Sul sito di Greenpeace l'elenco delle carte riservate della commissione parlamentare d'inchiesta sui rifiuti tossici. Molti i documenti forniti dall'Aise che possono portare elementi nuovi sull'assassinio della giornalista e del collega Hrovatin. Petizione di Articolo 21: "Ora Boldrini li renda pubblici"
Greenpeace lo scorso novembre aveva chiesto alla presidenza della Camera di avviare la desecretazione dei dossier sui traffici di rifiuti. All’inizio di marzo l’ufficio di presidenza ha discusso del tema, con una relazione della vice presidente Marina Sereni (Pd), che annunciava la selezione di 152 documenti. I dossier secretati sono in realtà almeno 2000, considerando solo l’ultima commissione rifiuti e la commissione Alpi-Hrovatin.
Nella lista dei documenti segreti e riservati acquisiti dalla commissione Pecorella ci sono molti dossier estremamente rilevanti. Ad esempio si contano almeno un centinaio di fascicoli su Giorgio Comerio, il faccendiere italiano che negli anni ’90 proponeva l’affondamento delle scorie radioattive nei fondali marini. E ancora, due dossier provenienti dall’Aise (il servizio segreto con competenza sull’estero) sul caso Alpi: “Annesso nr.395 – prot. 279867/123/01 avente ad oggetto: Barre d’uranio – caso ALPI”, il primo, datato 24 ottobre 2003 e “Annesso nr.400 – prot. 90376/932/08DP avente ad oggetto: Ilaria ALPI Miran HROVATIN”, datato 8 aprile 2005. Tanti i documenti sulla Somalia, a dimostrazione che l’ipotesi dei traffici italiani verso il corno d’Africa non è una semplice tesi giornalistica: “Somalia, rifiuti tossici”, è il titolo di un fascicolo consegnato dall’Aise alla commissione Pecorella, datato 14 aprile 2005. Sempre nel 2005 i servizi di sicurezza hanno prodotto diverse note informative sui traffici di rifiuti e di armi diretti nel paese dove morirono Ilaria Alpi e Miran Hrovatin.
Sulla procedura di desecretazione Articolo 21 ha lanciato nei giorni scorsi una petizione che verrà consegnata a Laura Boldrini, chiedendo di rendere pubblica tutta la documentazione depositata negli archivi di Montecitorio. A oggi nessun commento è arrivato dalla presidente della Camera.
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