mercoledì 26 ottobre 2022

Guerra. I moralisti del Bene assoluto.

Se c’è una cosa che non sopporto di questa guerra russo-ucraina è il trito moralismo di chi la interpreta. 

Ucraina - Russia, le news dalla guerra del 6 ottobre - la Repubblica

multipolare.it Mikos Tarsis

Usare categorie meramente etiche, che si pretende siano valide in ogni tempo e luogo, è come tornare indietro di 2400 anni, quando Platone, filosofo ingenuo e totalitario allo stesso tempo, cercava l’idea assoluta del Bene. Non a caso Nietzsche diceva ch’era lui il vero fondatore del cristianesimo.

Già parlare di “guerra russo-ucraina” è sbagliato. Questa è una guerra che gli euroamericani conducono in Ucraina contro la Russia sin dai tempi della cosiddetta rivoluzione arancione del 2004, quando gli ucraini filo-occidentali rifiutarono la vittoria elettorale del filo-russo Janukovyč.

Il ruolo degli USA è sempre stato preponderante rispetto a quello della UE, ma questo dipende dal fatto che nella NATO sono loro che comandano. Quella non è un’alleanza tra Stati paritetici. Infatti il golpe del 2014, sempre contro Janukovyč, furono soprattutto gli americani a organizzarlo. Gli europei seguono le direttive americane come un cagnolino addomesticato il suo padrone.

A quel tempo la UE scongiurò una guerra dell’Ucraina, appoggiata dagli USA, contro Mosca, riconoscendo il fatto che la Crimea era passata sotto la Russia.

La mediazione europea, soprattutto franco-tedesca, sotto la pressione russa, fu anche indotta ad accettare parzialmente le esigenze rivendicative dei separatisti del Donbass: nessuno riconobbe ufficialmente le due repubbliche di Donetsk e Lugansk, però si condivise l’idea che il conflitto tra Kiev e le due repubbliche venisse regolamentato dai due Accordi di Minsk. Gli europei non volevano vedere un’altra guerra in Europa dopo quella disastrosa che aveva frantumato la Jugoslavia, cui la NATO aveva partecipato in maniera scriteriata.

Resta il fatto che dal 2014 allo scorso 24 febbraio la UE non è mai riuscita a impedire né che l’Ucraina diventasse un Paese sostanzialmente neonazista, né che il governo di Kiev conducesse una guerra civile contro le due repubbliche del Donbass, che comportò 14.000 morti e una orrenda strage a Odessa. Praticamente in questi ultimi otto anni la UE ha semplicemente dimostrato che la volontà degli USA di scatenare una guerra contro la Russia non poteva essere ostacolata da niente e da nessuno. Non si è riusciti a democratizzare l’Ucraina: si è finiti con l’ucrainizzare l’Europa.

Infatti dopo il 24 febbraio gli europei han smesso di riconoscere un qualche valore al principio di autodeterminazione dei popoli, quello che ha indotto i russi a mettere in atto la solidarietà nei confronti degli abitanti russofoni e filo-russi perseguitati nel Donbass. Subordinati completamente alla narrativa americana, gli europei han preferito negare questo principio in nome di altri due: la sovranità politica dello Stato e l’integrità territoriale della nazione. In nome di questi due diritti han dichiarato guerra alla Russia, arrivando persino a rimettere in discussione il ruolo della Crimea.

Da questa visione parziale delle cose è nata negli europei l’interpretazione distorta dei fatti, fino alla negazione completa della verità. Di qui le schematiche e sostanzialmente false contrapposizioni categoriali di aggredito e aggressore, occupante e occupato, invaso e invasore… che il mainstream continua ancora oggi a usare, in pieno stile orwelliano.

Tutti gli statisti europei si sono messi al servizio della volontà che gli americani esprimevano attraverso sanzioni antirusse, sostegno finanziario agli ucraini e appoggio militare attraverso la NATO. Nessuno ha avuto il coraggio di negare alla UE la sua funzione di mera colonia degli USA.

Ora la domanda che ci si pone è la seguente: una potenza economica priva di qualunque spessore politico, che possibilità ha di sopravvivere in un mondo multipolare? Non è ridicolo che gli statisti europei si appellino alla sovranità politica degli Stati e all’integrità territoriale delle nazioni, quando nei loro rapporti con gli americani sono proprio questi due valori che vengono meno? Il primo perché a livello geopolitico non abbiamo voce in capitolo; il secondo perché siamo occupati dalle basi americane, che godono della extraterritorialità.

I moralisti del Bene assoluto, figli di un’Europa che ha scatenato due guerre mondiali, sapranno impedire che ne scoppi una terza?

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