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L’ultima uscita del ministro Renato Brunetta sul “costo psichico” dei tamponi ha lasciato inorriditi molti, anche se dal personaggio, noto per la sua retorica improntata spesso tendente al sadico, non stupisce: in fondo molti in passato han visto in Brunetta una riproposizione del giudice Selah Lively dell’antologia di Spoon River, a noi più noto nella rivisitazione musicale operata da Fabrizio De André, ovvero un infelice che, una volta raggiunto il potere, sfoga le sue frustrazioni sulle persone. Eppure Brunetta, pur col suo discutibile carattere, non è un’eccezione in questo contesto, ma pare addirittura la regola.
Brunetta, nello spiegare il costo psichico del tampone, ha mostrato un certo compiacimento nel descrivere la sofferenza economica e anche fisica che questa misura provoca in chi la subisce. Il guaio è che non è stato l’unico a farlo.
Romano Prodi certamente non soffre dei complessi del ministro Brunetta, quindi teoricamente non ha frustrazioni da sfogare. Eppure anche lui, nel descrivere la misura del green pass, ha fatto sfoggio di sorrisi sadici mentre descriveva la paura dei lavoratori privi di green pass.
Il guaio è che solo ora ci stiamo accorgendo di vivere in una “sadicocrazia”. Per tutto il lockdwon, ma anche prima, i governanti hanno esibito un compiacimento quasi sadico nell’infliggere ogni tipo di sofferenza alla gente.
La stessa scelta della parola “lockdown” per indicare le misure di contenimento indicano questo piacere sadico. Nel linguaggio carcerario americano la parola lockdown indica la cella di isolamento. Già solo il fatto di usare un termine preso dal gergo penitenziario per indicare delle misure di contenimento sanitarie la dice lunga: c’é un piacere sadico nel tenere chiusi anche gli innocenti.
La pandemia sembra aver dato libero sfogo agli istinti più repressi della nostra classe dirigente, che si è esibita in misure spesso tra il ridicolo e il disumano, come il distanziamento tra marito e moglie o i bambini a scuola isolati nello stanzino. Tutto questo lo sappiamo oramai bene.
Ma è solo la pandemia che ha tirato fuori questo lato sadico dai nostri governanti? In realtà è da almeno un decennio che la Repubblica italiana è diventata una “sadicocrazia”, un governo di sadici. Fu Mario Monti, “bin loden”, a inaugurare questa sinistra stagione. Tutti ricordano le lacrime (precedute da un sinistro sorriso) del ministro Fornero che furono il preludio ad una delle più atroci riforme delle pensioni mai viste in Italia. Era il tempo in cui il mantra era “avete vissuto al di sopra delle vostre possibilità” che significavano una sola cosa: dovete diventare poveri. L’allora presidente del Consiglio Mario Monti diede prova di un cinismo pari a quello di Brunetta quando affermò che l’Unione europea aveva bisogno di un crisi per costringere i popoli riluttanti a cedere sovranità a Bruxelles a subire “un costo politico e psicologico” così alto da indurli a cedere. E quel costo politico e psicologico lo subì, in quel momento, la Grecia, che pagò un prezzo di sangue altissimo per coronare quello che Monti definì non ironicamente “il più grande successo dell’euro”
Sanguinoso successo cui non fu estraneo nella spietatezza il suo attuale successore a Palazzo Chigi.
Anche nel dopo Monti abbiamo trovato personaggi che non hanno nascosto la loro mancanza di scrupoli nei confronti degli italiani. Ricordiamo tra questi Maria Elena Boschi quando parlò di “aggredire il contante nelle case degli italiani” usando una scelta di parole che ricorda molto i più recenti appelli a “stanare” chi non si vuole vaccinare, o anche appelli alla fucilazione dei dissenzienti.
Noi non viviamo in un Repubblica parlamentare. Più andiamo avanti più pare che il popolo italiano sia finito nelle mani di personaggi simili ai protagonisti dell’ultimo film di Pier Paolo Pasolini, personaggi sadici che godono nel fare del male al proprio popolo.
Questo voler a tutti i costi peggiorare la vita delle persone ha avuto davvero un “costo psichico”, per parafrasare sia Brunetta che Mario Monti, molto alto: un costo intollerabile per qualsiasi Paese civile. Sapremo liberarcene?
ANDREA SARTORI
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