domenica 30 ottobre 2022

L’intelligence del Regno Unito e USA in prima linea contro la Russia

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Gli eventi bellici non hanno un doppio significato, forse più obiettivi ma il messaggio è chiaro e forte.

Gli USA, il Regno Unito e la Nato hanno dichiarato guerra alla Federazione della Russia senza coinvolgere alcuna forma diplomatica, sono i fatti che hanno nel concreto dichiarato guerra.

Ci sono voluti anni e ci sono riusciti, lentamente hanno esteso la presenza militare, l’intelligence, armamenti e soldati vicinissimi a i confini della Federazione della Russia. Hanno speso miliardi di dollari per agire all’interno degli Stati ex Unione Sovietica e anche all’interno della Federazione della Russia.

L’ultimo baluardo di resistenza era rappresentato dall’Ucraina, la sua sovranità è stata spazzata via in pochi giorni con un colpo di stato e la vera motivazione di tutto questo si è svelata con l’attacco alla popolazione ucraina di lingua russa residente nel Donbass. Otto lunghi anni di guerra, assassinii, torture, carcere e persecuzione compiuta da mercenari, gruppi armati nazisti, contro la popolazione del Donbass.

Dal 2014 al 2016, l’esercito ucraino non è riuscito a raggiungere obiettivi importanti, salvati solo dall’intervento del regno Unito, degli Usa, dalla Germania e dalla Francia.

La storia rivelerà quanto di verità nelle parole di Putin in merito all’inevitabilità di prevenire un ulteriore e più feroce attacco alla popolazione del Donbass.

Per l’intelligence anglosassone era un’occasione imperdibile e non hanno mai smesso di fornire soldi, armi, formazione per ricostruire l’esercito ucraino, allo sbando e incapace da solo di continuare la persecuzione dei cittadini del Donbass.

Dal 24 febbraio 2022, nonostante centinaia di migliaia di soldati ucraini posizionati sul territorio, l’esercito del regime di Kiev è nuovamente al punto di partenza, le forze armate russe controllano quasi il 20% del territorio ucraino e agli USA e al regno Unito non resta che sporcarsi le mani.

Nelle prime ore del mattino, le navi e i mezzi di difesa aerea della flotta russa del Mar Nero, ancorata nelle acque della baia di Sebastopoli, sono state impegnate nel combattimento da un gran numero di droni ucraini.

Alcuni rapporti ufficiali segnalano anche la distruzione di un drone sottomarino, probabilmente simile a quello scoperto a settembre al largo di Soldier Beach e non sono state colpite strutture civili o militari nella città di Sebastopoli. Un drone da ricognizione statunitense RQ-4B-40 Global Hawk è stato segnalato nello spazio aereo neutrale sopra il Mar Nero durante l’attacco.

Come da regola di ogni conflitto, la propaganda fa capolino con la sua nebbia e non è più comprensibile cosa realmente è accaduto. Fonti ucraine confermano di aver colpito 4 navi, fonti russe confermano di un solo dragamine e accusano il coinvolgimento dell’intelligenze del regno Unito. In questo caso, l’intelligenze russa ha indicato il luogo esatto dove il coordinamento di militari del Regno Unito hanno guidato l’attacco ucraino. Mosca non si limita ad accusare il coinvolgimento dell’intelligence inglese a questo evento bellico ma precisa, in una nota ufficiale, il coinvolgimento inglese anche nell’azione di sabotaggio del Nord Stream2. Diplomaticamente per ora c’è solo il silenzio.

Sui fronti, le forze russe hanno colpito le posizioni ucraine nella regione di Chernihiv, a Hai, Khrenovka e Leonovka, Kharkiv,, Veternyornoye, Strelechiha e Staritsa.

In direzione di Starobelsk, le forze russe hanno colpito le formazioni ucraine a Chugunivka, Dvurechna, Berestove e Olhivka.

Nel settore di Bakhmut (Artemivsk), le forze missilistiche e l’artiglieria russa hanno sparato su concentrazioni di uomini e attrezzature ucraine a Bakhmut, Bakhmut, Bilohorivka, Soledar e Kleshcheyivka.

In direzione Donetsk, le forze armate russe hanno colpito obiettivi a Yakovlevka, Avdiyivka, Novomikhaylovka, Pervomayske, Vodyane e Ugledar.

Le formazioni ucraine, a loro volta, hanno bombardato Donetsk, Dokuchaievsk e Yasynuvata con cannoni di grosso calibro.

Nella regione di Zaporizhzhya, le forze russe hanno colpito le posizioni ucraine a Malyi Shcherbaki e Hulaypil. Contemporaneamente, questa notte, le forze Armate russe hanno colpito sui punti di tiro ucraini a Nikopol e Dobroi Nadezhda.

Nel settore Nikolaevo-Berislavsk, le forze armate russe, hanno colpito gruppi di formazioni ucraine a Davydov Brod, Kobzartsy e Malaya Seideminukha.

In direzione di Kremenna. Le forze ucraine hanno più volte attaccato la linea difensiva russa ma tutti i tentativi di sfondare lsono falliti. Non ci sono informazioni precise ma le perdite ucraine potrebbero essere molto alte.

In direzione di Spornyy

Nel settore di Lysychansk, continuano gli scontri nei pressi del villaggio di Spornoye, dove le forze armate ucraine stanno cercando di sfondare la difesa russa e raggiungere la periferia di Severodonetsk.

Il fuoco dell’artiglieria delle forze armate russe è costante e di alta intensità e questo impedisce all’esercito ucraino di portare riserve e rifornimenti in prima linea, riducendo l’efficacia di combattimento delle formazioni ucraine nei pressi di Sporny.

Questa strategia e questo andamento del conflitto sembra estendersi su tutto il fronte, le forze armate ucraine detengono ancora un rapporto vantaggioso rispetto al numero dei soldati schierati ma i risultati raggiunti sono poco significanti e questo condiziona l’operato dell’intelligence del regno Unito e degli USA, costretti, giorno dopo giorno, ad un maggiore coinvolgimento.

Anche oggi il negoziato per lo scambio dei prigionieri di guerra ha avuto la sua giornata positiva.

Questa mattina si è svolto un nuovo scambio di prigionieri tra Russia e Ucraina con la formula “50/50”. Il responsabile della DNR Denis Pushilin è stato il primo ad annunciare lo scambio, mentre il rilascio dei militari russi è stato confermato dal Ministero della Difesa russo.

Da parte ucraina, il capo dell’ufficio presidenziale, Andriy Yermak, ha fornito una relazione dettagliata sullo scambio. Secondo lui, la Russia ha liberato:

12 soldati della Guardia Nazionale, tra cui 2 nazionalisti del battaglione Azov. 18 militari della Marina. 8 guardie di frontiera. 9 militari della Difesa Territoriale e 2 civili.

Lo scambio è avvenuto vicino al villaggio di Kamenskoye nella regione di Zaporizhzhya. La leadership ucraina ha confermato che i soldati ucraini saranno gli ultimi a essere rimpatriati: Kiev sta dando priorità ai nazionalisti, che vengono trasformati in eroi per la propaganda. Anche per questo scambio, i social ucraini diffondono le immagini dei nazionalisti ritornati a casa e sorridenti.

Al regime di Kiev occorrono sempre altre armi e questa situazione, nelle ultime 48 ore è sotto i riflettori della stampa USA. La proliferazione incontrollata delle armi inviate a Kiev è ora un problema affrontato dai media statunitensi. I giornalisti Joe Gould di Defence News e altri non sono più indifferenti e pongono domande scomode per il pentagono e la Casa Bianca.

Allo stesso tempo, sono state diffuse diverse notizie sulle attività volte a controllare le consegne di armi occidentali, precedentemente fornite a Kiev, a Paesi terzi. E il fatto che le armi occidentali fornite a Kiev si stiano gradualmente diffondendo in Europa e in Medio Oriente è già un dato di fatto.

Per ora sembra che il problema del mercato “nero” non sia una priorità, perchè la tesi dell’aiuto all’Ucraina e quindi la necessità di inviare armi a Kiev è ancora solida. I fatti confermano questa tesi, la Slovenia in queste ore sta consegnando alle forze armate ucraine 28 carri armati M-55S, aggiornati al modello del T-55.

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