazioni" che avrebbe subito dalla donna, paventando di essere lui la vittima anziché l'assassino. Alla base degli ultimi litigi c'erano forse mancati accordi sugli alimenti e sul tempo di "condivisione" con i bambini. L'uomo non viveva più in quella casa. Agli atti c'era una denuncia per stalking presentata dalla vittima a settembre e altre per ingiurie nel 2014.I carabinieri di Seregno e del Nucleo Investigativo di Monza la sera in cui Vincenzi ha ucciso la compagna erano intervenuti nella casa della donna, per una lite degenerata nei toni.
I militari avevano deciso di allontanare l'uomo ma gli animi si erano rasserenati o quantomeno Elisabeth, anche e soprattutto per non deludere il figlio più grande, aveva acconsentito che l'uomo rimanesse ancora nell'abitazione. Poco prima di mezzanotte s'è consumato il delitto. Vincenzi, dopo aver sbarrato la porta della cucina forse per impedire l'orribile visione della madre strangolata al figlio, ha scritto un generico biglietto di scuse e si è diretto in cima al palazzo di sette piani in piazza Mazzini, davanti alla stazione ferroviaria di Seveso, con l'intenzione, pare, di buttarsi di sotto. I carabinieri l'hanno trovato sulle scale. Aveva presto abbandonato i propositi suicidi. Si era fermato per chiamare un nipote al telefono: "Ho fatto una sciocchezza".
Nessun commento:
Posta un commento