venerdì 14 marzo 2014

Renzi: "Se bonus non arriva, sono buffone". E assicura: "Nessun prelievo su pensioni".

Renzi: "Se bonus non arriva, sono buffone". E  assicura: "Nessun prelievo su pensioni"Il premier garantisce che il governo italiano manterrà la parola data: "Terremo conti in ordine non perché lo chiede l'Europa, ma perché lo chiedono i nostri figli". E sfida gli scettici: "Le coperture ci sono".
repubblica.it di PIERA MATTEUCCI

ROMA - Un'Italia pronta a mantenere gli impegni con la Ue, "ma l'Europa deve cambiare". Conti in ordine? Sì, non perché arrivano richieste esterne, ma "perché lo chiedono i nostri figli". Parole che sembrano quasi un manifesto. E sul taglio dell'Irpef nessun dubbio: "Le risorse ci sono". Il giorno dopo la conferenza stampa in cui ha illustrato le misure per ridurre le tasse, il presidente del Consiglio, Matteo Renzi ribadisce la volontà del nostro Paese di rispettare la parola data all'Europa, ma ribadisce che il più grande impegno è cambiare per far tornare l'Europa vicina ai cittadini. Non solo. Ospite di Porta a Porta, il premier sulla manovra annunciata ieri continua a giocarsi il tutto per tutto: "Se il 27 maggio i soldi non arrivano, vuol dire che Matteo Renzi è un buffone". Il presidente tranquillizza i pensionati, smentendo l'ipotesi avanzata dal commissario alla spending review Carlo Cottarelli, che oggi ha parlato di chiedere un contributo a chi prende oltre 2.500 euro di pensione: "L'idea che uno che guadagna 2-3mila euro di pensione sia chiamato a dare un contributo forse c'è per Cottarelli, ma io la escludo". Così come esclude il ricorso alla patrimoniale. Mentre si può immaginare che i margini delle aliquote fiscali potranno cominciare a scendere se il governo durerà. E non manca la rivendicazione della paternità dell'Italicum: "Se non c'eravamo noi non c'era neanche la legge elettorale".


"Bonus a maggio io sono un buffone". Il premier ci mette di nuovo la faccia e assicura l'arrivo, a maggio, di 85 euro in busta paga. Prevede che l'operazione richiamerà una pioggia di critiche, ma non le teme: "Immagino le polemiche, ma stiamo cercando di rendere visibile in busta paga" che i soldi in più che andranno a chi guadagna meno di 1.500 euro al mese, saranno dovuti al "bonus garantito dalla manovra del governo. Mi diranno: è marketing? Sì, è anche questo".

Prelievo su pensioni. Niente prelievi, dunque, sulle pensioni fino a 3.000 euro: "I pensionati non daranno alcun contributo", tranquillizza Renzi. I pensionati pagheranno di più? "No", dice il premier. Avranno un beneficio? "Neanche", risponde il capo dell'esecutivo. "Chi pensa che i pensionati pagheranno la manovra sbaglia", dice il presidente del Consiglio.

Cinghia della politica da stringere. Le coperture per mantenere i conti in ordine, ci sono, insiste il premier, basta saperle usare nel modo giusto: "Certo che i soldi ci sono: il punto è dove si mettono, sono anni che la politica allarga il suo raggio di azione e i cittadini pagano. Noi stiamo proponendo un'inversione, la politica stringe la cinghia e ne beneficiano i cittadini". La copertura per il taglio dell'irpef viene sostanzialmente da tre canali, ribadisce il premier: la spending review, il taglio degli stipendi dei manager pubblici e i risparmi derivanti dal calo dello spread. "La spending review può portare 7 miliardi, Cottarelli prudenzialmente ha detto 3 mld perché teme che non ci sia la volontà politica di fare tutti quei tagli...La spending review sarà responsabilità di Palazzo Chigi' - precisa il premier -. La colpa del fatto che si vada a tagliare qualcosa se la prende il presidente del Consiglio''. Poi arriveranno "500 mln di euro dagli stipendi dei manager pubblici. Ci sono molti dirigenti della pubblica amministrazione che guadagnano più del presidente della Repubblica, è giusto? No. Io sono convinto che i dirigenti italiani siano bravissimi, ma perché devono essere pagati più dei loro colleghi britannici?". Infine, c'è il risparmio derivante dal calo dello spread, che secondo Renzi potrebbe essere intorno ai 2 miliardi.

Legge elettorale. "Se io non avessi messo fretta non avremmo approvato la legge elettorale neanche nel 2015...''. Renzi rivendica il traguardo raggiunto, sottolineando che è stato importante aggiungere ''un senso di urgenza''. ''Darsi dei tempi e' fondamentale'', osserva il premier, ''ma è un rischio pazzesco''. Non esclude che al Senato ci possano essere modifiche e non risparmia una battuta sarcastica per gli scettici: "Al Senato le forze politiche che hanno fatto l'accordo si dovranno guardare negli occhi, su alcune cose dei passi in avanti si possono fare, ma solo con l'accordo di tutti. Sostenere che questa legge elettorale è peggio del Porcellum significa aver mangiato male". Una partita che si augura di chiudere presto: "Io spero che entro il 25 maggio facciamo la prima lettura della riforma del Senato e che riusciamo a cambiare la legge elettorale".

L'impegno europeo. Matteo Renzi, parlando al convegno "Il valore dell'Europa. Crescita, Occupazione e diritti" alla Camera, e poi a Porta a Porta, ribadisce la sua visione dell'Europa, che deve essere l'Europa "dei cittadini dei popoli e delle speranze, non solo dei vincoli". Ma non è solo per l'Europa che l'Italia vuole tenere fede alle promesse. L'impegno di mantenere i conti in ordine l'Italia lo vuole rispettare "perché ce lo chiedono i nostri figli". "I sondaggi dimostrano che non è solo una crisi dell'Europa, ma della rappresentanza, delle istituzioni politiche, dei partiti e dei Parlamenti. È mancato  da parte nostra far sentire ai cittadini di sentirsi parte di un destino comune", ha aggiunto il premier. 

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