A un mese dall’ordinanza che ha bloccato il consumo dell’acqua regionale
in alcuni quartieri di Roma Nord, ancora non si conoscono i risultati
delle analisi che hanno spinto il sindaco a firmare il divieto.
ilmessaggero.it lorenzo de cicco
Un "giallo" sul quale i residenti dei quartieri colpiti dall’emergenza
arsenico vogliono vedere chiaro. Per questo hanno deciso di lanciare un
appello alla Regione e all'Arsial, il carrozzone pubblico che fa capo
all'ente guidato da Zingaretti che gestisce gli acquedotti incriminati.
«Scriveremo una lettera alla Regione – annunciano i comitati di zona – e
chiederemo che tutte le analisi realizzate dalla Asl vengano rese
pubbliche su internet» perché «è assurdo che nessuno sappia ancora quali
siano gli esatti valori di arsenico presenti nell’acqua. Non sappiamo
quanto questa sostanza cancerogena abbia sforato i limiti consentiti
dalla legge e di conseguenza quanto possa essere stata pericolosa per la
nostra salute».
LA RABBIA
«Il problema dell'acqua nella nostra zona non è stato ancora chiarito in
via definitiva», lamentano dal Comitato di quartiere di Pian Saccoccia,
una delle zone rimaste senza acqua potabile dal primo marzo. «Le
domande a cui l'amministrazione e le altre autorità competenti devono
dare una chiara risposta sono tante», aggiungono. A partire da una
questione divenuta ormai centrale: «Quali sono i risultati effettivi
delle analisi della Asl?». I residenti chiedono di sapere «l’indicazione
precisa dei valori eccedenti quelli ammissibili per legge». I cittadini
vogliono risposte. Sia dal Campidoglio che dalla Pisana: «Qual è stata
l'effettiva causa della contaminazione dell'acqua? – chiedono sempre dal
comitato di quartiere – Le tubature in disfacimento e prive di
manutenzione oppure le falde acquifere inquinate visto che l'Arsial
pompava l'acqua dai pozzi situati nella zona?».
RESPONSABILITÀ
E ancora: «Di chi sono le responsabilità sull'incredibile ritardo col
quale l'amministrazione è intervenuta rispetto alle date in cui la Asl
ha comunicato i risultati della analisi? Quali provvedimenti effettivi
sono stati presi per risolvere il problema e per evitare che centinaia
di persone vivano uno stato di disagio e rischio per la propria
salute?». Perplessità che si tradurranno in una lettera da inviare alla
giunta regionale e all'Arsial. «Scriveremo alla Regione», annuncia
Riccardo Corsetto, rappresentante del comitato di zona “DifendiAmo
Roma”. «È assurdo che nessuno sappia ancora quali siano gli esatti
valori di arsenico nell’acqua. Sappiamo solo che sono illegali, fuori
dai parametri nazionali ed europei. Ma non sappiamo di quanto questa
sostanza cancerogena abbia sforato i limiti consentiti». «Tutti i
risultati vengano pubblicati online, c'è bisogno di trasparenza»,
chiedono dal Comitato per l'acqua potabile. «Abbiamo il diritto di
sapere, dopo avere pagato le bollette per tanti anni», aggiunge Achille
Giachetti, residente a Santa Maria Galeria.
LA ASL
Il dipartimento Lavori Pubblici del Comune intanto ha chiesto
ufficialmente alla Asl Roma C di realizzare nuovi controlli. Il
provvedimento è stato emesso mercoledì, perché tutte le verifiche
vengano completate però bisognerà attendere qualche settimana.
L’obiettivo dei nuovi accertamenti è capire se, dopo le operazioni di
clorificazione degli ultimi giorni, almeno la forte contaminazione
batterica riscontrata dalla Asl sia stata eliminata. A quel punto
l’acqua potrebbe essere utilizzata dai cittadini almeno per lavarsi.
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domenica 23 marzo 2014
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