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Nei giorni in cui si ricorda una vero momento di svolta nella storia di oppressi e oppressori, quando il potere ha mostrato più senza infingardaggine e mimetizzazioni il suo volto necrofilo, in me rivive un ricordo personale. La Domenica di Sangue a Derry, Nordirlanda, il 30 gennaio 1972, ha cambiato la mia vita, la mia visione del mondo, la strada che avevo intrapreso, la consapevolezza di cosa cercare, vedere, comunicare. Su quale fronte e con quali compagni impegnarmi per sempre.
Ho avuto la fortuna, con le mie foto e le mie registrazioni audio, sottratte ai militari britannici che avevano dato l'ordine di spararmi a vista per recuperare il mio materiale, prova dell'eccidio a freddo programmato da Londra, di fornire all'opinione pubblica, e poi a inquirenti parzialmente onesti, la verità sul Bloody Sunday.
In questo brevissimo racconto a Byoblu dei momenti salienti della strage dei paracadutisti di Sua Maestà, c'è l'anticipazione di una narrazione più ampia nella rubrica "MONDOCANE", sulla stessa rete, che uscirà la settimana prossima.
Fulvio
Il murales sulla facciata all'ingresso del ghetto repubblicano di Derry tratto da una mia foto di Bloody Sunday: la prima vittima, Jack Duddy, 16 anni.
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