martedì 25 agosto 2020

Scuola, l'incognita dei test sierologici ai prof. Ci salverà il fai da te?

Sono giorni difficili questi per il mondo scolastico: dirigenti, docenti e personale scolastico dei quasi quattromila istituti superiori pubblici e paritari sono al lavoro per accogliere già dal 1° settembre le migliaia di studenti che hanno riportato insufficienze nello scrutinio di giugno, e che pertanto dovranno svolgere mirati corsi di recupero.

Scuola, l'incognita dei test sierologici ai prof. Ci salverà il fai da

Tante le incertezze per i dirigenti scolastici, legate ad un quadro epidemiologico di circolazione endemica del virus in progressivo aumento. All’incognita dei lavoratori fragili su cui si attendono chiarimenti dal M. I., si aggiunge il ritardo per la determinazione dell’organico potenziato docente da assegnare agli istituti, cosa che sta condizionando il lavoro di assegnazione dei prof alle classi. Vi è inoltre da considerare la difficoltà degli Enti locali nel soddisfare le richieste delle scuole di poter usufruire di ulteriori locali, per risolvere il problema del sovraffollamento delle aule e garantire gli standard di sicurezza con il metro minimo di distanziamento tra le rime buccali indicato dal Comitato Scientifico. A tutto ciò si lega la confusione determinata dai test sierologici che hanno preso oggi l’avvio e si dovranno necessariamente concludere in tempo utile per aprire l’anno scolastico in sicurezza.

La circolare del 7 agosto emanata dal Ministero della Salute introduce il test su base volontaria per il personale scolastico, ma è di per sé evidente che la scuola vorrà farsi trovare pronta il primo settembre, quando cominceranno le attività di recupero, e il comparto scuola è tra quelli più numerosi di tutto il pubblico impiego. Numeri importanti e un impegno enorme per i medici di base che dovranno effettuare lo screening nei tempi indicati.

Il dispositivo dell’Ordinanza assegna il compito di effettuare i test sierologici ai medici di base, ma gli stessi lamentano una esposizione alla pandemia che potrebbe pregiudicare lo stesso funzionamento degli studi medici. Proprio qualche giorno fa lo Smi (Sindacato Medici Italiani) ha lanciato l’allarme: non tutti gli studi medici sono attrezzati per effettuare in sicurezza i test. Si vuole evitare che eventuali positività possano compromettere il funzionamento del sistema, così com’è avvenuto in qualche caso presso gli ospedali e nelle RSA.

Il Protocollo sulla sicurezza per il rientro a scuola a settembre, sottoscritto d inizio agosto dal Ministero dell’Istruzione con i sindacati, prevede di “attivare la collaborazione istituzionale con il Ministero della Salute, il Commissario straordinario e l’Autorità garante per la protezione dei dati personali, affinché si dia l‘opportunità di svolgere test diagnostici per tutto il personale del sistema scolastico statale e paritario, incluso il personale supplente, in concomitanza con l’inizio delle attività didattiche e nel corso dell’anno, nonché di effettuare test a campione per la popolazione studentesca con cadenza periodica”

L’avvio dei test seriologici sembra però procedere con evidenti difficoltà.

Il Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci” di Reggio Calabria da me diretto, nonostante i dubbi, le contraddizioni e i ritardi che stanno caratterizzando le fasi preparatorie all’avvio dell’anno scolastico, ha pianificato una serie di operazioni che dovrebbero rimuovere gli ostacoli per un corretto avvio dell’anno scolastico. Obiettivo principale è infatti quello di sensibilizzare tutto il personale a sottoporsi al test che pur essendo su base volontaria diventa fondamentale per la salvaguardia della propria e altrui salute.

Pertanto, grazie alle positive interlocuzioni con la dirigenza dell’ASP provinciale con cui abbiamo stilato apposita Convenzione, con l’Ordine dei Medici territoriale e con la preziosa disponibilità di medici di base, somministreremo il test sierologico al personale scolastico del liceo, direttamente a scuola, in locali adeguatamente attrezzati della sede succursale non utilizzati nella fase di avvio e pertanto più idonei allo scopo. D’intesa con il personale dell’ASP, con il medico competente del liceo e con il Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, abbiamo individuato diversi ambienti contrassegnandoli con opportuna segnaletica, abbiamo tracciato i percorsi con entrate differenti dalle uscite e scaglionato il personale in turni diversi in modo da evitare che si trovino contemporaneamente più persone ad effettuare lo screening. Ad effettuare le operazioni di prelievo saranno medici di base, peraltro genitori di studenti frequentanti il liceo.

L’idea che stiamo mettendo a punto con l’ASP però non si ferma alla realtà del liceo da Vinci, dovrebbe piuttosto concretamente permettere a tutte le scuole della provincia di Reggo Calabria di effettuare tutte le operazioni sulla scorta di un unico modello organizzativo, che è quello che abbiamo costruito lavorando in sinergia con gli specialisti del settore sanitario. Si tratta di un modello semplice, funzionale e riteniamo anche efficace e controllabile. Un modello che potrebbe risolvere l’empasse nella quale si trovano tutte le scuole del Paese.

Cominciare l’anno col giusto passo è di vitale importanza, ma non bisogna illudersi sul fatto che questo primo momento di verifica delle condizioni di salute del personale scolastico possa garantire che lo stato delle cose possa permanere nei mesi successivi. E’ necessario, dunque, che vengano previsti dei controlli periodici che consentano di poter monitorare la circolazione eventuale del virus all’interno delle scuole. Le stesse famiglie potrebbero avere l’opportunità di veder monitorato, a richiesta, sia pure a campione, lo stato di salute dei ragazzi.

Indubbiamente la situazione è complessa, ma bisogna remare tutti dalla stessa parte, senza fare speculazioni o strumentalizzare le situazioni, ma anche senza sottrarsi dal dare il proprio contributo, dal far pervenire le giuste sollecitazioni anche in termini di proposte e di buone pratiche. In Calabria ci stiamo organizzando, non è più tempo di improvvisazioni né di facilonerie, il momento non lo consente. Ne va della salute, del futuro dei nostri ragazzi, del funzionamento delle istituzioni, dell’economia del nostro Paese e, vorrei aggiungere, della nostra dignità.

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