A
quasi 20 anni dall’introduzione in Italia del lavoro in
somministrazione, 7,5 milioni di persone attraverso questo canale hanno
avuto accesso a un lavoro dipendente. Ma è roseo il panorama interinale?
No, Parliamo del lavoro interinale da cui nascono poi tutti i
provvedimenti che hanno precarizzato il lavoro, interinale, o se
preferite lavoro somministrato, fortemente voluto dal centro sinistra
oltre 20 anni fa. In Italia ci sono oltre 2mila filiali\agenzie
interinali. Ma quanti sono i lavoratori interessati ? Parliamo di quasi
400 mila nelle aziende , lavoratori la cui durata del contratto varia da
pochissimi giorni ad alcuni mesi, su questo punto le statistiche non
sono mai (volutamente) precisi. Di sicuro l'interinale non è una forma
di lavoro stabile, se non per pochissimi. Ma è cambiata nel corso del
tempo la composizione del lavoro interinale, tanto è vero che oggi lo si
trova in settori nuovi, per esempio nell'istruzione (+18,5%), settore
dove la precarizzazione della conoscenza coincide con la crisi
dell'offerta formativa, la riduzione del numero degli iscritti alle
scuole superiori e all'università L'interinale domina in settori dove i
ritmi di lavoro sono piu' intensi, dove insomma lo sfruttamento
raggiunge livelli di semischiavitù, basti pensare ai trasporti.
Qui non parliamo solo degli autisti(con il rischio sicurezzza) ma del trasporto merci, facchinaggio e magazzino, parliamo del commercio con il lavoro notturno destinato a cooperative e agenzie interinali e buste paga da fame L'interinale cresce in certi settori ma diminuisce in altri, per esempio nella pubblica amministrazione (-15%), nell'industria dei mezzi di trasporto (-12,45) e in quella del legno (-10,6 per cento, queste ultime alle prese con una crisi strutturale che sta distruggendo tanti altri posti di lavoro(dai prepensionamenti ai licenziamenti, dalla mancata conferma dei tempi determinati alla crescita degli ammortizzatori sociali fino al loro esaurimento). Una nuova geografia dell'interinale si va delineando negli ultimissimi anni e solo una parte minima di questi contratti si trasforma nel tempo in tempo indeterminato a confermare il castello di menzogne che hanno raccontato per dimostrare l'indimostrabile, ossia il lavoro in somministrazione come inizio di un percorso che avrebbe portato nell'arco di pochissimi anni a contratti stabili Nel 2008 l'industria pesava il 56,8 ma oggi è scesa al 49,3 per cento, quindi l'interinale si diffonde nel terziario. Su quasi 650 mila contratti interinali nel 2015 meno di 38 mila hanno avuto un contratto a tempo indeterminato e ricordiamo che un anno fa le industrie avevano 8000 euro e passa di sgravi del jobs act, immaginiamoci allora quali saranno i dati del 2016 con una riduzione dei finanziamenti alle imprese.
Di sicuro in Italia abbiamo circa 675mila lavoratori interinali e a prescindere dalla durata del contratto questo permette al Governo di vendere l'immagine di un paese in ripresa con una occupazione interinale dell'8%. Un statistica ballerina che si poggia su contratti precari e sulla ricattabilità della forza lavoro Attorno all'interinale si sono poi sviluppate tutte le forme di precarizzazione del welfare e della sanità, le misure integrative che stanno soppiantando lo stato sociale, a dimostrazione che la precarietà del lavoro ben presto di trasforma in precarietà del welfare e precarietà della vita.
Qui non parliamo solo degli autisti(con il rischio sicurezzza) ma del trasporto merci, facchinaggio e magazzino, parliamo del commercio con il lavoro notturno destinato a cooperative e agenzie interinali e buste paga da fame L'interinale cresce in certi settori ma diminuisce in altri, per esempio nella pubblica amministrazione (-15%), nell'industria dei mezzi di trasporto (-12,45) e in quella del legno (-10,6 per cento, queste ultime alle prese con una crisi strutturale che sta distruggendo tanti altri posti di lavoro(dai prepensionamenti ai licenziamenti, dalla mancata conferma dei tempi determinati alla crescita degli ammortizzatori sociali fino al loro esaurimento). Una nuova geografia dell'interinale si va delineando negli ultimissimi anni e solo una parte minima di questi contratti si trasforma nel tempo in tempo indeterminato a confermare il castello di menzogne che hanno raccontato per dimostrare l'indimostrabile, ossia il lavoro in somministrazione come inizio di un percorso che avrebbe portato nell'arco di pochissimi anni a contratti stabili Nel 2008 l'industria pesava il 56,8 ma oggi è scesa al 49,3 per cento, quindi l'interinale si diffonde nel terziario. Su quasi 650 mila contratti interinali nel 2015 meno di 38 mila hanno avuto un contratto a tempo indeterminato e ricordiamo che un anno fa le industrie avevano 8000 euro e passa di sgravi del jobs act, immaginiamoci allora quali saranno i dati del 2016 con una riduzione dei finanziamenti alle imprese.
Di sicuro in Italia abbiamo circa 675mila lavoratori interinali e a prescindere dalla durata del contratto questo permette al Governo di vendere l'immagine di un paese in ripresa con una occupazione interinale dell'8%. Un statistica ballerina che si poggia su contratti precari e sulla ricattabilità della forza lavoro Attorno all'interinale si sono poi sviluppate tutte le forme di precarizzazione del welfare e della sanità, le misure integrative che stanno soppiantando lo stato sociale, a dimostrazione che la precarietà del lavoro ben presto di trasforma in precarietà del welfare e precarietà della vita.
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