Caro direttore, per chiarire ogni equivoco e per non danneggiare il referendum mi vedo costretto a rispondere all’articolo sul Corriere della Sera firmato dall’amico Gramellini che sembra purtroppo vittima di fantasie complottistiche e che, per un meccanismo di proiezione psicoanalitica, le attribuisce a me.
infosannio.com
Lettera di Carlo Freccero al Corriere della Sera
Tutto quello che Gramellini riporta sulla teoria del complotto, non l’ho scritto io, ma per ammissione di Gramellini stesso, è frutto delle sue informazioni (?). Informazioni di cui non cita la fonte e alquanto imprecise, se fanno risalire il nome « Grande Reset » al principe Carlo di Inghilterra che ne è un grande sostenitore, in quanto ecologista, ma che non ha il copyright del Progetto.
Quest’ anno, a causa della pandemia, i colloqui non hanno avuto luogo in presenza a Davos, ma online. Io sono iscritto al sito Wef per cui ho seguito il Forum in diretta, come secondo me dovrebbe fare, per dovere di cronaca, la stampa incaricata di seguire la politica internazionale. Ma nessun giornale né televisione ne ha parlato, tanto che l’evento si è trasformato, per chi non l’ha visto e per Gramellini, in teoria del complotto. A riprova del fatto che non si tratta dell’eccentricità di pochi miliardari, sono intervenuti al dibattito i capi di Stato dei principali paesi del mondo, escluso Biden.
Nel mio intervento su il Fatto e la Stampa io non esprimo giudizi sui contenuti, ma faccio presente che le soluzioni utopistiche del Wef, creative sino a rasentare la fantascienza ed ispirate al transumanesimo più spinto, richiederebbero, prima di essere applicate ai popoli, il consenso informato ed il loro assenso. In Democrazia, sino a prova contraria, le decisioni spetterebbero al popolo, soprattutto se riguardano l’integrità fisica dei cittadini.
Finisco con una breve annotazione sulla miseria dell’informazione, che pratica ormai solo l’infotainment e si richiude nel cortile di casa a riportare i battibecchi tra politici. Gramellini va in parte assolto perché non è compito suo, ma i commentatori politici dovrebbero fare lo sforzo di allargare i loro orizzonti, visto che ripetono ogni giorno che siamo nella globalizzazione.
Al contrario i protagonisti cercano di diffondere il loro messaggio alla platea più vasta possibile propagandando il Grande Reset. La stampa straniera ci dà lezioni. Il 2 novembre 2020 il Times pubblicava la sua storica copertina del Great Reset con un’immagine del globo terrestre circondato dai ponteggi di un cantiere in cui gli operai ricostruiscono il mondo. I miei più cordiali saluti al giornale e a Gramellini.
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