lunedì 17 marzo 2014

Ucraina, Crimea alla Russia: “Annetteteci”. Ucraina: “Farsa”. E blinda i gasdotti.

Plebiscito a favore della secessione (leggi). La Repubblica cambia perfino il fuso orario e la valuta. Nazionalizzati i beni statali e Kiev ora teme per le condotte di gas. Oggi altre sanzioni di Ue e Usa.

Ucraina, Crimea alla Russia: “Annetteteci”. Ucraina: “Farsa”. E blinda i gasdottiIndipendenza, richiesta di riconoscimento da parte della comunità internazionale e di annessione alla Russia. Il Parlamento della Crimea non perde tempo e 12 ore dopo la chiusura delle urne del referendum per la secessione dall’Ucraina passa dalle parole all’azione. Forte del plebiscito uscito dal voto di ieri (il 97% degli elettori si è detto favorevole al distacco della penisola dallo Stato ucraino) e soprattutto della “protezione” di Mosca esercitata con la presenza massiccia di forze armate nell’intera regione. La Crimea ha proclamato la propria indipendenza, ha chiesto di essere riconosciuta dall’Onu e a Mosca di far parte della Federazione russa con lo status di repubblica. Il matrimonio con il Cremlino sembra già cosa fatta tanto che il Parlamento della Crimea si è preoccupato di annunciare anche il cambio di fuso orario dal 30 marzo (seguirà ovviamente quello di Mosca). Il Parlamento ha anche incaricato il presidente Vladimir Kostantinov e il premier Serghiei Aksionov di firmare l’intesa per l’ingresso nella Federazione russa della Repubblica di Crimea e della città di Sebastopoli, che peraltro ha uno status particolare. E neanche troppo velatamente l’assemblea di Sinferopoli ha invitato i soldati ucraini alla diserzione: i soldati “lascino le loro basi”, che “appartengono alla nuova Repubblica”, e “potranno vivere tranquillamente qui”. “Andate nelle basi russe”, recita una nota.
L’Ucraina mobilita l’esercito: pronti 20mila volontari

L’Ucraina, in attesa di sapere cosa faranno i Paesi occidentali, fa resistenza: le forze armate di Kiev resteranno in Crimea, ha annunciato il ministero della Difesa. Il parlamento ucraino ha approvato uno stanziamento straordinario da 6,9 miliardi di grivnie (circa 530 milioni di euro) per le spese militari. Già ieri il premier aveva annunciato l’istituzione di “un fondo da 6,8 miliardi di grivnie (515 milioni di euro, ndr) per finanziare la difesa” sottolineando che sarebbero state tagliate altre spese, incluse quelle sociali. La polizia di Donetsk sarà rinforzata con unità provenienti da altre città dell’Ucraina. La città dell’est, russofona, è ultimamente teatro di violenti scontri tra filorussi e sostenitori del nuovo governo di Kiev, e la sera del 13 marzo almeno un manifestante è morto nei combattimenti. Il presidente Oleksandr Turcinov ha annunciato di aver firmato un decreto per la “mobilitazione parziale” (che coinvolgerà 20mila volontari con esperienze precedenti e riservisti). ”La Russia – ha detto il capo dello Stato, braccio destro di Iulia Timoshenko - cerca di coprire la sua aggressione in Crimea con una grande farsa chiamata referendum che non sarà mai riconosciuta dall’Ucraina, né dal mondo civilizzato”. “La Crimea – ha aggiunto il capo del governo Iatseniuk – è territorio ucraino, e lì si trovano nostri cittadini: non ci sarà alcun riconoscimento di questo cosiddetto referendum”.
Crimea: “Nazionalizzare beni ucraini”. Kiev: “Servizi alla difesa dei gasdotti”
Ma non solo: il Parlamento ha deciso di nazionalizzare le proprietà statali ucraine nell’area. Una dichiarazione messa nero su bianco che ha fatto mettere in allerta ulteriormente Kiev. Così il ministero dell’Interno fa sapere che i servizi segreti e la guardia nazionale ucraini difenderanno il sistema ucraino dei gasdotti. Sabato, secondo il governo ucraino, più di 100 paracadutisti russi si erano impossessati di una stazione per la distribuzione del gas dell’azienda statale ucraina Chornomornaftogaz vicino a Ghenicesk, nella regione di Kherson, al di là di quello che è diventato il confine di fatto tra Ucraina e Crimea.
La Russia all’Ucraina: “Trasformatevi in Stato federale e nuove elezioni”
Ora gli occhi sono puntati sui Paesi occidentali e l’eventuale reazione alle mosse di Vladimir Putin che già domani nel Parlamento russo interverrà per parlare sulla crisi ucraina. Intanto il ministero degli Esteri invita l’Ucraina a trasformarsi in Stato federale e a organizzare nuove elezioni. Mosca chiede al Parlamento ucraino di convocare un’assemblea costituzionale che rediga una nuova Costituzione rendendo il Paese a struttura federale e concedendo più poteri alle sue regioni. Il ministero afferma che le proposte rientrano negli sforzi per allentare le tensioni in Ucraina con mezzi diplomatici.
L’Ue: “Manderemo il segnale più forte possibile”. Attese sanzioni anche dagli Usa
Tutti gli Stati dell’Unione Europea e gli Stati Uniti d’America hanno definito il referendum illegale e, come sottolinea oggi la cancelleria tedesca, “questo significa che per noi come per la comunità internazionale nulla è cambiato nella integrità territoriale dell’Ucraina” anche se Putin deve restare l’interlocutore: “Che ci piaccia o no dobbiamo parlare con quest’uomo”. I ministri degli Esteri europei oggi valuteranno “ulteriori” azioni dopo il “cosiddetto referendum” in Crimea, visto il quale “non si può far finta di niente” ma “ci deve essere una risposta” e sarà quindi “mandato il segnale più forte possibile” alla Russia, come ha detto l’alto commissario per gli Affari esteri Catherine Ashton che ha sottolineato da una parte che “non si constatano” segnali di distensione, dall’altra che “l’Ucraina vuole avere buoni rapporti con la Russia, così come li vogliono avere l’Unione europea ed il resto del mondo”.

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