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La spiacevole sensazione di essere topolini sulla ruota che corrono e corrono senza poter andare né avanti né indietro credo stia prendendo alla gola persino i più tetragoni “tuttobenisti”. convinti della intima benevolenza del potere e soprattutto terrorizzati dalla prospettiva di dover abbandonare questa comoda visione delle cose. Del resto siamo in effetti in una sorta di strada senza uscita: se volessimo riassumere la situazione in poche, ma forti parole occorre prendere atto che l’accelerazione del paradigma dell’emergenza ha uno scopo tanto semplice, quanto nascosto: mascherare il collasso socioeconomico del capitalismo finanziario e dunque anche il collasso delle elite nordamericane che lo hanno cavalcato senza ritegno. Il fatto che si disponga ormai di solide prove della presenza del coronavirus un anno prima della dichiarazione della pandemia e che persino la Missione internazionale dell’Ocse abbia riconosciuto le massicce violazioni del cessate il fuoco da parte delle truppe ucraine, dimostrano come tutto sia stato in qualche modo costruito per far saltare il banco ed evitare che fosse il sistema stesso a essere messo dotto accusa. Ecco perché assistiamo alla morte programmata di ogni ragionevolezza: mentre continuano a dirci che la crisi in arrivo è il risultato di avversità globali che hanno colto di sorpresa il mondo ( da Covid-19 a Putin-22), è vero il contrario, ovvero è il crollo dell’economia la causa di questi “disastri”. Ciò che ci viene venduto come una minaccia esterna è infatti la proiezione ideologica dei limiti interni e della progressiva decomposizione della modernità capitalista. Quindi il “nemico” qualunque esso sia o venga costruito non è più progettato per legittimare l’espansione dell’Impero, ma al contrario serve a mascherare il fallimento della nostra economia piena di debiti.
Dalla caduta del muro di Berlino, lo sviluppo del capitale, noto anche come globalizzazione, ha gradualmente eroso il potenziale del capitale stesso. La risposta a questo sviluppo implosivo è stata lo scatenarsi di emergenze globali che devono essere sempre più permanenti e tenute in vita da iniezioni sempre più grandi di paura, caos e propaganda. Ricordiamo tutti come tutto ebbe inizio all’inizio del millennio, con al-Qaeda, la “guerra globale al terrore” e la minuscola fiala di polvere bianca di Colin Powell. Sono seguiti i talebani, lo Stato islamico, la Siria, la crisi missilistica nordcoreana, la guerra commerciale con la Cina, il Russiagate e infine il COVID-19, in un crescendo di tensioni. Ora sembra incombere una nuova Guerra Fredda, o forse tiepida che si presenta come la madre di tutte le emergenze. Tuttavia ancora adesso sembra difficile sgretolare definitivamente l’illusione promossa dall’ideologia neo liberista di una crescita senza lavoro dentro un nuovo Eldorado capitalista sotto forma di bolla economica. In tale contesto di illusione, disorientamento, ignoranza attentamente coltivata e abulia intellettuale, è ovvio che le situazioni di emergenza non possono essere disinnescate ancorché sia abbastanza facile farlo: esse non sono che il trompe l’oeil che nasconde agli occhi l’edificio diroccato del capitalismo globalista nel quale il denaro fittizio è sempre più disaccoppiato dal valore mediato dal lavoro. Cioè dall’unica forma di valore reale
La crescita economica negli anni ’90 è stata alimentata da un “meccanismo di riciclaggio” in cui la domanda, il potere d’acquisto e la produzione di beni e servizi erano sostenuti da denaro (speculativo) contraffatto, l’economia reale non era più basata sul reddito da lavoro e sui guadagni, ma era guidata dalla speculazione sui prezzi delle attività finanziarie: mucchi di denaro fittizio senza sostanza di valore che sono andati crescendo in maniera esponenziale. secondo un circolo vizioso di pseudo accumulazione. L’attuale grottesca sopravvalutazione di tutte le attività a rischio (azioni, obbligazioni e immobili) suggerisce che le élite continueranno a utilizzare il loro potere politico per guadagnare tempo e ritardare lo scoppio di una bolla del debito che avevano iniziato a gonfiare anni prima che Covid e Putin diventassero capri espiatori delle crisi a catena che si susseguono, Rimane da capire come mai proprio la cultura di sinistra post moderna o post marxista o comunque la si viglia chiamare che avrebbe dovuto avere gli strumenti per comprendere il “momento storico ben prima che si arrivasse al disastro attuale, siano invece interamente coinvolta nella caduta verticale e per giunta aggrappandosi spesso a concezioni inconsistenti.
Ad ogni modo l’Ucraina ci fornisce un quadro preciso di questi meccanismi. Dietro la loro morale, i politici occidentali, sotto la pressione dei loro burattinai della finanza continuano a sabotare la diplomazia imponendo sanzioni alla Russia, pompando tonnellate di armi in Ucraina e fornendo miliardi di dollari in aiuti finanziari. A parte la convenienza parallela di loschi accordi di armi e denaro, l’obiettivo è quello di intensificare deliberatamente un conflitto che sta trasformando migliaia di persone in carne da cannone mentre alimenta le fiamme di una potenziale guerra nucleare. Come per il Covid, il paradigma della paura è essenziale per costringerci all’obbedienza psicologica. Quindi non c’è alcuno appello alla razionalità e alla giustizia o di buon senso che possa cambiare questa situazione, siamo noi che dobbiamo salvare noi stessi, mandando all’aria il piano di distruggere l’economia reale per permettere allo 0,1 e forse anche meno di sopravvivere all’implosione del sistema che ha creato.
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