La Difesa per la prima volta apre sulla vicenda dei cacciabombardieri. Poi il ministro precisa: «C’è impegno del governo, aspettiamo indagine per decidere».
Sui
cacciabombardieri F35 «è lecito immaginare che si può ripensare, si può
ridurre, si può rivedere». La svolta arriva dal ministro della Difesa,
Roberta Pinotti che a Sky Tg24, ospite di Maria Latella, precisa che
l’ordine degli F35 prevede l’acquisto di 90 aerei. Pinotti aggiunge che
prima di tagliare o ridurre «bisogna chiedersi: vogliamo un’aeronautica?
Dobbiamo chiederci che tipo di difesa vogliamo, quale tipo di
protezione ci può servire. C’è un impegno assunto dal governo,
aspettiamo la fine dell’indagine conoscitiva per prendere una
decisione».
Tagli al personale civile e ai presìdi
Pinotti
ha anche annunciato tagli alle spese della Difesa: «Ripensare, ridurre,
rivedere: queste sono le tre “r” che applicheremo a tutte le spese.
Passeremo da qui al 2024 da 190mila soldati complessivi a 150mila, e già
nei prossimi anni arriveremo a 170mila». Ma non solo. Ha anche
annunciato la chiusura di caserme. « Chiuderemo 385 caserme e presidi.
Entro un mese - annuncia Pinotti - porterò il provvedimento in Cdm e
attiverò una task force per le dismissioni. «La mia intenzione e’
portare un provvedimento ad hoc in Cdm entro un mese». I tagli alla
Difesa sarebbero già in atto: «Abbiamo già cominciato. Noi stiamo
passando da un effettivo di 190mila militari a 150mila da oggi al 2024 e
poi ridurremo da 30mila a 20mila il personale civile della Difesa.
Insieme a questo programma abbiamo deciso di chiudere 385 caserme e
presidi militari. Non solo penso che qualcuno possa acquistarli ma per
facilitare queste dismissioni ho intenzione di allestire una task
force».
Linea forte e determinata per i Marò
Il ministro è intervenuto anche sulla vicenda dei Marò. «Di errori nella vicenda ne
«Latorre e Girone non possono essere giudicati in India»
sono stati fatti tanti ma io penso non sia utile concentrarsi su questo
aspetto. La situazione è molto complicata e sarebbe sbagliato buttare
la croce addosso ai ministri che sono venuti prima di me ma, insisto,
questo è il momento in cui bisogna avere una linea forte e determinata».
Secondo Pinotti «Latorre e Girone non possono essere giudicati in
India, perché metterebbe in discussione lo status di tutti quei
militari, e non parlo solo di quelli italiani, che partecipano alle
missioni fuori dai propri confini. Per questo vogliamo
internazionalizzare la vicenda. Quello che è accaduto ai nostri due
marò, potrebbe capitare a qualsiasi altro militare di altri Paesi. Per
questa ragione -ha concluso- abbiamo chiesto la solidarieta’ dei
ministri della Difesa europei e alla Nato
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