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In Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia Romagna, Liguria esistevano casi asintomatici di Covid-19 già nel settembre 2019.
E’ il particolare dimenticato, ma essenziale, nel gran parlare che si fa a proposito delle dichiarazioni sull’origine del virus SARS-CoV-2 rilasciate un dissidente cinese rifugiato da tempo negli Stati Uniti, Wei Jingsheng, in un’intervista di ieri alla Fox. Secondo lui, il virus è comparso a Wuhan nell’ottobre 2019. Ma sarebbe probabilmente più saggio indagare sul legame fra la presenza ancora più precoce del virus in Italia e le cose turche che nel 2018 si volevano fare a Wuhan con i pipistrelli e con virus strettamente imparentati col SARS-CoV-2.
Wei Jingsheng sostiene che il virus SARS-CoV-2 ha cominciato a circolare a Wuhan durante i Giochi militari, organizzati in quella città appunto nell’ottobre 2019. Sostiene anche di aver avvertito esponenti di spicco dell’amministrazione statunitense senza che nessuno lo prendesse sul serio.
La data di nascita ufficiale (ma errata) del Covid-19 è il dicembre 2019. Il giorno, non è noto. Si sa che i malati, nel corso di quel mese, riempirono gli ospedali di Wuhan: una dettagliata ricostruzione effettuata nel 2020 sostiene che i primi casi vennero ufficialmente riconosciuti dalle autorità cinesi e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità l’8 dicembre 2019.
Tuttavia, le pagine web dei due enti ai quali la ricostruzione rimanda in questo momento non esistono più o sono in manutenzione.
Attualmente, l’Organizzazione Mondiale della Sanità fissa al 31 dicembre 2019 il giorno in cui essa ha appreso l’esistenza di casi di polmonite virale attraverso un comunicato della città di Wuhan.
E’ ampiamente noto un particolare che sembrerebbe dar ragione a Wei Jingsheng e alla sua convinzione che il virus sia comparso a Wuhan nell’ottobre 2019. Vari atleti, italiani e non solo, che nell’ottobre 2019 parteciparono ai giochi militari di Wuhan ebbero febbre, tosse, difficoltà respiratorie. Nessuno ha mai cercato gli anticorpi nel loro sangue finché si era in tempo per trovarli.
In realtà tuttavia il virus era già prima in giro per il mondo. Era in Italia nel settembre 2019, addirittura! Gli anticorpi per il Covid-19 sono stati rilevati nel campione di sangue prelevato ad un veneto il 3 di quel mese e in altri quattro campioni prelevati entro il 9 settembre 2019 in Emilia Romagna, Liguria e Lombardia.
Quei prelievi – complessivamente 959 – furono effettuati nell’ambito di uno screening per il cancro al polmone; con la successiva analisi per cercare le tracce del virus, “la positività agli anticorpi specifici del SARS-CoV-2 è risultata nell’11,6% dei campioni di plasma analizzati tra settembre 2019 e febbraio 2020” e questo rivela “una presenza precoce del virus in soggetti asintomatici”.
Il primo caso sintomatico in Italia – riconosciuto a posteriori ma in modo certo – è quello di un lombardo affetto nel novembre 2019 da una dermatite atipica, uno dei modi in cui il virus può manifestarsi.
A seguire, c’è la ricerca dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità) secondo la quale si sono trovate tracce del virus in campioni degli scarichi fognari di Milano e di Torino prelevati nel dicembre 2019 e ci sono le polmoniti atipiche nel Bergamasco (“I dottori dicevano: Ma qui prendono tutti la polmonite?”) del dicembre 2019.
Però i casi sono esplosi solo successivamente, alla fine dell’inverno 2020, mandando in crisi il sistema sanitario italiano. E tre mesi prima, nel dicembre 2020, era accaduta a Wuhan la medesima cosa.
Troppe stranezze, troppi tasselli mancano per ricostruire l’origine dell’epidemia, che comunque – pur passando dall’Italia – con ogni probabilità ha a che fare con Wuhan ed è certamente ben diversa da quella ufficialmente narrata. Ma la pistola fumante ha avuto ormai due anni di tempo per smettere di fumare.
DON QUIJOTE
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