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Su chi abbia materialmente fatto saltare i gasdotti Nord Stream il mese passato resta il mistero. I paesi coinvolti come Germania, Danimarca e Svezia hanno finora rifiutato di condividere i risultati delle indagini svolte. Mentre la Russia, altra parte in causa, è stata esclusa.
Adesso però Mosca lancia accuse ben precise.
Il ministero della Difesa russo ha denunciato che specialisti della marina britannica sono coinvolti negli attacchi contro i gasdotti Nord Stream nel Mar Baltico. Lanciando così quella che rappresenta la prima accusa formale e diretta rivolta al Regno Unito per il grave incidente che ha messo in dubbio le forniture energetiche dell'Europa.
"Secondo le informazioni disponibili, i rappresentanti di questa unità della Marina britannica hanno partecipato alla pianificazione, alla fornitura e all'attuazione di un attacco terroristico nel Mar Baltico il 26 settembre di quest'anno - facendo esplodere i gasdotti Nord Stream 1 e Nord Stream 2", ha dichiarato il ministero.
Da Mosca affermano che esperti britannici che si trovavano nella città di Ochakov, situata in Ucraina, hanno partecipato alla pianificazione, fornitura e attivazione delle esplosioni.
Il ministero della Difesa ha inoltre affermato che gli stessi specialisti britannici hanno preparato "l'attacco terroristico alle navi della Flotta del Mar Nero e alle navi civili" a Sebastopoli perpretato sabato mattina. Il dragamine Ivan Golubets e lo sbarramento della Baia Yuzhnaya hanno subito danni minori nell'attacco, si legge in un comunicato.
Il Ministero della Difesa britannico ha liquidato le dichiarazioni di Mosca come "false".
Nel frattempo, la portavoce del Ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha dichiarato che Mosca intende portare la questione degli "attacchi" nel Mar Nero e nel Mar Baltico, compreso il coinvolgimento britannico, davanti al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Inoltre, Zakharova ha affermato che Danimarca, Svezia e Germania volevano nascondere il coinvolgimento dei servizi segreti britannici negli attacchi al gasdotto. Ha anche ricordato che Mosca ha ripetutamente chiesto a questi Paesi di permetterle di partecipare alle loro indagini sul sabotaggio.
"Il fatto che queste nazioni abbiano rifiutato la nostra richiesta conferma che hanno qualcosa da nascondere. Ora sappiamo esattamente cosa stanno nascondendo”.
Stoccolma e Copenaghen hanno avviato le indagini perché le esplosioni si sono verificate nelle loro zone economiche esclusive e Berlino perché i gasdotti sono destinati al territorio tedesco.
Secondo il Presidente russo Vladimir Putin, dietro questi attacchi c'è qualcuno "in grado di organizzare tecnicamente le esplosioni e che ha già fatto ricorso a questo tipo di sabotaggio ed è stato colto in flagrante, ma è rimasto impunito". Il presidente ha anche affermato che ora gli Stati Uniti "possono fornire risorse energetiche a prezzi più alti". "Come si dice nelle aziende rispettabili, 'highly likely', tutto è chiaro, è chiaro chi c'è dietro e chi sono i beneficiari", ha aggiunto.
"Gli anglosassoni non si accontentano più delle sanzioni, sono passati al sabotaggio. Incredibile, ma vero. Organizzando esplosioni sui gasdotti internazionali Nord Stream, che corrono lungo il fondo del Mar Baltico, hanno praticamente iniziato la distruzione dell'infrastruttura energetica paneuropea", ha concluso Putin.
La Russia ha infine chiesto perché avrebbe dovuto sabotare le proprie
condutture, invece di chiudere il gas se lo avesse ritenuto opportuno.
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